Sempre più ostaggi di uno straniero a casa nostra”

· Inserito in È accaduto, Lavoro e lavori
Leonardo Mezzacapo

PIOMBINO 3 mar­zo 2016 - Il tan­to atte­so incon­tro al Mise del pri­mo mar­zo, non ha sci­olto le ris­erve, ma ha sem­mai con­fer­ma­to le for­tis­sime sen­sazioni che aleg­giano nel­la tes­ta dei lavo­ra­tori e dei cit­ta­di­ni più atten­ti ed infor­mati. È pur vero che sono state chi­este offerte per la nuo­va acciaieria elet­tri­ca ed è pur vero che soci­età molto ref­eren­zi­ate nel cam­po del­l’impian­tis­ti­ca per la siderur­gia, han­no lavo­ra­to a queste offerte e forse lo stan­no anco­ra facen­do, ma da chiedere offerte a real­iz­zare l’opera c’è un mare di dis­tan­za. Tut­to oggi sem­bra portare mon­sieur Rebrab  ver­so altre strade, strade che par­lano di inves­ti­men­ti in Brasile, recu­peran­do ciò che res­ta anco­ra di buono del­lo sta­bil­i­men­to di Piom­bi­no e di pro­duzione di rotaie anche di qual­ità acqui­s­tan­do blu­mi dal­l’in­di­ano  Jin­dal e queste sono le uniche certezze che abbi­amo dopo un’an­no e mez­zo di tira e mol­la. Vi sono fat­ti con­creti a con­fer­ma di quan­to affer­mo, pri­mo fat­to l’a­vere acce­so con­trat­ti di for­ni­tu­ra di blu­mi e bil­lette per tem­pi lunghi almeno tre anni e forse di più, sec­on­do fat­to, il sem­pre mag­giore inter­esse che traspare dalle notizie che si ha, nel­l’ac­quis­to di un nuo­vo treno a rotaie piut­tosto che di una intera acciaieria elet­tri­ca. Ed è triste con­statare, come tut­to ciò stia avve­nen­do davan­ti agli occhi prob­a­bil­mente con­sapevoli di molti degli attori inter­es­sati, anche se  tal­vol­ta traspare vera pre­oc­cu­pazione, come mi è sem­bra­to di per­cepire dagli ulti­mi inter­ven­ti di Ansel­mi e Giu­liani,  sul quo­tid­i­ano locale Il Tir­reno.Il sog­no sem­bra si stia infrangen­do, le mirabolan­ti promesse di questo inef­fa­bile sig­nore, di som­merg­ere la nos­tra cit­tà con una mon­tagna di inizia­tive, volte non solo al ritorno alla pro­duzione di acciaio, ma anche a diver­si­fi­care nelle più svari­ate direzioni, sta diven­tan­do sem­pre più sog­no  e meno  realtà e tut­to ciò traspare come des­ti­no inelut­ta­bile, nel­l’im­poten­za di chi potrebbe fare ma non fa, e las­cia che il des­ti­no di una cit­tà e di un com­pren­so­rio sia con­seg­na­to ad un mil­iar­dario algeri­no che non man­ter­rà gli impeg­ni, ma farà  solo  cio che deciderà di fare a sua esclu­si­va dis­crezione. Come cit­tadi­no mi chiedo se è mai pos­si­bile che il nos­tro paese non abbia un peso politi­co da met­tere sul piat­to del­la bilan­cia nei con­fron­ti di questo sig­nore che aspi­ra a diventare uno dei più gran­di indus­tri­ali Ital­iani?
Che brut­ta sen­sazione sen­tir­si ostag­gi di uno straniero a casa nos­tra!

2 risposte a “Sempre più ostaggi di uno straniero a casa nostra””

  1. Francesco Pappalardo says:

    Come com­mentare questo arti­co­lo? Due parole: lucidi­ta’ e cor­ag­gio, da una voce com­pe­tente. Per­sonal­mente pos­so solo aggiun­gere che mi sen­to ono­ra­to di aver col­lab­o­ra­to al lavoro di un manipo­lo di operai che, rischi­an­do in pri­ma per­sona (“casual­mente” nes­suno di loro rien­tro’ in Afer­pi dal­la cas­sa inte­grazione) han­no con­trasta­to la men­zogn­era “nar­razione felice” con cui si e’ nar­co­tiz­za­ta la cit­ta’: ora e’ davvero urgente di risveg­liar­la!

    • Leonardo Mezzacapo says:

      Solo due parole in rifer­i­men­to alla tua, real­is­ti­ca e pun­tuale rispos­ta. Caro Francesco ho a cuore la sto­ria di quel cor­ag­gioso grup­po di per­sone, che ho avu­to il piacere di conoscere, che stan­no pagan­do in pri­ma per­sona il loro cor­ag­gio di non rin­un­cia­re al pen­siero criti­co. Vor­rei aggiun­gere che purtrop­po quel risveg­lio dei Piom­bi­ne­si dal tor­pore a cui tu fai rifer­i­men­to ci sarà, ma temo che sarà trau­mati­co, non vedo alter­na­tive.

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