Saluto a Gualtiero Bassetti, presidente della Cei
SUVERETO 25 maggio 2017 -
A Sua Eminenza Cardinale Gualtiero Bassetti,
non credo che si ricorderà di me. Ho avuto il piacere di incontrarla alla Sua nomina a Vescovo della Diocesi di Massa Marittima e Piombino nel lontano 1994. Ero allora sindaco di Suvereto e i nostri incontri sono stati per approfondire la collaborazione del Comune con la parrocchia e il suo compianto parroco Don Cataldo Casini, nell’esclusivo interesse generale delle nostre popolazioni e per una giusta valorizzazioni dei beni storici e architettonici dei quali la nostra piccola comunità era ed è orgogliosa. Stavamo allora completando un restauro delle Chiese San Giusto e del Crocifisso, avviando inoltre un importante collaborazione per realizzare un Museo di arte sacra all’interno della ex-chiesa allora conosciuta come Sala San Giusto. Tutte cose che abbiamo fatto e delle quali siamo davvero lieti, anche se il Museo venne realizzato negli anni successivi quando non ero più sindaco, ma quelle basi culturali erano ancora vive e vitali.
Negli anni della mia presenza pro-tempore alla guida del Comune di Suvereto, la nostra diocesi ha avuto una presenza di vescovi davvero importanti, ricordo con grande piacere i suoi predecessori Lorenzo Vivaldo e Angelo Comastri. Tutti e tre avete saputo dare quel giusto impulso di dialogo con tutta la società, tanto che io dalla mia posizione di laico sono stato pienamente a mio agio nel dialogo, perché le finalità erano comuni pur nelle diversità (che giustamente debbono esserci) di pensieri su alcuni schemi di vita.
Ho appreso a suo tempo, con grande piacere, della sua nomina a cardinale e oggi con ancora maggior piacere apprendo che Papa Francesco lo ha nominato a Presidente della Cei, mi permetto di affermare che davvero non poteva esservi scelta più azzeccata, per la quale formulo tutti i migliori auguri per il grande e importante lavoro che dovrà svolgere, al fianco di Papa Francesco, per far proseguire questo cammino in avanti della Chiesa, per conquistare sempre più sostegni alla causa della PACE e dell’aiuto agli ultimi, partendo dal riconoscere il diritto alle libertà di ognuno nel rispetto di ogni credo senza nessuna imposizione.
Trovo che il magistero di Papa Francesco rappresenti una attenzione importante alla qualità della vita per tutti, giungendo fino a denunciare le distorsioni di questo mondo che sembra rincorrere soltanto ricchezze personali di ognuno, girandosi dall’altra parte di fronte a quelli che soffrono la fame e la guerra. Certo è vero che la politica, quella che dovrebbe governare il mondo, non pensa alla costruzione del domani per garantire condizioni migliori per tutti, ma da ogni dove si presentano solo egoismi ed opportunismi, anche per la sola carriera della persona, che lascia tutti incapaci di un’attività con l’obiettivo di puro servizio al bene comune.
Per come l’ho conosciuta sono convinto che potrà dare un notevole contributo al cammino della Chiesa e ai rapporti che questa dovrà avere con l’insieme della società, sia quella politica attiva che quella sociale in generale. Sarei molto lieto di poterla incontrare e magari anche averla ospite nella mia umile casa. Insieme a mia moglie potremmo offrire sincera amicizia e confermare profonda stima, riconoscendo in lei quel ruolo essenziale che può far crescere l’amore tra gli esseri umani, con la mano tesa verso lo sconosciuto con l’esclusiva certezza che potrebbe essere un amico. Mi permetto di pensare che laici e cattolici dovrebbero unire le forze per sconfiggere gli egoismi e gli opportunismi, oltre alle grandi questioni del mondo dove il terrorismo sembra dilagare e dove le guerre più o meno piccole, stanno imperversando ovunque, dando qualcosa in più di una semplice sensazione, come dice Papa Francesco, che stiamo già vivendo in piena terza guerra mondiale.
Dal mio piccolo sono disponibile, anche se sono consapevole che il mio ruolo sarebbe infinitamente più piccolo del suo, ma sento una modesta presunzione per guardare il mondo e sperare che tutto serva al positivo cammino dell’uomo e che
“insieme sì può, anzi si deve”.
Sono grato all’occasione che mi consente di formulare i migliori auguri di buon lavoro con un cordialissimo saluto di stima, rimanendo nella speranza di avere il grande piacere di poterla incontrare.