Sajjan Jindal, pater familias o padre padrone?

PIOMBINO 10 otto­bre 2018 — L’immagine del­la “grande famiglia” tan­to cara al nuo­vo sig­nore di Piom­bi­no, mis­ter Jin­dal, mostra già le prime gran­di crepe. Il Pater famil­ias si dimostra per quel­lo che è: un Padre-Padrone di tipo autori­tario e che non sop­por­ta critiche. Nel­la SUA fab­bri­ca non c’è spazio per gli “sprechi”. Le norme igien­iche sono uno spre­co, a cui met­tere mano solo dopo che si saran­no real­iz­za­ti prof­itti. Ed ecco i lavo­ra­tori obbli­gati a lavar­si e cam­biar­si in ambi­en­ti fatis­cen­ti, nei quali si annidano virus e bat­teri non chiara­mente iden­ti­fi­cati: siamo sicuri si trat­ti di legionel­la (comunque poten­zial­mente mor­tale) e non di altri peg­giori in ter­mi­ni di esten­sione del con­ta­gio? Non abbi­amo infor­mazioni sull’attività (dovu­ta) dei servizi del­la Asl: è sta­ta effet­tua­ta un’indagine indipen­dente? Con quali risul­tati? E se l’Asl non è inter­venu­ta, cosa aspet­tano i sin­da­cati a richieder­la? Tan­to più che ci sono lavo­ra­tori che sono rimasti infet­tati da pun­ture di inset­ti.
Ques­ta è la situ­azione nel­la quale oper­a­no i lavo­ra­tori riammes­si in fab­bri­ca: in bar­ba ad ogni accor­do, con­trat­to, legge che sta­bilisce l’orario gior­naliero, si esige che i lavo­ra­tori fac­ciano ogni giorno un’ ora di stra­or­di­nario non ret­ribuito! Questo infat­ti sig­nifi­ca pre­tendere che l’ingresso in fab­bri­ca avven­ga almeno mezz’ora pri­ma e l’uscita almeno mezz’ora dopo il nor­male orario. Ricor­diamo che alla Luc­chi­ni venivi richiam­a­to se tim­bravi mezz’ora dopo l’orario di usci­ta, per­ché l’azienda non vol­e­va incor­rere in sanzioni. Questo nuo­vo padrone, con­sapev­ole del suo potere, se ne fre­ga tran­quil­la­mente. Sec­on­do radio-fab­bri­ca si sarebbe poi introdot­to il “min­u­tag­gio”, cioè il con­trol­lo sui tem­pi con­siderati pas­sivi nel ciclo, come ad esem­pio i tem­pi nec­es­sari per salire e scen­dere dalle gru, tran­sitare da una zona all’altra, chia­mare un pez­zo dopo l’altro.
Se tut­to questo risul­tasse vero, com­porterebbe un forte aumen­to dei rit­mi ed un forte aumen­to del­lo stress, due indi­ci sig­ni­fica­tivi di ris­chio; l’assenza di report numeri­ca­mente sig­ni­fica­tivi di infor­tu­ni potrebbe far pen­sare (male, ma a volte ci si azzec­ca…) che i lavo­ra­tori, per pau­ra o sot­to minac­cia, non li denun­ci­no.
L’ultimo (e più sig­ni­fica­ti­vo) seg­nale del peg­gio­ra­men­to gen­erale del cli­ma sot­to Jin­dal viene dal rap­por­to con i sin­da­cati. Oggi come oggi, i sin­da­cati (tut­ti, e in ordine spar­so) richiedono tim­i­da­mente un incon­tro o ven­gono brus­ca­mente con­vo­cati per rice­vere infor­mazioni. Mai per con­cor­dare strate­gie pro­dut­tive, par­lare di con­dizioni di lavoro, di assun­zioni o riduzioni di organ­i­co. Sig­ni­fica­ti­vo l’andamento del­la vicen­da dei lavo­ra­tori richia­mati per eseguire inter­ven­ti di restyling (?) e poi, con­trad­di­cen­do anche le infor­mazioni sui numeri e sui tem­pi, rin­viati a casa dopo pochissi­mi giorni. Non vale neanche più la strate­gia del­la con­cer­tazione o del­la coges­tione. Come Jin­dal ha prete­so venisse scrit­to su quel ver­bale che è divenu­to poi accor­do ripor­ta­to pure nell’accordo di pro­gram­ma, lui vuole il “sup­por­to” totale dei sin­da­cati (e per con­seguen­za dei lavo­ra­tori), sen­za dis­cus­sioni o proteste.
Di fronte a ques­ta situ­azione sol­leciti­amo una forte mobil­i­tazione dei sin­da­cati, per recu­per­are l’agibilità sin­da­cale in fab­bri­ca, per ridare sicurez­za e dig­nità ai lavo­ra­tori, per dire che i lavo­ra­tori piom­bi­ne­si han­no una forte tradizione di lotte e di con­quiste che non può essere can­cel­la­ta.
Ricom­in­ci­amo con una forte azione per garan­tir­ci la con­ti­nu­ità dell’attuale ammor­tiz­za­tore sociale che per­me­tte di non cadere nel­la povertà asso­lu­ta. Dunque, a nes­suno ven­ga in mente, nep­pure all’azienda, di aggi­rare l’applicazione di tale ammor­tiz­za­tore sociale per risparmi­are su ferie e altri isti­tu­ti con­trat­tuali. Riven­dichi­amo­lo non solo per i lavo­ra­tori diret­ti, ma anche per gli indi­ret­ti degli appalti e per tut­ti col­oro che han­no sof­fer­to per questi anni but­tati via, e sof­frono oggi. Ricor­diamo che gli ammor­tiz­za­tori sociali sono al momen­to l’unico balu­ar­do per arginare l’ulteriore degra­do eco­nom­i­co del­la zona; la dis­per­a­ta ricer­ca di un lavoro qual­si­asi, al nero o sot­to qual­si­asi altra for­ma di ricat­to, nonché l’emigrazione frus­trante di gio­vani e meno gio­vani.

Asso­ci­azione Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG

Commenta il post