Sanità moderna, sanità necessaria
SUVERETO 3 dicembre 2014 — Parlare di sanità è sempre difficile e si scontra con situazioni oggettive che debbono fare i conti con la perenne mancanza di risorse finanziarie e dall’altra un aumentato bisogno di assistenza qualificata che l’allungare della vita richiede in maniera naturale. Da tempo stiamo parlando di necessità attuali e future che vedono gli ospedali periferici sempre in perenne crisi con grandi difficoltà di funzionamento e garanzie sulle cose che i cittadini chiedono, pensiamo alle interminabili liste di attesa solo per vedere un parte.
Devo ammettere che da parecchio tempo mi trovo in disaccordo con le scelte fatte dalla politica nel campo del sociale e del sanitario, scelte che ogni giorno ci hanno fatto assistere al decadimento di servizi importanti, soprattutto nel sociale, che i comuni non hanno più condizioni di sostenere tutto il bisogno reale, ma anche per gli ospedali vi sono molte cose da dire. A mio modesto parere è proprio il concetto fondamentale che deve cambiare, gli ospedali debbono tornare ad essere strutture per l’emergenza e al totale servizio del territorio, così come le voleva la riforma del 1978. Si dovrebbe avere punti di diagnostica con qualità molto elevata e veloce, ed invece abbiamo perso molto nella ricerca del grande “luminare” per fare delle piccole eccellenze, senza storia e con difficoltà a reggere il confronto e la stessa positività delle risposte.
Fare i conti con le risorse economiche dovrebbe anche imporre una capacità di analisi su tutto, partendo dalla tanta attesa cancellazione delle province, che tanti danni anno prodotto in aree come la nostra che siamo ai margini esterni dei confini anacronistici costituiti dalle vecchie divisioni amministrative, fino ad oggi è stato impedito di dialogare con realtà che invece avevano le stesse nostre peculiarità e potevamo insieme trovare adeguamenti positivi. Mi riferisco alle Colline Metallifere e alla Val di Cornia, che nelle politiche sanitarie già avevano provato nel 1994 a farsi riconoscere una Usl autonoma rispetto alle divisioni provinciali ma che di fatto venne impedito proprio da quegli anacronistici confini.
Ora le province si possono dare per cancellate per sempre, in attesa della modifica Costituzionale, ma già oggi sono dirette solo da sindaci e consiglieri comunali, quindi cambia musica rispetto alla vecchia concezione sopra i comuni. Dobbiamo liberare i lacci che hanno impedito lo sviluppo adeguato di un’area, anche in campo sanitario, ed allora diventa percorribile una strada che vede una giusta razionalizzazione dei presidi ospedalieri, chiudendo Piombino e Massa M.ma, puntando ad una struttura in posizione baricentrica, possiamo produrre risparmio ma anche dare risposte adeguate ai tanti bisogni.
L’auspicio è che i Comuni sappiano mettere in campo un confronto serio e approfondito su queste tematiche, programmando un diverso modo di concepire le attività socio sanitarie facendo centro sul territorio e vedendo l’ospedale all’esclusivo servizio di questa impostazione, elevando al massimo la diagnostica e sapendo aiutare i tanti nuovi bisogni che derivano dalla nuova società. In questi giorni ho avuto il piacere di leggere un documento firmato dai gruppi politici di Follonica, Partito Socialista, Verdi e Gente di Follonica, che andava precisamente in questa direzione. È davvero un buon inizio non perdiamo altro tempo, dobbiamo mettere le basi di una servizio socio-sanitario che sia ll’altezza dei bisogni e delle aspettative della gente, portando massima qualità ed una decisa diminuzione della spesa.
Walter Gasperini