Sanità già al capolinea subisce altri tagli
PIOMBINO 14 febbraio 2018 — Se, come sembra, dovrà esserci un taglio alla sanità toscana di 45 milioni, è supponibile che tali carenze di risorse potranno ripercuotersi principalmente sull’ambito costiero ed in particolare nell’area Piombino-Elba.
Purtroppo il depauperamento dei servizi sanitari ed ospedalieri in queste realtà è stato devastante, creando una notevole sperequazione con la Toscana centrale. Il tutto è avvenuto con la tacita accondiscendenza della politica locale, incapace di far valere le ragioni dei territori che rappresenta. I deficit dei reparti di urologia ed otorinolaringoiatria che hanno piena efficienza solo per metà settimana sono solo l’apice dell’iceberg; vi è una serie di carenze che oramai colpisce tutti gli ambiti, compresi quelli della medicina territoriale. Manca personale sanitario a tutti i livelli. Nonostante l’abnegazione e la professionalità degli addetti, non è possibile far fronte alle esigenze di un bacino d’utenza molto vasto che comprende l’Elba e la Val di Cornia. Giornalmente vi è un pellegrinaggio di autombulanze che conduce i pazienti, anche per patologie poco rilevanti, verso gli ospedali di Livorno, Pisa e Cecina. Talvolta, solo per semplici consultazioni specialistiche di pochi minuti, si devono sostenere viaggi di alcune ore a carico dell’azienda sanitaria. Basterebbe destinare le stesse risorse garantendo negli ospedali di Piombino e di Portoferraio la presenza di specialisti per tutta la settimana nell’arco delle 24 ore. La riorganizzazione della sanità toscana in aree vaste voluta dalla giunta regionale, ad oggi, non ha portato nessun vantaggio nelle zone marginali (Piombino-Elba), ma solo un evidente decadimento dei servizi e disagi pesanti per i malati. Non ispira fiducia neanche il nuovo “brand turistico Valli Etrusche”, la super società della salute che accorpa la Bassa Val di Cecina e la Val di Cornia. Dà l’idea di un prototipo ampliato delle cosiddette “case della salute”, tanto decantate, ma rimaste nel limbo senza mai funzionare concretamente. In provincia di Livorno la politica dei tagli e degli accorpamenti di servizi iniziò qualche anno fa con il tour delle provette, che, a detta dei tecnici regionali con il pieno appoggio dei governi locali, doveva essere il principio di un serio miglioramento della diagnostica a costi inferiori. Molti avevano dubbi che tale sperimentazione avrebbe conciliato risparmio ed efficienza. In realtà è stato proprio l’inizio di un peggioramento generalizzato che ha colpito tutti i settori. Le istituzioni elbane sono scese più volte in piazza insieme ai cittadini rivendicando il diritto alla salute, mentre tutta la Val di Cornia ed in particolare Piombino si sono assoggettate supinamente alle decisioni della Regione. Sarebbe opportuno capire i motivi perché tutto ciò sia stato accettato passivamente. Non vorremmo che ci siano dietro esigenze legate agli interventi regionali per altre questioni. Una specie di baratto: “metto da una parte e levo dall’altra”. Oramai l’unica garanzia di efficienza e tempestività è delegata alla sanità privata, che però non è accessibile a tutti, soprattutto in un momento di grave crisi economica e sociale. Un tempo la sanità pubblica era un cavallo di battaglia della sinistra, ora resta solo il centrodestra a tutelarla. Basti vedere il colore di gran parte dei sindaci elbani sempre in prima linea in difesa del loro ospedale. In Val di Cornia, a parte Suvereto, nessun amministratore è mai pervenuto (le poche volte che si sono mossi hanno sostenute le indifendibili scelte della giunta regionale).
Luigi Coppola