Se la siderurgia non è un’attività essenziale

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PIOMBINO 22 mar­zo 2020 — Final­mente chi dove­va assumer­si la respon­s­abil­ità di far­lo ha deciso. Il Gov­er­no, dopo il mes­sag­gio del Pri­mo Min­istro, ha emana­to il decre­to sulle aziende la cui pros­e­cuzione delle attiv­ità è essen­ziale in ques­ta fase al Paese Italia e su quali cautel­a­ti­va­mente devono invece fer­mare e tenere i lavo­ra­tori a casa.
Una deci­sione che coglie in pieno la richi­es­ta pre­sen­ta­ta ieri dai seg­re­tari Cgil, Cisl e Uil in video­con­feren­za, quan­do con forza han­no chiesto in modo unanime la neces­sità di mis­ure restrit­tive fino alla sospen­sione di tutte le attiv­ità non essen­ziali. E se il fronte sin­da­cale è com­pat­to, quel­lo impren­di­to­ri­ale meno. Una parte ril­e­vante è per la ser­ra­ta, Con­find­us­tria fre­na e chiede tem­po per ragionare… Un tem­po che non abbi­amo! Nel­la lista anco­ra provvi­so­ria delle attiv­ità essen­ziali, che dovran­no restare aperte, non c’è la siderur­gia. Se essa sarà con­fer­ma­ta — ovvi­a­mente tut­ti siamo in atte­sa del provved­i­men­to uffi­ciale — il motore siderur­gi­co e le attiv­ità con­nesse saran­no chia­mate a spenger­si fino al 3 aprile. In questo caso saran­no giorni fre­neti­ci di attiv­ità sin­da­cale per definire le azioni nec­es­sarie per dare cop­er­tu­ra agli oltre 2.500 diret­ti del set­tore, tan­ti sono qui nel sud del­la provin­cia labron­i­ca.
Dif­fi­cile non con­di­videre le parole riv­olte ieri sera dal Pri­mo Min­istro a quan­ti domani, ma anche fino ad oggi, si sono sac­ri­fi­cati per il bene comune. “Non stan­no andan­do sem­plice­mente a lavo­rare, ma com­pi­ono un atto di amore nei con­fron­ti del­l’I­talia intera… Ral­len­ti­amo il motore pro­dut­ti­vo del Paese, ma non lo fer­mi­amo.” La Fiom provin­ciale e tutte le sue rsu ed rls, così come inte­gral­mente ave­vano dife­so la neces­sità di non fer­mare il motore del Paese e lavo­ra­to nell’applicazione rad­i­cale dei pro­to­col­li sul­la sicurez­za, richiesto e ottenu­to fer­mate per le san­i­fi­cazioni aggiun­tive, sorveg­lia­to, prete­so i DPI e pre­si­di, proclam­a­to sciopero dove l’impresa non ottem­per­a­va… altret­tan­to inte­gral­isti saran­no nel pre­tendere il fer­mo, nes­suno esclu­so, delle attiv­ità nelle fab­briche che non sono ritenute dal Gov­er­no “essen­ziali” o stret­ta­mente nec­es­sarie alla sal­va­guardia.

David Romag­nani, seg­re­tario gen­erale Fiom-Cgil provin­cia di Livorno

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