"Sì" E "NO" ALLA CANCELLAZIONE DELLA SCUOLA. NOI DICIAMO "NO"

Dopo 74 anni spada di Damocle sulle “Marconi”

· Inserito in News dal territorio

VENTURINA 1 set­tem­bre 2014 — La scuo­la ele­mentare “Gugliel­mo Mar­coni”, la pri­ma vera scuo­la di Ven­tu­ri­na, rien­tra nei piani dell’amministrazione comu­nale di Campiglia per la sua dis­mis­sione e la sua ven­di­ta. L’area in cui sorge, una delle prin­ci­pali aree ver­di nel cen­tro abi­ta­to, ver­rà des­ti­na­ta ad altri scopi, non esclusa la pos­si­bil­ità di un com­ple­to ria­dat­ta­men­to dell’edificio per ricavarne allog­gi e fon­di com­mer­ciali.
E’ indub­bio che l’edificio, risalente al 1940, abbia un val­ore sim­bol­i­co eccezionale per il paese: dalle aule delle “Mar­coni” sono pas­sate intere gen­er­azioni e intere clas­si di inseg­nan­ti. La memo­ria che la scuo­la rap­p­re­sen­ta cos­ti­tu­isce un pat­ri­mo­nio comune da sal­va­guardare comunque. banchiAnche in pre­sen­za di un prog­et­to, come quel­lo del Comune di Campiglia, che vuol riu­nire le scuole in un polo uni­co nei pres­si dell’attuale edi­fi­cio Alto­bel­li.
Di fronte all’eventualità di una scom­parsa di una scuo­la stor­i­ca, la nos­tra riv­ista ha deciso di pren­dere una posizione chiara e net­ta. “Stile libero” è schier­a­ta a dife­sa delle “Mar­coni” e, nei lim­i­ti delle sue pos­si­bil­ità, non farà man­care il pro­prio appog­gio ad ogni inizia­ti­va lecita a dife­sa dell’istituto.
Abbi­amo chiesto a Gian­fran­co Benedet­ti­ni, che da sem­pre si occu­pa con pas­sione di ogni ricer­ca stor­i­ca che inter­es­si il com­pren­so­rio, un arti­co­lo sul­la vita del­la scuo­la ele­mentare “Mar­coni”. Gian­fran­co ci ha pre­sen­ta­to un otti­mo lavoro pre­scinden­do dal­la sua posizione che è favorev­ole alla trasfor­mazione del­la scuo­la. Per questo lo ringrazi­amo.
Restando ferme le nos­tre con­vinzioni, abbi­amo altresì deciso, in nome del plu­ral­is­mo e del­la com­pletezze delle infor­mazioni, di unire ad un arti­co­lo del nos­tro Nic­colò Pini, favorev­ole al man­ten­i­men­to delle Mar­coni, anche un sec­on­do “pez­zo” di Benedet­ti­ni nel quale egli spie­ga le ragioni per le quali si è schier­a­to per la trasfor­mazione dell’area del­la scuo­la.
Qui di segui­to potrete trovare la sto­ria delle Mar­coni ed i due arti­coli di Pini e di Benedet­ti­ni.

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LA STORIA     
E alla fine la scuola fu costruita

di Gianfranco Benedettini

Ven­tu­ri­na 1 set­tem­bre 2014 — La sto­ria delle scuole ele­men­tari “Gugliel­mo Mar­coni” di Ven­tu­ri­na Terme ha dei prece­den­ti che si legano alla cresci­ta urbana e civile del­la cit­tad­i­na che la ospi­ta e che vale la pena ricor­dare. Il 1 giug­no 1973, nell’ambito del­la Fiera-mostra, si svolse un dibat­ti­to sul mio libro “Il pas­sato come pre­sente”. Pao­lo Benes­peri, inter­ve­nen­do sul capi­to­lo ded­i­ca­to alla scuo­la, citò una frase :”…Così, nel set­tem­bre del 1921, il Comune pren­de­va due stanze pres­so il Palaz­zo Angi­oli­ni, in Piaz­za del Popo­lo; provviste di acqua pota­bile e latrine al prez­zo di £ 49,00 men­sili di affit­to…”.
Benes­peri con­cluse affer­man­do che la situ­azione di allo­ra (erava­mo nel 1973) vede­va decine di aule sparse nei vari pun­ti dei cen­tri abi­tati del Com­pren­so­rio, ma non vere e pro­prie scuole.
Un po’ come accade­va nel 1921.
La sto­ria dell’edilizia sco­las­ti­ca di Ven­tu­ri­na, però, ave­va dei prece­den­ti legati all’aumento del­la sua popo­lazione e alla mag­giore pre­sa di coscien­za per servizi sociali ed educa­tivi all’altezza del­la situ­azione di allo­ra.
Infat­ti, nel­lo stes­so libro, ripor­ta­vo altri momen­ti legati alla scuo­la del pas­sato. Un reso­con­to dei Commes­si al cen­si­men­to del 1881, dove si ricor­da­va la mag­giore fre­quen­za degli alun­ni alle scuole, la man­can­za di scuole nel “piano”, cioè la pia­nu­ra, che, ormai, si sta­va popolan­do.

Dal­l’in­ter­pel­lan­za del 1890

Una inter­pel­lan­za riv­ol­ta al sin­da­co, il 6 giug­no 1890, dal con­sigliere Iacopo Daniel­li, chiede­va l’istituzione di una scuo­la ele­mentare a Ven­tu­ri­na sospin­ta da “…il voto espres­so da tan­ti di famiglia…” men­tre il Comune priv­i­le­gia­va l’altra frazione, San Vin­cen­zo, “…che con­ta una popo­lazione assai gran lun­ga mag­giore di quel­la van­ta­ta da Ven­tu­ri­na…”.
Una “scuo­la” fu aper­ta nel 1893, affi­da­ta alla maes­tra Casilde Ravagli “…alla quale saran­no riconosciute lire cen­to per spese di pulizia. Provvista di acqua pota­bile e arti­coli di can­cel­le­ria che alla Ven­tu­ri­na costano più che altrove, al pos­to delle 35 già asseg­nate…”.

La scuola come era subito dopo guerra

La scuo­la come era subito dopo guer­ra

Nel 1897, il con­sigliere Narsete Palli­ni, chiede­va che “…la scuo­la mista del­la Ven­tu­ri­na sia clas­si­fi­ca­ta come obbli­ga­to­ria, per­ché con­sid­era del­la più alta impor­tan­za la mag­giore pos­si­bile esten­sione dell’insegnamento popo­lare…”.
Dai e poi dai, il Comune si mosse “…reclam­a­to negli effet­ti inscindibili dell’igiene e dell’insegnamento…” deci­den­do di prog­ettare un edi­fi­cio sco­las­ti­co pro­prio dove si trovano oggi le Mar­coni. Era il 1908. Per l’accesso si preferi­va l’attuale via Mar­coni in luo­go dell’Aurelia, per­ché la via col­le­ga­va Ven­tu­ri­na a Cal­dana. Non se ne fece di nul­la. Le petizioni si susseguiv­ano, le proteste pure ma le “scuole” rimanevano dove era­no: in luoghi di for­tu­na. La più nota rimane quel­la di via Cer­ri­ni, sul retro di Casa Bernar­di­ni, ove inseg­na­va la “maes­tra” Zaira Tes­tai.
Una fotografia del tem­po ci fa vedere l’intera sco­laresca: un nugo­lo di “bam­bi­ni” attac­cati alle gonnelle del­la don­na. La scuo­la “vera” dove­va nascere dove oggi si tro­va la caser­ma dei cara­binieri “…dis­tante dal paese per non arrecare dis­tur­bo alle lezioni…” dice­va la relazione dell’ingegner Aulo Nic­col­i­ni incar­i­ca­to del prog­et­to. Un edi­fi­co che, in misura più ridot­ta, assomigli­a­va alle scuole Alighieri di Piom­bi­no.

L’avven­to del fas­cis­mo
Il pro­gram­ma del sin­da­co Giuseppe Mus­sio, prevede­va la costruzione di alcune scuole, ma non ci fu tem­po per l’avvento dei fascisti alla gui­da del Comune. Anche loro ave­vano pre­vis­to scuole nuove, sia a Ven­tu­ri­na che nelle cam­pagne.
Aggiun­go una nota sul­la Chiesa di cui, per­al­tro, Ven­tu­ri­na era pri­va. Anche qui, proteste e petizioni, fino alla posa del­la pri­ma pietra avvenu­ta il 25 set­tem­bre 1922 e ulti­ma­ta nel luglio 1930. Nel cor­so del dibat­ti­to, cui ho accen­na­to all’inizio, don Gian­fran­co Cir­il­li sot­to­lineò l’importanza del­la chiesa e del­la scuo­la per un paese in cresci­ta come era Ven­tu­ri­na.
Il fas­cis­mo man­tenne la paro­la. Nel 1925, decise di real­iz­zare la scuo­la nel­lo stes­so luo­go pre­vis­to dall’ingegner Nic­col­i­ni. Poi, ci ripen­sò.
Il 19 novem­bre 1929, prese la deci­sione “fatale”: si real­izzi­no le scuole!
Al plu­rale, sì! Ven­tu­ri­na, Cafag­gio, Casalap­pi, Chiusagrande e Bis­er­no di Rim­igliano Lad­dove non ce n’era nem­meno una, ci sareb­bero state ben cinque! L’ingegner Lui­gi Baschieri, il 29 mag­gio 1933, pre­sen­tò il prog­et­to defin­i­ti­vo. Esso col­lo­ca­va la scuo­la dove si tro­va oggi: sul­la via Aure­lia. Un solo prog­et­to per tutte e cinque. Chi di noi ha conosci­u­to quelle di Cafag­gio e Casalap­pi ricor­da bene la loro strut­tura: iden­ti­ca a quel­la di Ven­tu­ri­na. L’ingegner Otel­lo Pam­pana portò a ter­mine la costruzione: 8 aule su due piani, due ingres­si, 4 fine­stroni sul davan­ti e sul retro, un muro a mo’ di pro­tezione, un gia­r­dinet­to sul davan­ti, uno spazio sul retro, una palestra un poco dis­cos­ta dall’edificio sco­las­ti­co.
La dit­ta Bia­gi di Mas­sa Marit­ti­ma, real­iz­zò l’opera che, nel 1937, fu inti­to­la­ta a Gugliel­mo Mar­coni, dece­du­to pro­prio in quell’anno.

L’in­au­gu­razione e la guer­ra
La scuo­la venne inau­gu­ra­ta il 28 aprile 1940. Un mese dopo, la dichiarazione di guer­ra al mon­do intero. La scuo­la fun­zionò per un po’ di tem­po, poi chiuse. Fu “occu­pa­ta” dagli Alleati, il 25 giug­no 1944 e ria­per­ta nell’ottobre suc­ces­si­vo.
Negli anni Ses­san­ta del sec­o­lo scor­so, il Comune la dotò di altre quat­tro aule, costru­ite sul­la parte destra, nel retro di essa.
Io, da asses­sore, ridus­si ad aula l’ingresso di destra, uguale feci anche per la palestra, nel ten­ta­ti­vo di elim­inare i doppi turni e le “scuo­line” dis­sem­i­nate nel paese. Via dei Mille: 8 aule e servizi; Tufa­ia: quat­tro aule e servizi; via Mazzini:quattro aule e servizi. Ven­tu­ri­na aumen­ta­va a vista d’occhio, la sua popo­lazione pure, i gio­vanis­si­mi cresce­vano di numero. Aumen­ta­vano anche le neces­sità, le richi­este di nuovi e migliori servizi.
Furono gli anni del­la nasci­ta delle scuole comu­nali dell’infanzia e del­l’asi­lo nido. E, non bas­ta­vano mai. Real­iz­zazioni giunte quan­do la popo­lazione sco­las­ti­ca pre­tende­va di più. Sem­pre in ritar­do. Il 26 set­tem­bre 1979, fu inau­gu­ra­ta la scuo­la “Argenti­na Alto­bel­li”, real­iz­za­ta nell’ambito di un prog­et­to per un Cen­tro Comu­ni­tario Sco­las­ti­co che, nel tem­po, ha vis­to real­iz­zarsi l’asilo nido, le mater­ne, il cen­tro gio­vani, la sede dell’ A.S.L. Siamo, come si vede, al tem­po attuale.
Gio­va ricor­dare che negli anni Ses­san­ta ven­nero real­iz­zate le scuole Medie e fu aper­to, in via Cer­ri­ni, un Isti­tu­to pro­fes­sion­ale per l’agricoltura e la mec­ca­ni­ca, mis­era­mente e des­o­lata­mente abban­do­na­to, seg­nale visi­vo di un degra­do incon­cepi­bile e stu­pe­facente.
Infine, sulle scuole ele­men­tari Mar­coni, oltre a me, ha scrit­to Coral­do Cav­ic­chi nel suo libro “Fas­cis­mo e Resisten­za” e, pro­prio quest’anno, Gian­lu­ca Cameri­ni e Francesca Pec­cianti nel libro “La scuo­la dei ven­turi­ne­si”.
Gli ele­men­ti per la mag­giore e, forse, migliore conoscen­za di ques­ta impor­tante strut­tura sono questi. E, qui, met­to il pun­to.

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SONO CONTRARIO 
“Giù le mani dal quelle aule”

di Niccolò Pini

VENTURINA 1 set­tem­bre 2014 — Quan­do una scuo­la chi­ude è sem­pre un avven­i­men­to mal­in­con­i­co; le scuole sono per natu­ra luoghi di ricor­di, con­teni­tori di una parte impor­tante del­la nos­tra giovinez­za. Ogni vol­ta che pas­si­amo davan­ti a quegli edi­fi­ci scor­rono nitide le immag­i­ni di quei giorni pas­sati tra quelle mura. Chi­ud­ere una scuo­la sig­nifi­ca speg­nere la vita del luo­go dove si tro­va: le risate dei bam­bi­ni, i col­ori delle cartelle, i pal­loni che rotolano, il bruli­care di per­sone all’entrata e all’uscita, le inseg­nan­ti che vig­i­lano, i bidel­li che urlano, i non­ni che aspet­tano. A volte chi­ud­ere un com­p­lesso sco­las­ti­co è nec­es­sario, il roman­ti­cis­mo si scon­tra con la dura realtà di un edi­fi­cio peri­colante o con un numero di stu­den­ti insuf­fi­ciente o con la man­can­za di inseg­nan­ti. Non è il caso del­la Scuo­la ele­mentare “Gugliel­mo Mar­coni” di Ven­tu­ri­na.

La pre­vi­sione del Rego­la­men­to urban­is­ti­co
Nel Rego­la­men­to urban­is­ti­co approva­to nel 2011 è sta­to pre­vis­to che l’edificio dovrà essere ven­du­to, ne sarà costru­ito uno nuo­vo in un’area dove sono già pre­sen­ti altri edi­fi­ci sco­las­ti­ci, al pos­to dell’istituto nascer­an­no uffi­ci, negozi e abitazioni. Per chi non conosce “le Mar­coni” (come dicono i ven­turi­ne­si) è dif­fi­cile spie­gare cosa rap­p­re­sen­tano, ma se solo ci si sof­fer­ma a ram­mentare la sua sto­ria si com­prende il val­ore che quell’edificio ha per Ven­tu­ri­na Terme.
Ven­tu­ri­na è un paese rel­a­ti­va­mente gio­vane, poco più di 150 anni, cresci­u­to sull’asse del­la via Aure­lia che ne cos­ti­tu­isce la spina dor­sale e sul­la pre­sen­za del­la stazione del­la “Fer­rovia Marem­mana” di Campiglia Marit­ti­ma. Dai pri­mi del ‘900 Ven­tu­ri­na basa molto del­la sua esisten­za sull’economia agri­co­la che cresce velo­ce­mente con­cen­tran­dosi sul­la pro­duzione di olio, di gra­no, dei fieni e del pomodoro (anco­ra esistente la fab­bri­ca dis­cen­dente dell’Arrigoni). In questo con­testo di paese rurale-agri­co­lo, come ricor­da lo stori­co cit­tadi­no Coral­do Cav­ic­chi nel libro Fas­cis­mo e resisten­za, “…Ven­tu­ri­na non ha mai avu­to impianti sco­las­ti­ci deg­ni di pot­er­si ritenere tali…”. La popo­lazione cresce­va e le scuole era­no rica­vate in vec­chi stan­zoni di palazzi o mag­a­zz­i­ni, così nel 1938 le autorità didat­tiche provin­ciali e il Comune di Campiglia decis­ero di dare vita alla costruzione di un nuo­vo com­p­lesso sco­las­ti­co. Nacque così nel 1940 la scuo­la Ele­mentare “Gugliel­mo Mar­coni”. Sit­u­a­ta pro­prio sul­la via Aure­lia, con la tipi­ca architet­tura del ven­ten­nio fascista, dota­ta del­la palestra, unirà gen­er­azioni di ven­turi­ne­si fino ad oggi.

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La scuo­la “Gugliel­mo Mar­coni” come appare oggi

L’al­bum del­la memo­ria
Le Mar­coni sono la scuo­la pub­bli­ca per eccel­len­za che ha edu­ca­to e vis­to crescere non­ni, padri e figli, che ha vis­to crescere l’Italia: inau­gu­ra­ta dai fascisti, ha ospi­ta­to gli alleati amer­i­cani per la Lib­er­azione, ha vis­to nascere la Repub­bli­ca, essendo sede del ref­er­en­dum Monar­chia-Repub­bli­ca e di tutte le altre elezioni avute fino ad oggi. Ognuno di noi ha nel­la memo­ria un album pri­va­to di ricor­di feli­ci e spes­so questi si riferiscono alla vita sco­las­ti­ca. Ecco cosa rap­p­re­sen­ta questo edi­fi­cio per Ven­tu­ri­na: la scuo­la Mar­coni, come il fran­toio e il Con­sorzio agrario, è un edi­fi­cio che nasce come stru­men­to di una soci­età ma a cui il tem­po ha attribuito un val­ore iden­ti­tario per gli abi­tan­ti e per il paese stes­so, la cui gio­vane sto­ria non è tes­ti­mo­ni­a­ta da mon­u­men­ti o da opere d’arte, ma dagli edi­fi­ci del vis­su­to quo­tid­i­ano. Bastereb­bero questi ele­men­ti per per­cepire la sua l’importanza a Ven­tu­ri­na, ma c’è di più: oggi l’istituto Mar­coni svolge nor­mal­mente la sua fun­zione didat­ti­ca ma con­tribuisce anche in altro modo alla social­ità del paese.
L’edificio si tro­va infat­ti pro­prio sul­la via Aure­lia appe­na pri­ma del­la zona pedonale-non pedonale (per chi conosce Ven­tu­ri­na): un area che era sta­ta pen­sa­ta per la chiusura totale al traf­fi­co e sarebbe dovu­ta divenire il “cen­tro” dove fare shop­ping, passeg­gia­re, stare in com­pag­nia. Questo luo­go oggi non è niente di tut­to ciò: le auto pas­sano anco­ra, i negozi han­no dif­fi­coltà a rimanere aper­ti, è qua­si sem­pre deser­to. Le uniche ore di vital­ità di ques­ta zona sono rap­p­re­sen­tate pro­prio dall’ entra­ta e dal­la fine del­la attiv­ità didat­ti­ca che dan­no respiro a car­to­lerie, bar, pizzerie: un’ulteriore fun­zione sociale e di vital­ità per il paese. Motivi per non chi­ud­ere le Mar­coni vi sareb­bero anche dal pun­to di vista più venale e mon­e­tario, ma non è il caso di sof­fer­mar­cisi. Ci sono scelte che un ammin­is­tra­tore deve com­pren­dere di dover fare a pre­scindere da una con­ve­nien­za costi-ben­efi­ci in quan­to rap­p­re­sen­tano un val­ore aggiun­to per il paese che non è con­tabi­liz­z­abile con una cifra di denaro. Le Mar­coni sono pat­ri­mo­nio dei ven­turi­ne­si, esten­sione del­la pro­pria iden­tità, vender­le sarebbe come can­cel­lare il pro­prio pas­sato, la pro­pria memo­ria. Un paese sen­za memo­ria è un paese sen­za futuro.

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SONO FAVOREVOLE 
“La didattica moderna esige altro”

di Gianfranco Benedettini

VENTURINA 1 set­tem­bre 2014 — Per affrontare la vicen­da del­la pre­sun­ta ven­di­ta delle scuole Mar­coni di Ven­tu­ri­na Terme, occorre sta­bilire se è gius­to pen­sare ad una nuo­va scuo­la dove real­iz­zare pro­gram­mi all’altezza delle aspet­ta­tive delle inseg­nan­ti, dei gen­i­tori e degli alun­ni.
Per me, è gius­to. La scuo­la Mar­coni è adegua­ta a tale com­pi­to?
Per me, no. Vado spes­so in ques­ta scuo­la, par­lo con le inseg­nan­ti, ascolto i loro prob­le­mi, li dis­cu­ti­amo. Da qui la mia idea di quan­to sia oppor­tuno real­iz­zare una nuo­va scuo­la. Spero che nel dibat­ti­to suc­ces­si­vo, le inseg­nan­ti fac­ciano sen­tire la loro voce e si fac­ciano sen­tire anche quan­do, ma quan­do?, si pro­ced­erà al prog­et­to del­la nuo­va scuo­la.
Cre­do che esso sia sta­to inser­i­to nel pro­gram­ma tri­en­nale in atte­sa che, da qualche parte, soprag­giun­ga un pos­si­bile finanzi­a­men­to per nuove scuole.

Una scelta gius­ta del Comune
Quin­di, il Comune ha fat­to bene ad inserire il prog­et­to nell’elenco delle cose da fare.
Sen­to par­lare anche di cifre. Impo­nen­ti, direi. Se il finanzi­a­men­to ci sarà non coprirà di cer­to l’intera spe­sa. E, il resto? Il Comune farà un mutuo che ricadrà sulle spalle dei cit­ta­di­ni. Più il mutuo sarà leg­gero, meno peserà sui cit­ta­di­ni. Da qui l’idea di “vendere” le scuole Mar­coni. Per far­ci cosa? Abitazioni od altro di com­mer­ciale o altro anco­ra. I tem­pi sono quel­li che sono e non mi pare pro­prio che siano favorevoli all’una ipote­si o alle altre. Oltre­tut­to, ristrut­turare le Mar­coni sarà assai cos­toso.
Allo­ra? I cit­ta­di­ni fir­mano per­ché la scuo­la riman­ga come è. Fir­mano mossi più dal sen­ti­men­to che da altro. Addirit­tura ne fan­no un ele­men­to iden­ti­tario di Ven­tu­ri­na Terme e dei suoi abi­tan­ti. Ho qualche dub­bio al propos­i­to.
Per me è solo una moti­vazione sen­ti­men­tale che muove i cit­ta­di­ni. Li rispet­to.
I grup­pi con­sil­iari, si muovono in un’altra otti­ca che non affron­to. Han­no pre­so i voti e si com­porti­no di con­seguen­za. Pren­do atto che si sta for­man­do un movi­men­to di opin­ione con­trario alla “ven­di­ta”. Doman­do: veni­amo incon­tro a ques­ta esi­gen­za o no? Per natu­ra e per espe­rien­za direi che, ove pos­si­bile, bisogna ten­er con­to di tutte le posizioni.

delegazione comunale

La del­egazione comu­nale di Ven­tu­ri­na

La mia pro­pos­ta
Cosa pro­pon­go? Real­izzerei la nuo­va scuo­la con il con­trib­u­to che prover­rà dall’alto. Con­trat­terei un mutuo da ridurre con la “ven­di­ta” di qual­cosa.
Le Mar­coni o cosa? Venderei la Del­egazione comu­nale ormai insuf­fi­ciente a man­tenere in modo adegua­to i servizi che vi si attuano. Pen­so ai vig­ili urbani, alla bib­liote­ca, agli altri uffi­ci. La des­tinerei ad abitazioni o uffi­ci. La zona mi sem­bra coer­ente. Sposterei la Del­egazione nell’edificio delle scuole ele­men­tari Mar­coni las­cian­dole così come sono. Sec­on­do me non occor­rereb­bero grossi lavori per adeguar­le ai nuovi servizi. E, quin­di, poca spe­sa.
La zona dove dovrebbe nascere la nuo­va scuo­la è una parte dei gia­r­di­ni, quel­la poco fre­quen­ta­ta. Bas­ta andar­ci per ren­der­sene con­to. Non è la zona davan­ti al vialet­to Seri­ni, quel­la sì fre­quen­tatis­si­ma. Ver­rebbe a real­iz­zarsi un cen­tro sco­las­ti­co, adegua­to a Ven­tu­ri­na Terme e alle esi­gen­ze educa­tive e didat­tiche di chi opera (bene, molto bene) nelle nos­tre scuole. Accen­trare il servizio men­sa, il servizio del trasporto sco­las­ti­co sono altri due ele­men­ti che mi fan­no propen­dere per ques­ta tesi.
Più di tut­to, però, l’esigenza di “fare scuo­la” in modo adegua­to sia per le Alto­bel­li che per le Mar­coni. Ulti­mo ele­men­to. Il 25 mag­gio scor­so, i cit­ta­di­ni del Comune si sono recati alle urne per votare il Sin­da­co, il suo pro­gram­ma, il nuo­vo Con­siglio. Sap­pi­amo chi ha vin­to. Il pro­gram­ma con­tene­va ques­ta pro­pos­ta, i cit­ta­di­ni ne era­no con­sapevoli, han­no vota­to e, se qual­cuno chiede di rispettare quel voto, non mi pare pro­prio una forzatu­ra anti­de­mo­c­ra­t­i­ca.

4 risposte a “Dopo 74 anni spada di Damocle sulle “Marconi””

  1. Lirio Gentili says:

    E’ gius­to rispettare le idee di tut­ti ma vedi­amo da anni che il nos­tro Comune non ascol­ta nes­suno, ovvero ascol­ta solo la sua parte polit­i­ca e gli ami­ci molto vici­ni. Nes­suno di loro si pre­oc­cu­pa quan­do aumen­ta le tar­iffe comu­nali o fa acquisti come la Fiera ma i com­mer­cianti che vivono di rif­lesso dalle Mar­coni forse chi­ud­er­an­no o il Comune farà un altro grande inves­ti­men­to per far­li spostare nel­la zona delle nuove ele­men­tari.

  2. Mauro Palmieri says:

    Nooooo, sec­on­do me non si può toc­care qua­si un sec­o­lo di sto­ria.

  3. Bel­la notizia con l’im­mi­nente ria­per­tu­ra delle scuole !!!! Sarebbe oppor­tuno un bel restau­ro e ricon­dizion­a­men­to del­l’area da effet­tuar­si nel peri­o­do di chiusura esti­va, cosa ormai impos­si­bile nel­la sta­gione 2014/15. Una doman­da.…. La strut­tura del­l’Al­to­bel­li e’ cosi’ adegua­ta e sicu­ra, pronta ad accogliere tut­ti i bim­bi delle Mar­coni… ???? E poi adibire l’area ad edilizia e fon­di com­mer­ciali ??? Guardiamo­ci in giro e la rispos­ta arri­va da sola: attivi­ta’ che chi­udono, case in ven­di­ta o in affit­to (vuote) per non par­lare di ipoteti­ci lavori di edilizia in via Cer­ri­ni, che da anni non decol­lano, una pista cicla­bile che ter­mi­na nel fos­so di Pan­talla, la stra­da alter­na­ti­va per la stazione che ter­mi­na al guard rail. Insom­ma, pri­ma di met­tere in atto un prog­et­to del genere vedi­amo di ulti­mare e portare avan­ti i prog­et­ti iniziati e mag­a­ri i bim­bi che adesso van­no alle Mar­coni, quan­do saran­no gran­di si faran­no scap­pare un idea migliore.

  4. Gianluca Camerini says:

    Sono d’ac­cor­do con l’idea di Gian­fran­co Benedet­ti­ni, anch’io tem­po fa proposi la stes­sa cosa e cioè vendere la del­egazione comu­nale e spostar­la nel­l’ed­i­fi­cio delle Mar­coni. Quel­lo sec­on­do me deve rimanere un edi­fi­cio pub­bli­co e il cen­tro del paese. Il cor­tile delle Mar­coni potrebbe diventare una piaz­za, una vol­ta abbat­tuto il muro di cin­ta, che potrebbe essere ulte­ri­or­mente ingrandi­ta unen­dovi l’area del­l’ex dis­trib­u­tore che si tro­va di fronte alla scuo­la. Cre­do che i ven­turi­ne­si gradi­reb­bero ques­ta soluzione. Il pun­to non è man­tenere ad ogni cos­to la scuo­la in quel­l’ed­i­fi­cio ma sal­va­guardarne l’u­so pub­bli­co, data la sua posizione “strate­gi­ca” nel con­testo urban­is­ti­co cit­tadi­no.

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