Se si convincono che l’alternanza è utile a tutti
PIOMBINO 15 dicembre 2014 — Il mutamento di paradigma che si richiede all’economia e agli assetti economici con altrettanta forza si richiede alla politica ed agli assetti politici della Val di Cornia. E non potrebbe non essere così: tutto si tiene.
All’ origine profonda della drammatica situazione attuale stanno chiusure ed assistenzialismi, al plurale perché molto diffusi, che fanno il paio con le chiusure politiche consuetudinariamente praticate e la continuità politica sostanziale che non ha più le fondamenta strutturali su cui si è retta per anni. L’economia è cambiata, la società trasformata, vecchie ideologie non hanno più senso ma gli assetti politici sembrano rimasti gli stessi. In verità un cambiamento c’è stato ma in peggio, non in meglio. In fin dei conti almeno fino a dieci anni fa i partiti pollici, seppur inalterati nella conduzione delle istituzioni, si rinnovavano essendo presente al loro interno un confronto politico e programmatico reale anche se non percepito pienamente all’esterno. Oggi la battaglia politica ha assunto le forme di una lotta di potere che può cambiare le persone presenti nelle istituzioni ma, non essendo sostenuta da visioni alternative che si confrontano, fa delle istituzioni luoghi chiusi al servizio del mantenimento del potere stesso. Proprio il mantenimento del potere, spesso personale a volte di gruppo, è diventato la cifra della politica ed anche il perno del funzionamento delle istituzioni.
Ci si avvicina alle elezioni amministrative e se non si parte da questo punto e dalla necessità del suo ribaltamento si rischia di sprecare tempo e soldi (pubblici naturalmente).
L’apertura della politica alla società è spesso invocata come necessità e come rimedio. Necessità sì ma che sia anche il rimedio è molto dubbio. In fin dei conti se ci si pensa bene anche il populismo, sia di sinistra che di destra, è apertura verso la società ma non dà certo la garanzia che rafforzi la democrazia e che non sia sinonimo di demagogia.
C’è qualcosa di più da richiedere, qualcosa che possa entrare strutturalmente nel cuore del funzionamento della politica e delle istituzioni e che sia omogeneo al tipo di economia e di società di cui ovunque ma particolarmente qui si sente la necessità.
Un sistema economico e sociale chiuso e assistito è giunto alla dirittura finale, occorre scegliere decisamente per un sistema aperto e dinamico che si confronta quotidianamente con l’apertura dell’economia e della società attuale, dato il fatto che solo di qui possono passare opportunità reali per tutti e per ciascuno, ma se sul piano politico non si costruiscono le condizioni per l’alternanza di governo nelle istituzioni non potranno che prevalere chiusure e nicchie nelle quali maggioranze ed opposizioni si ritagliano qualche spazio.
È proprio questo il punto politico di questa tornata elettorale: provare a vedere se è possibile anche in Val di Cornia creare le condizioni per un’alternanza basata su analisi e proposte diverse.
Il discrimine è proprio qui, tra chi ritiene che la soluzioni dei problemi della Val di Cornia sia legata alla continuità e chi ritiene invece che occorre nelle istituzioni un forte e dichiarato rinnovamento di metodi e di programmi
Naturalmente gli scenari che si possono presentare sono diversi e la diversità riguarda sia le attuali forze politiche di governo sia quelle di opposizione.
Uno scenario può essere quello della continuità sia nella maggioranza che nella minoranza degli attuali rapporti e funzioni ma la contraddizione tra una vita esterna che reclama apertura ed una vita interna che richiama alla continuità che è chiusura deve esser messa nel conto.
Un altro scenario può essere quello che la maggioranza pensi di proporre una sostanziale continuità e le minoranze di destra e di sinistra si propongano come alternativa e questo è già un passo in avanti che comporta un qualche confronto anche se reso difficile dagli anni pregressi nei quali il confronto è stato ripetutamente rifiutato da chi governava e non sufficientemente richiesto da chi era all’opposizione.
Vi è infine un altro scenario da auspicare data la gravità dei problemi da affrontare e cioè che sia la maggioranza che l’opposizione si rendano conto del fatto che occorrono mutamenti radicali sia nell’economia sia nel rapporto tra istituzioni e società sia nel rapporto tra istituzioni e partiti politici sia tra partiti politici. Naturalmente le proposte di soluzione possono non coincidere e questo sarebbe un bene perché si aprirebbe così la strada ad un confronto vero e pubblicamente ostentato. In questo caso davvero si potrebbe parlare della possibilità di chiusura dello iato oggi presente tra le esigenze dell’economia, della società, delle istituzioni e della politica. Ne trarrebbero vantaggio tutti, partiti e cittadini, dato che si aprirebbe la strada all’accettazione della possibilità dell’alternanza come scenario condiviso e la conduzione delle istituzioni e la stessa politica diventerebbero il campo dove si gioca secondo regole riconosciute e trasparenti, così come la democrazia reclama.
A scenari diversi corrispondono schieramenti e aggregazioni politiche diverse ma su questo tema ovviamente la parola è anche ai sistemi elettorali che non sono uguali nei cinque comuni della Val di Cornia. Tenerne conto non è solo un fatto tecnico perché è il passaggio reale dalle volontà alle possibilità e dunque è riflessione fondamentale assolutamente da non trascurare nel passaggio dall’intenzione all’azione sopratutto se il fine dell’azione è la creazione delle condizioni dell’alternanza anche in Val di Cornia.
(Foto di Pino Bertelli)