Se i soldi non ci sono si pensi ad una via d’uscita
PIOMBINO 6 novembre 2016 — I continui rinvii dell’incontro a Roma tra Governo, Cevital-Aferpi e Sindacati, gli abboccamenti semi-segreti tra Ministro Calenda e Rebrab, le mezze “rivelazioni” giornalistiche sono la triste conferma che Rebrab non è ancora in grado di mettere sul tavolo ministeriale i soldi per gli investimenti promessi a Piombino. In compenso gira il mondo e annuncia affari da centinaia di milioni (in Brasile, Sri Lanka, Paraguay e nella stessa Algeria), mentre qui a Piombino sono stati fatti fuori un migliaio di lavoratori dell’indotto e alcune centinaia di “diretti” risulteranno esuberi grazie all’ applicazione del nuovo piano di investimenti, che prevede un solo forno elettrico, in barba agli accordi presi. È deleterio per Piombino prestarsi a questa lenta agonia senza reagire con lucidità e tempestività e costruire le alternative.
È ora di pensare seriamente ad un “piano B” per il comparto siderurgico, una via di uscita se, come appare possibile, entro il 15 novembre Rebrab non dimostrerà di avere i finanziamenti necessari per avviare gli investimenti su acciaieria elettrica e treno rotaie; perché in tal caso il “piano Aferpi” dovrà essere dichiarato in “default”, cioè fallito, e la città tutta si troverà “in braghe di tela”. Per cui ci aspettiamo che istituzioni e sindacati assumano finalmente una linea chiara e netta, che a nostro avviso deve svilupparsi su alcuni punti irrinunciabili.
- No assoluto a ulteriori giochini al rimando: se entro il 15 novembre non verrà dimostrata la disponibilità di tutti i soldi necessari per gli investimenti, si proceda a dichiarare il default (come già ipotizzato dal Commissario Governativo nella sua 8° relazione trimestrale) e si rimandi la fabbrica sotto la gestione commissariale, cioè del Governo.
- Il Commissario proceda sul programma di investimenti siderurgici, partendo subito con finanziamenti pubblici ed eventuale concorso di privati per le cose che subito si possono fare: gestire con continuità la laminazione e costruire il nuovo treno a rotaie. Questo basterebbe ad assicurare i contratti di solidarietà per tutti i dipendenti.
- A partire dalla gestione produttiva dell’impianto siderurgico di Piombino il governo “batta un colpo” e inizi a elaborare qualcosa sulla politica industriale e siderurgica, per decidere se e quanto acciaio debba essere prodotto a Piombino con forno elettrico nell’ambito di un piano siderurgico nazionale.
- Si accelerino tutte le procedure per l’avvio tempestivo delle bonifiche, premessa di ogni sviluppo diversificato a Piombino e possibile fonte immediata di lavoro.
- Le istituzioni premano l’acceleratore su diversificazione economica e produttiva (rigettando il monopolio di un’unica multinazionale sui destini della città) e sulle necessarie infrastrutture (viarie, ferroviarie e informatiche).
- Si diano garanzie sulla durata degli ammortizzatori sociali per i dipendenti Aferpi e per l’indotto, commisurata ai tempi necessari per il rilancio produttivo della città,
La politica ci deve dare prospettive credibili! C’è una multinazionale che mena tutti per il naso con il gioco del carciofo, che spoglia pezzetto per pezzetto la classe operaia e la siderurgia di Piombino.
Il Governo deve rompere le catene della “compatibilità europea” a senso unico, che regala centinaia di miliardi (nostri) alle banche ma impedisce di finanziare l’ammodernamento dell’apparato produttivo, condannandoci alla recessione perpetua e alla svendita di impianti e quote di mercato.
Regione e Sindacato la smettano di coprire queste scellerate politiche nazionali di impoverimento progressivo portate avanti dal Governo e dal loro partito di riferimento!
Coordinamento Art. 1 – Camping CIG
Articolo chiaro. Ragionamenti pacati e razionali. Considerazioni giuste. Il Governo prenda in mano la siderurgia di Piombino.