SEI Toscana, quando arriverà e quanto ci costerà?
CAMPIGLIA 15 marzo 2015 — E’ difficile sapere quando il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani in Val di Cornia sarà effettuato da SEI Toscana, la società con sede a Siena cha ha vinto l’appalto per la gestione intergrata dei rifiuti nell’ATO sud, così come è difficile sapere come i servizi saranno organizzati e quanto pagheranno i cittadini in termini di tariffe. Tutto è nebuloso e gli amministratori comunali si trincerano dietro trattative segrete come quelle per un trattato di pace internazionale. Perchè tutto questo? Per tentare di capire rifacciamo un po’ di storia.
La legge regionale del 28/12/2011 n. 69 (Istituzione dell’autorità idrica toscana e delle autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani) ha individuato tre macro aree (ATO Ambiti Territoriali Ottimali) all’interno delle quali il servizio viene svolto da un’unica azienda vincitrice di un appalto pubblico. Le finalità dichiarate dalla legge sono di ridurre le molte società che nella regione si occupano del servizio dei rifiuti, accorpandole ad una sola per ambito e creare così economie di scala per la riduzione dei costi.
I Comuni della Val di Cornia fanno parte dell’ATO Costa (Livorno, Pisa, Lucca, Massa Carrara), o meglio, facevano parte. Infatti sul finire del 2011 i consigli comunali hanno deliberato il passaggio nell’ATO SUD, quello comprendente le province di Grosseto, Siena e Arezzo. Le motivazioni di una tale scelta dovrebbero essere facilmente comprensibili: l’auspicio che ogni cittadino si augura, infatti, è che le amministrazioni abbiano perseguito tale scelta nel suo interesse, di quello del territorio e dell’ambiente e che l’ ATO SUD con SEI Toscana offra servizi migliori con una quota di raccolta differenziata più alta, oppure tariffe dei rifiuti più basse. In realtà leggendo la delibera che approva il passaggio di ambito niente di tutto ciò è stato menzionato e si leggono motivazioni a dir poco fantasiose che niente hanno a che fare con la materia dei rifiuti. Leggiamo da quella di Piombino: «sono in atto da tempo processi di riorganizzazione dei servizi e delle stesse attività di programmazione che vedono l’interazione tra il Comune di Piombino e gli enti territoriali della Toscana meridionale: …..il trasporto pubblico locale, con la recente costituzione della società partecipata Tiemme che estende le proprie linee alle province di Grosseto, Siena e Arezzo; infrastrutture viarie e ferroviarie, con particolare riferimento al collegamento del porto di Piombino con le aree interne della Toscana meridionale e dell’Italia centrale.….…la ricerca di collaborazioni per la gestione e la promozione integrata del sistema dei parchi della Val di Cornia e del Parco Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane, nei quali si documenta la comune radice mineraria e metallurgica di questi territori, fin dal periodo etrusco».
È palese, data la loro genericità e persino la loro non corrispondenza alla realtà, che le vere motivazioni che hanno mosso i sei Comuni della provincia di Livorno a rientrare in un ambito diverso dal loro, almeno istituzionalmente naturale, non possono essere sicuramente quelle citate nel documento e dunque si pone spontanea la domanda: quale è il vero motivo di tale scelta? E poi, quali sono le condizioni di servizio, tariffa ed impianti presenti nell’ATO sud?
È necessario dunque fare un po’ di chiarezza partendo dai dati forniti dall’ ARRR (Agenzia Regionale Recupero Risorse) che registra il tipo di qualità del servizio rifiuti di ogni provincia e Comune. Partiamo dalla raccolta differenziata effettiva Le norme dell’UE impongono ai Comuni il raggiungimento di una quota di raccolta differenziata pari al 65% entro il 2012 e 70% nel 2030; le amministrazioni che non sono riuscite o non riusciranno a rientrare in questi parametri devono pagare un’eco tassa che viene aggiunta al totale della tariffa. L’ ATO sud è l’area che fa meno raccolta differenziata in tutta la Toscana: Grosseto ha il record negativo (28,8%) Arezzo (34%), solo Siena riesce a raggiungere la media regionale (42%). Vediamo le tariffe. Nella provincia di Grosseto una recente ricerca del Forum Ambientalista di Grosseto ha dimostrato che nonostante la produzione di RU sia calata del 20%, e quindi i costi di smaltimento per le aziende siano inferiori, per i Comuni le tariffe non sono diminuite, anzi rimangono tra le più alte d’Italia. Inoltre l’ATO sud ha stipulato una convenzione con Futura Spa, che gestisce la discarica delle Strillaie di Grosseto, per un approvvigionamento minimo annuo di 95 mila tonnellate di rifiuto indifferenziato; se i Comuni non rispetteranno queste quantità dovranno pagare delle cospicue penali. Dunque i Comuni si troveranno nella non facile decisione se pagare la penale alla società della discarica o pagare l’eco tassa per il mancato raggiungimento della quota imposta dall’UE (65%). Naturalmente questi sono tutti costi che si riverseranno sulle tariffe dei contribuenti.
In conclusione a conti fatti il passaggio ad ATO SUD non è avvenuto certo sulla base di migliori tariffe o di un servizio migliore di raccolta differenziata, unici veri motivi per i quali le nostre amministrazioni avrebbero potuto scegliere questa soluzione per il bene dei cittadini.
In una recente risposta del Sindaco Soffritti ad una interpellanza nel consiglio comunale di Campiglia si è colto il vero motivo che ha determinato questa scelta: le aziende che aderiscono a SEI Toscana possono mantenere la proprietà degli impianti. Questo significa che ASIU, la società che attualmente gestisce la discarica, l’impianto di trattamento rifiuti speciali Tap e l’impianto CDR, non dovrà confluire in SEI Toscana manterrà la gestione degli impianti e lascerà a SEI solo il servizio di raccolta e spazzamento. Al di là della valutazione se questo sia un fatto positivo o meno per il nostro territorio si possono trarre alcune conclusioni:
primo, le condizioni tariffarie, di raccolta differenziata e di servizio di SEI Toscana saranno peggiori di quelle attuali,
secondo, il vero motivo che ha determinato la scelta di cambiare ATO è stato quello di conservare la società ASIU e i suoi impianti.
Sono motivi validi per ritenere che i nostri sindaci abbiano voluto mantenere un centro di potere come è ASIU per la gestione di un settore appetibile come quello dei rifiuti, anzichè agire nell’ interesse dei cittadini per un miglior servizio.