Rossi è già partito per la campagna elettorale
PIOMBINO 11 dicembre 2014 — Come c’era da aspettarsi tutti i vari candidati al ruolo di governatore, almeno chi è in aria di rielezione, stanno lì ad elencare meriti veri o presunti ed i grandi risultati e obiettivi raggiunti. Non fa eccezione il presidente Enrico Rossi che recentemente ha elogiato i risultati ottenuti dal governo e dalla sua amministrazione in merito alla vertenza Lucchini di Piombino. Inoltre chiama in causa Beppe Grillo invitandolo a ripetere quanto affermò nel comizio tenuto a Piombino nello scorso Aprile. Troviamo quantomeno strumentale un uscita di questo tipo, quindi è bene ricordare quale sia l’attuale stato dell’arte ed il percorso che ha portato all’ attuale situazione. Chi questa vertenza l’ha vissuta da vicino ricorderà senza problemi che fino a qualche settimana fa, la situazione delle acciaierie di Piombino era tutt’altro che rosea. Tutte le forze politiche concordavano su di una cosa: il terribile dramma socio-occupazionale che il nostro territorio stava per affrontare. La luce in fondo al tunnel era ben lontana dall’essere vista ed il tanto sbandierato accordo di programma sembrava ben lontano dal portare alcun beneficio. Accordo di programma che sin dalla sua presentazione non abbiamo stentato a definire una scatola vuota. Troppi vincoli e poche garanzie nei contenuti. Oltretutto di tutte quelle iniziative che sono competenza propria di un governo degno di questo nome non c’è stata traccia da parte dei precedenti governi e meno che mai da parte del governo Renzi. Qualcuno ha sentito parlare di piani energetici, politiche di accorciamento delle filiere o di investimenti in ricerca e sviluppo? Ovviamente no e mentre l’industria nazionale crolla, l’attuale governo, l’unica cosa che ha saputo produrre è un jobs act che ha il solo scopo di togliere diritti e non creerà un solo posto di lavoro. Prova ne è che, nei mesi successivi alla firma dell’accordo di programma, le nostre senatrici Sara Paglini e Nunzia Catalfo (commissione lavoro) hanno chiesto ed ottenuto un incontro con il ministro Poletti per chiedere garanzie per i lavoratori diretti e dell’indotto legati al settore siderurgico Piombinese. La risposta del Ministro è stata: ma per la Lucchini esiste l’accordo di programma? In quella sede il ministro si era preso l’impegno di approfondire la questione, ma da allora non abbiamo più avuto incontri. Questo la dice lunga su che livello di attenzione il governo abbia riservato alla vertenza Lucchini. Prova ne è che anche i sindacati, che al tempo della venuta di Beppe Grillo a Piombino consideravano Rossi ed il governo come gli unici interlocutori possibili adesso prendono le distanze dalle “non politiche” industriali del governo Renzi. Se adesso il gruppo algerino CEVITAL ha manifestato interesse per l’area produttiva di Piombino non è certo merito di un accordo di programma che, pur privo di tutele dirette per i lavoratori, in larga parte deve ancora essere attuato, anche per gli enormi vincoli burocratici che in Italia bloccano qualsiasi tipo di intervento che si tratti di bonifiche o di dissesto idrogeologico. Sarebbe stato opportuno che il presidente Rossi, invece di pontificare l’intervento del governo o di chiamare in causa chi in questo paese è chiamato a fare opposizione, avesse speso due parole per i lavoratori che tenacemente hanno sopportato questi anni di incertezza e privazione economica e che ancora avranno da affrontare anni di ammortizzatori sociali (speriamo per tutti ). Adesso invece di perdere tempo a cercare di attribuirsi meriti che non ha, il presidente Rossi farebbe meglio a vigilare per far sì che quanto per ora solo promesso da CEVITAL sia veramente messo in campo. Vigilare sulle garanzie di tutela ambientale e sul mantenimento dei diritti dei lavoratori. Siamo veramente di fronte al teatro dell’assurdo, Rossi ha il coraggio di glorificare il governo e la sua giunta per non aver fatto niente, ma dopotutto è iniziata la campagna elettorale per le regionali e c’era da immaginarselo.
M5S Piombino