Sanità spogliata foglia foglia come un carciofo
PIOMBINO 6 ottobre 2015 — Gli uomini sono uguali per natura. Se condividiamo e partiamo da questa elementare proposizione possiamo continuare con il dire che la natura ha fatto gli uomini così uguali nelle facoltà del corpo e della mente che, sebbene è possibile trovare talvolta un uomo più forte fisicamente o di mente più acuta di un altro, se mettiamo tutto insieme, la differenza tra uomo e uomo non è così marcata che un uomo possa di conseguenza pretendere per sé qualche beneficio che un altro non possa reclamare tanto quanto lui.
Come si può allora accettare che una parte consistente dei servizi sanitari realizzati in Val di Cornia a beneficio dei suoi cittadini siano smantellati piano piano, volta volta, come si fa foglia foglia con il carciofo?
L’ultima è che le nostre donne molto probabilmente non potranno più partorire a Piombino ma per farlo dovranno recarsi a Cecina. Questo messaggio che campeggia in questi giorni su tutti i quotidiani locali è stato lanciato durante un sopralluogo a Villamarina da alte autorità istituzionali e sanitarie. Quindi, dopo la perdita di unità operative come l’oculistica, l’otorino, il laboratorio, il centro trasfusionale, l’urologia, l’anatomia patologica e la pediatria, siamo sul punto di aggiungere quella dell’ostetricia e ginecologia.
In tutta onestà io credo che nessuno si assumerà questa responsabilità. Una cosa così contraria alla ragione i nostri governanti non avranno mai il coraggio di farla perchè nemmeno la politica è capace di una tale assurdità. Forse servirà a qualcuno per prendersi il merito di aver eliminato la paventata sciagurata decisione che naturalmente sarà connotata, come sempre, quale frutto di una mente sconosciuta e lontana.
Ma il punto non è se domani si partorirà a Piombino. Il nocciolo della questione è se il parto a Piombino, domani come ora, sarà sicuro come quello effettuato a Livorno, Cecina, Pontedera.
Questo tema è uscito dall’ombra perchè l’assessora regionale alla sanità Stefania Saccardi ha affermato che si sta ragionando intorno alla possibile chiusura della maternità a Piombino «…non per una questione antieconomica ma per motivi di sicurezza…».
Ma cosa vuol dire quanto affermato dall’assessora alla presenza degli altri responsabili istituzionali e sanitari livornesi ? Di quale sicurezza sta parlando? Di quella della mamma che partorisce, del bimbo che nasce, degli operatori sanitari che finora hanno operato nella strutura, della sicurezza di chi, allora ?
Perchè viene spontaneo, dopo aver letto quelle parole, chiedersi se attualmente i parti a Piombino avvengono senza alcun rischio o per essere più precisi con i rischi naturali, da tutti conosciuti, che sempre ci sono durante questi eventi.
Non si penserà mica che mentre qui da noi, nel nostro ospedale, si mette a repentaglio la salute delle persone, nel frattempo chi ha responsabilità istituzionale sta riflettendo sul da farsi?
E in attesa di questa riflessione che le nostre donne dovrebbero fare finta di nulla?
State scherzando, vero? Sappiate in ogni caso che certi scherzi non hanno buona accoglienza, tutt’altro.
Per fortuna, però, le cose non stanno certamente così perché è fuor di dubbio che i parti sia naturali che cesarei a Villamarina sono sicuri così come in qualsiasi ospedale della Toscana. E i parti a rischio che necessitano di una neonatologia possono benissimo essere dirottati verso strutture più complesse, come del resto è stato sempre fatto. E dunque perchè questi falsi allarmi, perchè spaventare i cittadini, perché insinuare sospetti la dove non c’è davvero bisogno?
Difficile capire il perché di tanta superficialità. Io penso che molti nostri rappresentanti ricoprano un ruolo a loro non adatto. In parole semplici ritengo troppo alto lo scalino sul quale sono montati, o, meglio, troppo grande è il perimetro dell’impegno che il caso ha voluto loro assegnare.
Forse Rossi ha distribuito cariche senza la dovuta ponderazione. Ora dovrebbe fare una riflessione seria su questa materia e dovrebbe rammentare, considerata la sua proclamata amicizia e vicinanza a Piombino, che la nostra città ha diritto ad essere trattata come avviene per Pontedera o Montevarchi o Figline Valdarno.
Come accennavo all’inizio gli uomini sono uguali per natura e per questo hanno diritto allo stesso trattamento da parte dei governanti, soprattutto in ambito sanitario, là dove si tutela la loro salute, bene assolutamente primario.
Che le istituzioni non dimentichino questo assunto perché sarebbe un peccato mortale non distribuire equamente le risorse riservate alla sanità della Toscana.
Condivido appieno le considerazioni come pure l’ironia pungente e amara. Penso anche io che non avranno il coraggio di andare fino in fondo: la scelta sarebbe troppo impopolare. Sicuramente l’operazione si concluderà con una rivendicazione di successo politico strappato agli imperativi della razionalizzazione. Rimane la ferita di una foto di amministratori sorridenti e soddisfatti, rimane la ferita delle affermazioni dell’assessora Saccardi sulle inappropriatezze, sulla mancanza di sicurezza, rimane la leggerezza di certe affermazioni, rimane la scarsa empatia con le problematiche connesse a un evento tanto delicato e importante nella vita di una donna. Ma sia, ormai la politica ha ceduto il passo ai tecnici e questo è quanto. I dati, quelli relativi alla sicurezza del parto, non quelli realtivi ai numeri (che tra l’altro sono inesatti perchè calcolati ad oggi e non a fine anno) dovrebbero dire che a Piombino si partorisce come da altre parti: esiste la possibilità di un parto cesareo d’urgenza, esiste un’assistenza rianimatoria e pediatrica h24: esiste cioè la garanzia di poter gestire un’emergenza. Ed esiste la possibilità del trasferimento in urgenza presso strutture di livello superiore più adeguate. Per la neonatologia, come per la cardiologia, come per la neurochirurgia, come per la traumatologia. Il nostro ospedale ormai eroga solo prestazioni di l° livello e sono quasi quotidiani i trasferimenti effettuati in urgenza (elicottero o ambulanza) verso centri di alta specializzazione. Il parto, a meno che non ci siano criticità presenti già in fase di gestazione, è un evento ordinario e una struttura come la nostra è benissimo in grado di garantirne la sicurezza. Almeno, ne siamo sempre stati convinti. Se invece i nostri amministratori ritengono che così non sia, se ne assumano la responasabilità: anche delle parole pronunciate con leggerezza.
Cara Carla, caro Luigi,
il vero non sta tutto da una parte o tutto dall’altra. Ognuno di voi, come pure l’assessora Saccardi, afferma cose vere e giuste ed altre non reali o realistiche. C’è il rischio di fuorviare l’opinione delle persone che vi leggono. Credo che chi vuole esprimersi pubblicamente su una qualunque importante questione di rilevanza sociale dovrebbe prima farne una analisi approfondita anche con l’apporto “tecnico” di chi la questione la conosce nel più minuto dettaglio.
E’ possibile che la chiusura sia un disastro per la popolazione come invece potrebbe essere la soluzione migliore. Ma prima di capirlo occorre, appunto, una analisi con metodo “scientifico”, non emozionale, per valutare vantaggi, svantaggi, rischi, alternative, soluzioni. E di ogni affermazione dare una prova, una dimostrazione, un esempio.
Credo di poterlo dire garantito nella mia imparzialità dalle mie tante battaglie per i diritti delle donne e per la difesa negli anni della Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Piombino.