IL COMUNE FU OSSEQUIOSO ALLA REGIONE: QUESTE LE CONSEGUENZE

Se un solo impianto fotovoltaico a terra non vi basta

· Inserito in Sotto la lente

PIOMBINO 3 mar­zo 2020 – È anco­ra in cor­so il pro­ced­i­men­to di assogget­ta­bil­ità a Val­u­tazione di Impat­to Ambi­en­tale di com­pe­ten­za regionale riguardante il prog­et­to di real­iz­zazione di un impianto foto­voltaico “a ter­ra”, in local­ità Boc­ca di Cor­nia a Piom­bi­no, pro­pos­to da SPV Energy1. Stile libero Idee dal­la Val di Cor­nia ne ha par­la­to dif­fusa­mente il 28 dicem­bre 2019 con l’ar­ti­co­lo Impianto foto­voltaico di 15 ettari in Boc­ca di Cor­nia e il 14 feb­braio 2020 con l’ar­ti­co­lo Foto­voltaico: Comune e Soprint­en­den­za con­trari, sot­to­li­nen­do il parere neg­a­ti­vo del Comune di Piom­bi­no e del­la Soprint­en­den­za arche­olo­gia, belle arti e pae­sag­gio per le province di Pisa e Livorno.
Il parere neg­a­ti­vo è sca­tu­ri­to da val­u­tazioni sul­l’in­ser­i­men­to nel pae­sag­gio e nel ter­ri­to­rio e sulle com­po­nen­ti atmos­fera, ambi­ente idri­co, suo­lo e sot­to­suo­lo, flo­ra, veg­e­tazione, fau­na, pae­sag­gio e beni cul­tur­ali, rumore e vibrazioni, radi­azioni ion­iz­zan­ti e non ion­iz­zan­ti, beni mate­ri­ali e aspet­ti socio-eco­nomi­ci. Tut­to, fuorché l’aderen­za agli stru­men­ti urban­is­ti­ci comu­nali. Ma del resto non lo pote­va fare e vedremo il per­ché, antic­i­pan­do che siamo di fronte ad un prob­le­ma ril­e­vante riguardante pro­prio il ruo­lo del Comune e come l’ha eserci­ta­to, un po’ per forza ed un po’ per volon­tà, nel pas­sato in mate­ria di inse­di­a­men­to di impianti per le energie rin­nov­abili.
Com­in­ci­amo con una doman­da.
Sarà pos­si­bile che altri prog­et­ti sim­ili così impat­tan­ti (l’impianto, cos­ti­tu­ito com­p­lessi­va­mente da 30.528 pan­nel­li foto­voltaici, mon­tati su strut­ture fisse di sup­por­to metal­liche infisse nel ter­reno, occu­pa una super­fi­cie di cir­ca 15,5 ettari) pos­sano essere pre­sen­tati e che il Comune abbia poche carte da gio­care e nes­suna dal pun­to di vista delle sue respon­s­abil­ità urban­is­tiche?
La doman­da non è di sec­on­daria impor­tan­za dato che bas­ta con­frontare le due car­tografie vis­i­bili sot­to per vedere quan­to estese sono le aree con­sid­er­ate nelle leg­is­lazione regionale idonee ad impiani foto­voltaici a ter­ra, quelle cioé dove sim­ili impianti pos­sono essere costru­iti e gesti­ti, rispet­to a quei 15 ettari del­l’impianto di cui si par­la.

Aree idonee all’ inse­di­a­men­to di impianti foto­voltaici nel Comune di Piom­bi­no

Cer­chi­a­ta in rosso l’area dove è pro­pos­to l’impianto foto­voltaico “a ter­ra” di SPV Energy1

La nor­ma­ti­va del rego­la­men­to urban­is­ti­co del Comune di Piom­bi­no dice sem­plice­mente “La real­iz­zazione di impianti foto­voltaici a ter­ra è ammes­sa in con­for­mità ai cri­teri local­iz­za­tivi sta­bil­i­ti dagli atti region­ali ema­nati in attuazione delle Linee Gui­da nazion­ali di cui al D.Lgs. 29 dicem­bre 2003, n° 387 e ad even­tu­ali ulte­ri­ori dis­po­sizioni in attuazione del PIT e del PTC” riman­dan­do alle dis­po­sizioni region­ali e affer­man­do in sostan­za che nelle aree giu­di­cate idonee dal­la Regione gli impianti foto­voltaici a ter­ra si pos­sono real­iz­zare. La des­ti­nazione urban­is­ti­ca è agri­co­la ma sim­ili impianti si pos­sono costru­ire e gestire ugual­mente. Situ­azione gen­er­a­ta soprat­tut­to da una scon­sid­er­a­ta leg­is­lazione nazionale (non è il solo caso) fon­da­ta sul fat­to che tut­ti gli impianti per energie rin­nov­abili sono il bene asso­lu­to e per­tan­to si può super­are anche la tradizionale com­pe­ten­za comu­nale sul­l’as­set­to del ter­ri­to­rio, tema evi­den­te­mente con­sid­er­a­to sec­on­dario anzi osta­colante. La con­clu­sione è che il Comune non può oper­are con divi­eti speci­fi­ci alla instal­lazione di impianti di pro­duzione di ener­gia elt­tri­ca da fonte rin­nov­abile in deter­mi­nate aree del ter­ri­to­rio di com­pe­ten­za, poiché sarebbe a ris­chio di ille­git­tim­ità.
Con­tinuiamo con un’al­tra doman­da.
Ma il Comune di Piom­bi­no ha, in qualche modo, ten­ta­to di arginare una sim­i­le situ­azione? Ne ha capi­to il peri­co­lo? Almeno nelle fasi di con­sul­tazione delle deci­sioni region­ali ha fat­to sen­tire la sua voce?
Purtrop­po anche a questo propos­i­to la rispos­ta è neg­a­ti­va.

Gian­ni Ansel­mi, sin­da­co di Piom­bi­no dal 2004 al 2014

Non l’ha fat­to in sede di adozione del rego­la­men­to urban­is­ti­co il 26 giug­no 2012 quan­do ha scrit­to nelle norme tec­niche di attuazione: “La real­iz­zazione di impianti foto­voltaici a ter­ra è ammes­sa in con­for­mità ai cri­teri local­iz­za­tivi sta­bil­i­ti dagli atti region­ali ema­nati in attuazione delle Linee Gui­da nazion­ali di cui al D.Lgs 29 dicem­bre 2003, n° 387”.
Non l’ha fat­to in sede di approvazione del­lo stes­so rego­la­men­to urban­is­ti­co il 25 mar­zo 2014 quan­do ha scrit­to: “La real­iz­zazione di impianti foto­voltaici a ter­ra è ammes­sa in con­for­mità ai cri­teri local­iz­za­tivi sta­bil­i­ti dagli atti region­ali ema­nati in attuazione delle Linee Gui­da nazion­ali di cui al D.Lgs. 29 dicem­bre 2003, n° 387 e ad even­tu­ali ulte­ri­ori dis­po­sizioni in attuazione del PIT e del PTC”.
Non l’ha fat­to in sede di val­u­tazione ambi­en­tale strate­gi­ca del­la pro­pos­ta di Piano Ambi­en­tale ed Ener­geti­co Regionale (PAER 2012–2015) il 20 dicem­bre 2012 dove non una paro­la è scrit­ta in mer­i­to agli impianti foto­voltaici.
Eppure la pro­pos­ta di Piano Ambi­en­tale ed Ener­geti­co Regionale (PAER 2012–2015), poi approva­to l’1 feb­braio 2015, con­tene­va pro­prio la descrizione delle aree non idonee, e di con­seguen­za quelle idonee, agli impianti foto­voltaici, che, per quel che riguar­da Piom­bi­no, sono leg­gi­bili sopra. L’in­di­vid­u­azione ripren­de­va quel­la già effet­tua­ta dal­la legge regionale 11/2011, mod­i­fi­ca­ta dal­la legge regionale 56/2011 e com­ple­ta­ta dal­la delib­er­azione del con­siglio regionale 26 otto­bre 2011 n. 68.
Ma dal pun­to di vista del­la non assun­zione di respon­s­abil­ità c’era sta­to un prece­dente.
Le Officine Elet­triche Balsi­ni il 30 set­tem­bre 2010 ave­vano pre­sen­ta­to alla Regione Toscana l’is­tan­za di pro­nun­cia di com­pat­i­bil­ità ambi­en­tale in ordine al prog­et­to dell’impianto foto­voltaico “Boc­ca di Cor­nia” con poten­za com­p­lessi­va pari a 18 MW nel Comune di Piom­bi­no e la Regione Toscana il 12 dicem­bre 2011 si era pro­nun­ci­a­ta favorevol­mente in sede di Val­u­tazione di Impat­to Ambi­en­tale, sub­or­di­nata­mente al rispet­to delle pre­scrizioni e rac­co­man­dazioni.
L’area inter­es­sa­ta era sit­u­a­ta in local­ità Boc­ca di Cor­nia, all’in­ter­no di un tri­an­go­lo delim­i­ta­to ad est dal­l’argine del Fiume Cor­nia, a sud dal­la S.P. 23 bis “Stra­da del­la Base Geo­det­i­ca” e ad ovest dal Fos­so del Cor­nia Vec­chio, che corre lun­go la S.S. 398. La super­fi­cie totale del lot­to era di cir­ca 47 ettari, di cui cir­ca 25 occu­pati dal cam­po foto­voltaico men­tre nei restanti 22 era­no pre­viste attiv­ità agri­cole-pas­torali ed una vas­ca di com­pen­sazione.
In quel­l’oc­ca­sione il Comune di Piom­bi­no in sede di Val­u­tazione d’Im­pat­to Ambi­en­tale e di Val­u­tazione Ambi­en­tale Strate­gi­ca ave­va espres­so delle val­u­tazioni su con­nes­sioni, ris­chio idrauli­co, acque di lavag­gio, rumore, aspet­ti edl­izi, illu­mi­nazione sen­za pro­nun­cia­re un esplic­i­to parere finale né pos­i­ti­vo né neg­a­ti­vo.
Poi l’opera non fu real­iz­za­ta.
L’in­ter­pre­tazione di un sim­i­le atteggia­men­to comu­nale, almeno omis­si­vo rispet­to alle pro­prie com­pe­ten­ze, non è sem­plice. Osse­quio alle volon­tà region­ali? Atteggia­men­to ide­o­logi­co in dife­sa delle energie rin­nov­abili a pre­scindere? Trop­po dif­f­cile rispon­dere, ognuno tiri, doc­u­men­tata­mente, le con­clu­sioni che ritiene più appro­pri­ate.

2 risposte a “Se un solo impianto fotovoltaico a terra non vi basta”

  1. Giuseppe Ragazzini says:

    L’impianto foto­voltaico del Cor­nia è una boia­ta pazzesca, favorita dal delirio ambi­en­tal­ista di quei comu­nisti che, pas­san­do attra­ver­so diverse sigle, PCI PDS DS PD, han­no por­ta­to alla rov­ina Piom­bi­no.

  2. Vincenzo says:

    Si può dis­cutere sul­la col­lo­cazione che non è cer­to felice, si pote­va fare scelte diverse, come ad esem­pio l’u­ti­liz­zo di aree ormai irrecu­per­abili sot­to l’aspet­to ambi­en­tale, ma bisogna decider­si con quale ener­gia si vuole accen­dere le lam­pa­dine di casa, se con quel­la ottenu­ta da idro­car­buri o da fonti rin­nov­abili.

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