Se fila liscio tutti dentro ma tra cinque anni

· Inserito in È accaduto, Lavoro e lavori

PIOMBINO 22 mag­gio 2015  — Sem­bra che sia le isti­tuzioni pub­bliche sia le orga­niz­zazioni sin­da­cali abbiano espres­so la neces­sità di ulte­ri­ori appro­fondi­men­ti da parte di Cevi­tal sul tema lavoro per gli attuali dipen­den­ti del­la Luc­chi­ni. Che la situ­azione non fos­se affat­to chiara lo abbi­amo già scrit­to (https://www.stileliberonews.org/cifre-e-tempi-non-chiari-per-loccupazione/), che ormai l’ipote­si tan­to sbandier­a­ta, a suo tem­po, di assun­zione subito di 1.860 lavo­ra­tori sia defin­i­ti­va­mente tra­mon­ta­ta è un dato di fat­to. Ma anche oggi, a piano indus­tri­ale pre­sen­ta­to, zone d’om­bra e dub­bi sono pre­sen­ti. Meglio evi­den­ziar­li e farne ogget­to di dis­cus­sione. Per questo provi­amo a met­tere in fila ciò che dai doc­u­men­ti emerge.
Cevi­tal par­la di 2.200 (in realtà 2.160) unità occu­pate al ter­mine del quin­quen­nio, cioè a metà 2019: 1.450 sono pre­visti nel­la siderur­gia, 700 nel polo agroal­i­menta­re e 50 nel­la logis­ti­ca.
L’impiego di questi lavo­ra­tori sarà pro­gres­si­vo sec­on­do le neces­sità tec­ni­co-orga­niz­za­tive e pro­dut­tive cor­re­late e con­seguen­ti alle fasi di attuazione del prog­et­to.
I dati uffi­ciali ter­mi­nano qui. Pos­si­amo con­tin­uare il ragion­a­men­to solo sul­la base di ipote­si e dichiarazioni nel caso in cui il piano ven­ga intera­mente real­iz­za­to nei tem­pi pre­visti.
L’amministratore del­e­ga­to di Afer­pi, subito dopo la fir­ma del ver­bale d’in­con­tro del 29 aprile, ha man­i­fes­ta­to la volon­tà dell’azienda di «…occu­pare da subito cir­ca 1.200 lavo­ra­tori per man­tenere in mar­cia i lam­i­na­toi, per i servizi, la logis­ti­ca e le manuten­zioni». Non si capisce bene se per questi lavo­ra­tori scat­ter­an­no i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età e, se per le demolizioni degli attuali impianti, ne sarà uti­liz­za­ta una parte. Si può ipo­tiz­zare che essi saran­no impeg­nati in quel­la che nel piano si chia­ma la pri­ma fase, quel­la cioè che si col­lo­ca tra il 2015 e il 2017 e che prevede la pro­duzione di lam­i­nati per un mil­ione di ton­nel­late, tramite acquis­to di semi­prodot­ti e revamp­ing treno vergel­la e treno barre, e la instal­lazione di un forno elet­tri­co da un mil­ione di ton­nel­late.
Gli altri mille lavo­ra­tori rimar­ran­no a cari­co di Luc­chi­ni in ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia e saran­no mes­si in cas­sa inte­grazione con­tin­uan­do ad usufruire delle con­dizioni eco­nomiche pre­viste dagli inte­grati in atto attual­mente.
A questo pun­to l’u­ni­co dato cer­to è che alla fine del 2016 la Luc­chi­ni in ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia dovrà chi­ud­ere le sue attiv­ità e dunque non potrà ulte­ri­or­mente rin­no­vare la cas­sa inte­grazione e dunque si pone il prob­le­ma del des­ti­no di questi mille lavo­ra­tori. Saran­no assun­ti da Afer­pi con i nuovi con­trat­ti usci­ti dal­la con­trat­tazione con la nuo­va pro­pri­età e subito mes­si in cas­sa inte­grazione? Dif­fi­cile pen­sare ad un pro­ced­i­men­to, asso­lu­ta­mente insoli­to, per cui un dipen­dente ven­ga assun­to e subito dopo col­lo­ca­to in cas­sa inte­grazione.
Del resto la sec­on­da fase del pro­gram­ma siderur­gi­co, che prevede l’in­stal­lazione di un nuo­vo treno rotaie e di un sec­on­do forno elet­tri­co, ter­mi­na nel 2019 e non è sta­to prodot­to un crono­pro­gram­ma del­la real­iz­zazione e del­l’en­tra­ta in attiv­ità né del polo agroin­dus­tri­ale né del polo del­la logis­ti­ca ma con i lavori di real­iz­zazione che com­por­tano è facile immag­inare che i tem­pi nec­es­sari non si inte­gri­no con le neces­sità del­la rias­sun­zione di quei lavo­ra­tori.
I que­si­ti da sciogliere non sono di poco con­to e la richi­es­ta di ulte­ri­ori chiari­men­ti è del tut­to legit­ti­ma, forse addirit­tura intem­pes­ti­va.

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