Sanità in Val di Cornia: un salto di qualità in basso
PIOMBINO 8 luglio 2016 — Accogliamo con piacere, dopo lunghi mesi di silenzio, l’intervento del Sindaco Giuliani, da noi chiamato in causa per la sua totale latitanza sul delicato tema della riorganizzazione della sanità in Val di Cornia. Tuttavia gli argomenti presentati dal Sindaco sono estremamente deboli e necessitano indubbiamente di un ulteriormente approfondimento.
Sulle liste di attesa non è certamente confortante sapere che tali indiscutibili ed intollerabili tempi siano mediamente più bassi rispetto ad altre realtà della stessa ASL (cosa che tra l’altro non ci risulta affatto) quando per l’effettuazione di una ecografia addominale, per fare solo un esempio, bisogna attendere fino ad ottobre del 2017.
Ma quello che lascia più perplessi è l’affermazione in cui il Sindaco Giuliani dichiara di essere da tempo impegnato, insieme ad altri colleghi della Val di Cornia, nel rilancio dell’ospedale di Piombino, quando le evidenze mostrano come, negli ultimi anni, ci sia stato un netto decremento dell’offerta dei servizi sanitari, come dimostrato da incontrovertibili dati (in termini, a esempio, di riduzione dei posti letti e dei servizi ambulatoriali). Smantellamento che è solo all’inizio se teniamo presente il forte ridimensionamento che attende l’ospedale e la sanità locale in virtù della prossima entrata in vigore del nuovo Piano di area vasta che, in ottemperanza alle rigorose linee guida del Decreto Balduzzi, provocherà una ulteriore notevole riduzione dei servizi sanitari piombinesi.
Il nuovo Piano sanitario regionale, che ha come obiettivo primario un forte risparmio economico nell’ambito della famigerata spending review„ ridistribuisce le risorse in base alla densità di popolazione delle varie zone della regione. Ma una politica sanitaria che si basi solo sulla densità abitativa senza tener conto altri fattori altrettanto importanti (come ad esempio la distanza dai centri erogatori di servizi sanitari fondamentali) sancisce definitivamente la distinzione tra cittadini toscani di serie A e d serie B. La riorganizzazione ospedaliera in rete Cecina-Piombino di fatto non fa altro che aumentare il disagio dei cittadini dal momento che la distanza fra i due centri non permette certamente di assicurare quei servizi essenziali senza difficoltà per gli utenti soprattutto più deboli, disagi che possono trasformarsi anche in eventi ad elevato rischio clinico.
In questo complesso contesto, le dichiarazioni del Sindaco di Campiglia Soffritti, presidente dell’Assemblea dei Soci della Società della salute, sembrano inserirsi in un gioco delle parti ormai estremamente consueto nel teatrino della politica. La Soffritti e gli altri colleghi sindaci PD condividono il disegno del Piano sanitario regionale targato Saccardi, salvo poi, timidamente, sollevare obiezioni su temi fondamentali che, di fatto, sono già ampiamente definiti nello stesso e che, se davvero fossero messi in discussione con forza, smentirebbero il nucleo centrale della riforma stessa. Come dire, va benissimo la riforma ma vogliamo assicurato il potenziamento delle cure delle malattie croniche, della rete di emergenza, della cardiologia e della maternità, in pratica tutto ciò che riguarda il potenziamento dell’offerta ospedaliera che proprio il Piano dell’area vasta ha già deciso di ridimensionare in base ai rigorosi numeri della Balduzzi. Ergo, la riforma regionale va benissimo ma solo se non applicata al nostro territorio.
Approfittiamo di questa occasione per una risposta alla cortese replica della dottoressa Cioncoloni della Federazione del PD. La responsabile sanità della Federazione sottolinea come il PD locale sia impegnato da più di un anno nel sostenere la riqualificazione e ristrutturazione della sanità, impegno probabilmente tardivo, considerando il suddetto forte ridimensionamento dell’offerta sanitaria piombinese osservato negli ultimi anni (in cui la guida politica era sempre PD). Il progetto della rete, che pure riconosciamo essere stato frutto di un lavoro complesso ed articolato, può essere considerato vincente solo nel momento in cui tale organizzazione permetta un salto di livello della sanità locale in termini sia di qualità che di quantità, come una medicina moderna ed efficiente richiederebbe. In realtà il significato di rete per la Regione è un altro ed è fondamentalmente un espediente per ridistribuire i stessi servizi su un territorio più ampio, di fatto ridimensionando notevolmente l’offerta di entrambi i nosocomi e questo, tenendo presente la già sottolineata distanza tra i due ospedali, è inaccettabile.
Per quello che riguarda la critica della dottoressa Cioncoloni sulla mancanza di proposte da parte delle opposizioni, giova ricordare che non è ruolo delle forze di opposizione proporre alternative, soprattutto in un contesto dove l’opposizione è sempre stata emarginata e mai coinvolta in alcuna iniziativa in merito. Tuttavia siamo consapevoli che l’obiettivo di una buona sanità sia primario ed imprescindibile per i cittadini e non debba essere, giocoforza, terreno per scontri ideologici. Saremo ben felici ed i primi a rallegrarci nel caso in cui gli amministratori ed i politici locali, anche di parte avversa, saranno in grado di portare avanti una politica illuminata e responsabile che abbia, come fine ultimo, la tutela della salute della propria comunità. Cosa che, allo stato attuale, sembra essere ancora una chimera.
Forza Italia, coordinamento Val di Cornia