Rotto il rapporto di fiducia tra Comune e cittadini
PIOMBINO 24 ottobre 2018 — Come tutti i cittadini di Piombino sanno, un comitato ha raccolto le firme e predisposto due quesiti referendari allo scopo di
- evitare il raddoppio della discarica di RIMateria,
- scongiurare almeno la vendita del secondo pacchetto azionario della società ai privati.
A seguito di ciò, si sono insediate due commissioni, formate da funzionari del Comune, un membro nominato dal sindaco e uno nominato dai referendari, allo scopo di valutare la legittimità formale dei quesiti predisposti.
La commissione relativa al quesito sulla vendita delle azioni, di cui fa parte il capogruppo di Rifondazione comunista come commissario nominato dal Comitato, si è già riunita intorno alla metà di ottobre e si è aggiornata a lunedì 29 ore 16.30, per consentire ai commissari di prendere visione dei documenti prodotti e decidere se i cittadini di Piombino possono votare sulla vendita delle azioni RIMateria ai privati.
Ieri 23 ottobre, abbiamo saputo, dalla stampa locale, che i sindaci si riuniranno per decidere la vendita di un secondo gruppo di azioni lo stesso giorno alla stessa ora in cui la commissione referendaria si riunisce per decidere se i cittadini possono votare su quel quesito specifico, e cioè lunedì 29 ore 16.30.
Questo rende con grosse probabilità inutile la riunione della commissione, in quanto i cittadini di Piombino non potranno decidere se vendere o meno tali azioni ai privati, anche se il quesito fosse dichiarato ammissibile dalla Commissione stessa, perché l’amministrazione della città (PD) ha bypassato di fatto tale decisione, deliberando di vendere tali quote lo stesso giorno alla stessa ora.
Non è possibile non notare l’assoluta mancanza di rispetto di questa maggioranza nei confronti dei cittadini di Piombino.
Nessuno si è premurato di avvertire i commissari che le loro fatiche, il loro studio dei documenti, era assolutamente inutile perché tanto il sindaco aveva già deciso di vendere.
Nessuno ha avvertito i cittadini di Piombino che la loro richiesta non sarebbe neanche stata presa in considerazione.
Questo atteggiamento debole, (perché si teme che la volontà dei cittadini non corrisponda a quella della maggioranza) e arrogante (perché nonostante tale consapevolezza si decide di fregarsene della volontà della città e di trattare i beni comuni come se fossero di proprietà del PD) avrà però conseguenze giuridiche da parte nostra.
Dobbiamo prendere atto che l’azione politica non è più sufficiente, quindi adesso, se la vicenda Asiu/RIMateria sia stata gestita bene o meno, lo spiegheranno alla magistratura contabile.
A noi, Partito della Rifondazione Comunista e alla città che voleva decidere, spiegheranno invece perché hanno pensato che fosse legittimo agire in questa maniera scorretta.
Chiediamo pertanto al sindaco, in scadenza come tutto il consiglio comunale, che ha una maggioranza che perde pezzi ogni giorno, di occuparsi, da qui e fino alle prossime elezioni amministrative, solo degli affari correnti, essendo venuto meno il rapporto di fiducia che deve legare gli amministratori alla propria comunità.
Partito della Rifondazione Comunista, Circolo di Piombino