S.E.Fi. farmacie, fiere e turismo: di tutto un po’
Difficile trovare una società privata che insieme gestisce delle farmacie, un polo fieristico, attività informative turistiche ed anche attività culturali. Eppure esiste ed è, questo è il problema, posseduta interamente da un ente pubblico, il Comune di Campiglia. Si chiama S.E.Fi. Campiglia Marittima Servizi per l’Economia e Fiere s.r.l. e gestisce oltre al Centro Fieristico di Venturina anche la farmacia comunale, l’ufficio turistico e la biblioteca per ragazzi.
La sua storia costituisce una vicenda confusa di gestione del patrimonio pubblico.Per capire in cosa consiste bisogna fare un salto indietro nel tempo, nel 1986. In questa data fu deliberata dal consiglio comunale di Campiglia la creazione della società “CEVALCO spa” una società mista pubblico (comuni della Valdicornia) ‑privato che avrebbe dovuto gestire il complesso fieristico di nuova costruzione nel centro di Venturina, nato per “favorire la collaborazione
tra imprese ed enti locali per le attività promozionali ed espositive”. Nelle intenzioni doveva divenire uno dei poli espositivi d’interesse regionale, collocato in posizione mediana tra Livorno e Grosseto. Per queste ragioni il progetto venne finanziato con fondi pubblici, in gran parte europei, e con mutui contratti dalla stessa CEVALCO. Purtroppo l’andamento economico della CEVALCO non fu mai positivo al punto che i Comuni sono arrivati a ripianare deficit di circa 200 mila € annui. Per evitare il fallimento della CEVALCO, nel dicembre 2007 il Comune di Campiglia, principale azionista della Società, decise di acquistare, attraverso un leasing finanziario (aggirando il patto di stabilità), gli immobili della società: un operazione costosissima che andrà a pesare nei bilanci del Comune per i successivi 15 anni. In realtà il Comune ha aquistato immobili costruiti con fondi europei e con mutui che esso stesso, quale azionista della CEVALCO, aveva già contribuito a pagare con i ripiani annuali delle perdite d’esercizio. Le cifre sono spaventose se rapportate ad un comune come Campiglia, si parla di un leasing che ammonta a un canone anticipato per 160mila euro, canoni annuali per 350mila e un riscatto finale per 648mila. Il tutto per un conto finale di 5 milioni e 250mila euro. Nel 2008, dopo la vendita degli immobili, la società annuncia baldanzosa il primo utile della sua storia!
Tuttavia questa società avrebbe avuto vita breve. Una legge in materia di servizi pubblici locali (Legge n.133/2008) vietava, infatti, che società miste pubblico — privato potessero gestire servizi di tipo commerciale con affidamento diretto, ossia senza passare da una gara pubblica per scegliere l’offerta più vantaggiosa. Di fronte alle nuove disposizioni il Comune aveva due opzioni: indire una gara pubblica per la gestione della fiera o modificare lo Statuto della CEVALCO trasformandola in società a capitale interamente pubblico, previa acquisizione delle quote azionarie dei privati. Da perfetto copione italiano fu scelta la seconda, quindi il Comune deliberò l’acquisto delle restanti azioni per un valore di circa 90mila €. L’operazione però non fu conclusa per l’opposizione di alcuni soci .Di fronte all’impossibilità di trasformare la CEVALCO in una società a totale capitale pubblico, la nuova Giunta insediata nel 2009 (Sindaco Soffritti) deliberò la liquidazione della società CEVALCO e la contestuale fusione con la Società della Farmacia Comunale, dando vita ad una nuova società: la SEFI.
A questa società totalmente pubblica (in-house providing), oltre alla farmacia comunale, venne affidata, senza gara, la gestione del complesso fieristico, della biblioteca dei ragazzi, dell’ufficio turistico e di alcune strutture culturali nel centro storico di Campiglia.
In questa confusa vicenda appare evidente, oltre la dubbia operazione economica di leasing, l’assurdo affidamento della gestione della fiera alla società della farmacia comunale, due settori che non hanno niente in comune, a maggior ragione se poi gli viene affidato anche la gestione della biblioteca e dell’ufficio turistico, un guazzabuglio di competenze.
Inoltre rimane insoluta la questione della sostenibilità economica del complesso fieristico, utilizzato poche settimane l’anno e ormai ridotto ad una fiera paesana.
Infine con la creazione della SEFi e la fusione dei bilanci viene meno anche la trasparenza della gestione economica, mettendo in luce un altro aspetto critico. Infatti una recente pronuncia l’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (deliberazione n°51 adunanza del 18 maggio 2011) esclude «… la possibilità che un comune possa procedere alla costituzione di società che, unitamente con la gestione della farmacia comunale, svolga altra attività di natura del tutto diversa..» ed aggiunge che ad ogni modo ove sia costituita «..occorre garantire la rigorosa separazione delle diverse contabilità…”».
Ad oggi nel bilancio SEFi non c’è alcun segno di gestione separata.
Sono ormai trascorsi più di 25 anni dall’inizio di questa storia e appare sempre più chiaramente come ennesimo caso di mala amministrazione delle risorse pubbliche.