San Vincenzo: una delibera di alienazioni tutta da rivedere
SAN VINCENZO 26 novembre 2017 — Capiamo che la situazione finanziaria costringa il Comune di San Vincenzo a manovre d’emergenza ma l’elenco di alienazioni che sottopone al consiglio comunale è inconcepibile. Non tanto per le numerose piccole resedi intrappolate tra le urbanizzazioni quanto per due beni da vendere molto diversi tra loro ma con storie che testimoniano quanta approssimazione ed estemporaneità governi il settore urbanistico del nostro comune.
Vendere l’ex scuola di Rimigliano per farci ricettività turistica contraddice in modo palese gli indirizzi di cui si vantava la precedente amministrazione e suggella il fallimento urbanistico della pianificazione della tenuta di Rimigliano e della fascia a mare. L’area è stata acquisita dal Comune per funzioni di pubblico interesse e a lungo si è raccontata la bella fiaba dei servizi per il parco. Oggi il parco non esiste e sull’area l’amministrazione è così impreparata ad organizzare una pianificazione ampia e qualificata, che non trova di meglio da fare che concedere a qualcuno di realizzare una struttura turistica. Quale sia stata la ricaduta di pubblico interesse dell’acquisizione di quell’area adesso è un mistero. D’altra parte l’amministrazione si è dimostrata altrettanto approssimativa nella pianificazione dei 26 ettari ottenuti a monte di via della Principessa. Approssimazione e frammentarietà a dimostrazione dell’incapacità assoluta di leggere il territorio in modo unitario e gestirne le potenzialità mantenendo ben prioritario l’interesse pubblico su quelli particolari.
L’altra vendita incomprensibile è la rinuncia all’acquisizione di un’area ad oggi utilizzata come parcheggio da una struttura ricettiva. Leggiamo che la convenzione n° 285/97 prevedeva la cessione della superficie e adesso il Comune ritiene di non averne più bisogno. Tralasciando il mistero di aver vent’anni fa individuato qualche interesse pubblico a ottenere l’area a parcheggio di una struttura ricettiva, due sono le domande che sorgono spontanee. La prima è come mai ci si accorga solo oggi, a molti anni dalla realizzazione degli interventi previsti dalla convenzione, che l’area in oggetto avrebbe dovuto essere ceduta. La seconda è perché si preferisca un introito immediato e una tantum anziché l’effettiva acquisizione dell’area che potrà rappresentare un introito annuo per l’amministrazione tramite la riscossione della Cosap.
A tutela dei beni collettivi a disposizione del Comune, chiediamo la possibilità di analizzare bene, con una discussione approfondita che non riguardi solo la perizia estimativa ma coinvolga una strategia d’indirizzo e d’intervento più ampia, la delibera delle alienazioni.
Gruppo Consiliare di Assemblea Sanvincenzina