Sanità e sociale, bella modernità!

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pervenuta in redazione

SUVERETO 8 luglio 2015 — Le notizie che abbi­amo rice­vu­to in questi mesi del­la rior­ga­niz­zazione del­la san­ità toscana, han­no fat­to perdere ogni sper­an­za di rin­no­va­men­to e di atten­zioni reali ai bisog­ni del­la gente, tut­to viene scar­i­ca­to sulle spalle del cit­tadi­no che deve girare in ton­do e con le mani in tas­ca per avere risposte accetta­bili, sen­ten­do nelle orec­chie la stan­ca can­tile­na che vor­rebbe clas­si­fi­care la san­ità toscana come la migliore di tut­ta l’Italia. Dubito sem­pre di più, ma se così fos­se dovrem­mo dire solo: “povera Italia come sei ridot­ta”. Sono ormai com­ple­ta­mente offus­cati gli obi­et­tivi e la cul­tura di base che pone­va la rifor­ma del 1978, dove il cit­tadi­no era il pri­mo rifer­i­men­to e per il quale veni­va fat­to tut­to, per dare quelle risposte nec­es­sarie e utili per un servizio che parti­va dal ter­ri­to­rio e vede­va l’ospedale come strut­tura al servizio del ter­ri­to­rio medes­i­mo.
Oggi è esat­ta­mente l’inverso, tut­to si accen­tra, tut­to si cal­co­la non tan­to a par­tire dal­la qual­ità dei sevizi ero­gati, ma solo con il con­trol­lo del­la spe­sa per la buona pace del cit­tadi­no che ha bisog­no. Tem­pi di atte­sa lunghissi­mi fino all’assurdo, ter­ri­to­rio con sem­pre minori servizi, con la diag­nos­ti­ca lon­tano dall’essere quel­la eccel­len­za che dovrebbe e quel che è peg­gio tut­to viene ridot­to ver­so il bas­so, le sale oper­a­to­rie si chi­udono per le ferie, le anal­isi di lab­o­ra­to­rio fan­no il giro del­la provin­cia e via dicen­do.
Sul piano ammin­is­tra­ti­vo le cose non miglio­ra­no, anzi, si riduce anco­ra il numero delle ASL (con­fes­so che mi piace­va molto di più quan­do si chia­ma­vano Unità invece di Azien­da) di fat­to si riduce il liv­el­lo di con­fron­to del­la direzione, si restringe la democrazia nei pun­ti diri­gen­ziali. Tut­to si riduce, tut­to si assot­tiglia, facen­do pen­sare per ogni cosa che quan­do meno sono i parte­cipi alle deci­sioni meglio è, dis­eg­no questo che non solo non con­vince ma offende la cul­tura demo­c­ra­t­i­ca.
Quel che è peg­gio han­no pre­sen­ta­to un accor­do tra gli ospedali di Piom­bi­no e Ceci­na per una pro­gram­mazione uni­taria, speran­do che anche l’Elba sia partecipe del dis­eg­no, dan­do immag­ine che met­ten­do insieme tre debolezze fac­ciamo una forza, invece dovrebbe essere chiaro che tre debolezze insieme fan­no solo una grande debolez­za. Siamo anco­ra scioc­ca­mente anco­rati al dis­eg­no provin­ciale, con una miopia stra­biliante, quan­do è sem­plice capire che la nos­tra area, com­pre­sa l’Elba, dovrebbe far parte di una nuo­va orga­niz­zazione san­i­taria e sociale che vede coin­vol­gere le Colline Met­al­lif­ere, dove davvero si può pro­gram­mare una riduzione del­la spe­sa sen­za diminuire i servizi ero­gati e si potrebbe tornare a fare una polit­i­ca atten­ta ver­so il ter­ri­to­rio con una gius­ta esaltazione del sociale, vis­to il chiaro aumen­to delle neces­sità del­la popo­lazione, in virtù del notev­ole e gius­to allunga­men­to del­la vita.
Insom­ma ques­ta san­ità e questo sociale han­no bisog­no di essere riv­is­i­tati in maniera atten­ta e con­sapev­ole, per dare al ter­ri­to­rio quel­la forza adegua­ta per una serie di servizi che potran­no, questi si, far diminuire il bisog­no di ospedale e ridur­lo solo per le emer­gen­ze. Vedere fuori del­la nos­tra fines­tra è seg­no di aper­tu­ra e con­sapev­olez­za dei lim­i­ti che dis­eg­nano il nos­tro oggi, per tentare di con­tribuire alla costruzione di un futuro che sia all’altezza del nuo­vo, che par­ta pro­prio dalle esi­gen­ze col­let­tive con la qual­ità al pri­mo pos­to, la vera moder­nità dunque è nel vedere e riconoscere i nos­tri spaven­tosi lim­i­ti.
La polit­i­ca dorme son­no tran­quil­li, almeno fino alle prossime elezioni, allo­ra spet­ta ai Sin­daci, pro­prio per il ruo­lo che rico­prono, essere por­ta­tori delle vere esi­gen­ze dei cit­ta­di­ni e con­tribuire a costru­ire una pro­gram­mazione che altri­men­ti langue, ma lo ripeto fino all’ossessione, se non faran­no squadra ci faran­no essere sem­pre dal­la parte dei per­den­ti.

Wal­ter Gasperi­ni

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