Sant’Albinia tra affitti contestati, cessioni e cause

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PIOMBINO 18 mar­zo 2016 – Più che un camp­ing dalle tan­to sbandier­ate prospet­tive di svilup­po la strut­tura comu­nale di Sant’Albinia, sul­la via del­la Principes­sa, rischia di trasfor­mar­si nel ter­reno di dis­pu­ta tra avvo­cati con esi­ti incer­ti e con sicuri ricor­si alle casse comu­nali.
Di recente il con­siglio comu­nale di Piom­bi­no, non sen­za la decisa oppo­sizione delle mino­ranze, ha approva­to la ven­di­ta del camp­ing il cui val­ore è sta­to sti­ma­to in quat­tro mil­ioni di euro. Va det­to che la ces­sione, che con­trad­dice tutte le buone inten­zione espresse al momen­to dell’acquisto, pare non avere un per­cor­so pro­prio in disce­sa. A parte le dif­fi­coltà di trovare un investi­tore inten­zion­a­to a spendere in una strut­tura in gran parte da rimod­ernare e ricol­lo­care sul mer­ca­to, la ven­di­ta incon­tra l’ostacolo dell’attuale gestore che il Comune vuole sfrattare ma che nel frat­tem­po res­ta nel­la strut­tura. È qua­si cer­to che occor­ra un provved­i­men­to del­la mag­i­s­tratu­ra per super­are l’impasse. Per capire si deve ricor­dare che il pri­mo aprile 2014 la Piom­bi­no Pat­ri­mo­ni­ale, soci­età in house del Comune di Piom­bi­no,  stip­ulò un con­trat­to di affit­to del campeg­gio con una soci­età di Cas­tiglion­cel­lo. La dura­ta avrebbe dovu­to essere tri­en­nale ed il canone ann­uo sarebbe sta­to di 161mila 220 euro. Un anno e mez­zo dopo tut­to però pre­cip­itò in quan­to il locatario, sec­on­do le carte del Comune, si dimostrò moroso. Al pun­to che il 4 dicem­bre 2015, la giun­ta di Piom­bi­no, dopo alcu­ni sol­leciti di paga­men­to sen­za esi­to, adot­tò una delib­era con la quale uni­lat­eral­mente con­sid­erò risolto il con­trat­to stip­u­la­to nel 2014 e con­tes­tual­mente deliberò di bandire una nuo­va gara per la locazione del campeg­gio nel bien­nio 2016–2017. Per agevolare la parte­ci­pazione gli asses­sori decis­ero di abbas­sare il canone di affit­to pas­sato a 120mila 915 euro. Da notare che la gara veni­va effet­tua­ta sen­za che mate­rial­mente la Piom­bi­no Pat­ri­mo­ni­ale, ovvero il Comune, avesse la disponi­bil­ità del bene sul quale nel frat­tem­po era in cor­so una causa con il vec­chio affit­tuario.
Il ban­do deciso a dicem­bre 2015 andò però deser­to costrin­gen­do la giun­ta a delib­er­are una nuo­va gara per affittare il campeg­gio solo per il 2016. Nel­l’at­to, adot­ta­to il 3 feb­braio scor­so, il canone di affit­to venne anco­ra ridi­men­sion­a­to (60mila 350 euro) e il ter­mine ulti­mo per pre­sentare le domande di parte­ci­pazione fu sta­bil­i­to nel 4 mar­zo. Tut­to las­ci­a­va prevedere che di nuo­vo non vi fos­sero impren­di­tori inten­zionati a gestire il campeg­gio, quan­do, un’ora pri­ma del­la sca­den­za del­la gara, Gian­car­lo Lodovi­ci, ammin­is­tra­tore di una neona­ta soci­età denom­i­na­ta “Tur­is­ti­ca piom­bi­nese”, bussò alla por­ta del pres­i­dente del­la Piom­bi­no Pat­ri­mo­ni­ale, Vale­rio Rossi e gli pre­sen­tò la bus­ta con la pro­pria offer­ta.
Lodovi­ci ha rac­con­ta­to del rifi­u­to di Rossi ad accogliere il pli­co adducen­do moti­vazioni diverse. È fini­ta che l’amministratore del­la “Tur­is­ti­ca piom­bi­nese” ha prete­so ed ottenu­to una dichiarazione dal Comune per pot­er dimostrare la pro­pria visi­ta per la con­seg­na del pli­co nei ter­mi­ni utili e per avere nero o bian­co le moti­vazioni del rifi­u­to.
Scon­ta­to il pas­so suc­ces­si­vo: Lodovi­ci ha con­sul­ta­to i pro­pri legali e così il Comune si tro­va oggi ad dover affrontare un’altra causa per il campeg­gio. La cui prossi­ma aper­tu­ra esti­va diven­ta forte­mente a ris­chio con­siderati i tem­pi del­la gius­tizia e l’imminente inizio del­la sta­gione tur­is­ti­ca. Come direbbe Totò: “E io pago…”

 

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