Se si riaccende l’altoforno non si cambia verso

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PIOMBINO 22 feb­braio 2015 — Pur doman­dan­do­ci se fos­se tut­to vero, abbi­amo abbrac­cia­to il piano iniziale di Cevi­tal per­ché era quel­lo che noi vol­e­va­mo: una mod­er­na siderur­gia nonché l’aus­pi­ca­ta bonifi­ca delle aree indus­tri­ali, da attuare in tem­pi rapi­di, per­ché nec­es­saria per avviare una forte e indis­pens­abile diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca. Oggi qual­cuno ci vor­rebbe riportare indi­etro affer­man­do che sarebbe una cosa pos­i­ti­va accon­tentar­si di un pro­gram­ma che las­cia tut­to, o qua­si, immu­ta­to: questo non pos­si­amo accettar­lo e vogliamo rib­adir­lo con forza. Ci rimane estrema­mente dif­fi­cile pen­sare che un inves­ti­men­to così impor­tante come riac­cen­dere l’altoforno e la cok­e­ria sia pen­sato e mes­so in atto solo in atte­sa del nuo­vo ciclo indus­tri­ale; ci pare, invece, molto più sem­plice, pos­si­bile e ragionev­ole pen­sare che, una vol­ta riac­ce­so, l’alto­forno sarà uti­liz­za­to finché pos­si­bile e non cer­to in maniera tem­po­ranea e provvi­so­ria. Una tale prospet­ti­va ci fa pas­sare dal­la sper­an­za di aver com­pre­so, final­mente, che si può rialzare la tes­ta solo adoperan­do­ci con ogni forza affinché si pos­sa fare tan­to altro anco­ra oltre all’acciaio alla con­sapev­olez­za che, invece, la prospet­ti­va è solo quel­la di aspettare anco­ra. L’ipotesi di un riu­ti­liz­zo dell’altoforno, per noi, non può essere con­sid­er­a­ta una “geniala­ta” ma uni­ca­mente la pro­va di una fase di incertez­za che avrem­mo, davvero, prefer­i­to non sco­prire e che si sen­ti­amo di non incor­ag­gia­re.

Il coordinatore Carlo Canaccini

Il coor­di­na­tore Car­lo Canac­ci­ni

Purtrop­po il nos­tro ter­ri­to­rio non è in crisi da oggi ma lo è da anni per­ché già trop­pi posti di lavoro sono sta­ti per­si nel­la siderur­gia che, a pre­scindere da qual­sivoglia piano indus­tri­ale, nel­la migliore delle ipote­si, potrà dare lavoro allo stes­so numero di per­sone ulti­ma­mente occu­pate, nul­la di più: e questo, per noi, non può che essere una pre­oc­cu­pazione per­ché quel liv­el­lo occu­pazionale era, e sarebbe, di crisi e non cer­to di benessere. Ecco per­ché erava­mo, e siamo, con­sapevoli del­la neces­sità di far nascere nuove realtà pro­dut­tive oltre all’acciaio, realtà che non pos­sono con­vi­vere con lo sta­bil­i­men­to per come lo conos­ci­amo ma che han­no bisog­no di nuove aree e nuovi impor­tan­ti spazi di inse­di­a­men­to . Ecco per­ché non pos­si­amo accettare ipote­si che ci fac­ciano tornare indi­etro ma soltan­to soluzioni che, final­mente, guardi­no al futuro per intrapren­dere, con cor­ag­gio e deci­sione, la stra­da del rilan­cio e non quel­la del man­ten­i­men­to che, davvero, servirebbe a poco. Le isti­tuzioni e i sin­da­cati incalzi­no la nuo­va pro­pri­età non tan­to per conoscere il piano degli organi­ci ma per conoscere, final­mente e nei tem­pi più rapi­di pos­si­bili, sia il prog­et­to indus­tri­ale che quel­lo rel­a­ti­vo alle attiv­ità diver­sifi­cate che Cevi­tal intende intrapren­dere sul ter­ri­to­rio. Questo è il nodo da sciogliere in fret­ta per capire cosa ci prospet­ta il futuro per­ché, insieme a tut­to questo, tan­to altro ci rimane da fare il più velo­ce­mente pos­si­bile per rilan­cia­re l’economia del nos­tro ter­ri­to­rio. Noi pen­si­amo che, con un ciclo pro­dut­ti­vo che rimane inal­ter­ato rispet­to a quel­lo che era, ci sarebbe da fare ben poco: ecco per­ché cre­di­amo sia nec­es­sario fare tut­to il pos­si­bile per evitare un “ritorno al pas­sato” con la con­sapev­olez­za che accon­tentar­si oggi vor­rebbe dire avere per­so nuo­va­mente una occa­sione sen­za sapere se ce ne saran­no altre per cam­biare, final­mente, ver­so.

Asso­ci­azione “Piom­bi­no Cam­bi­aVer­so”

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