Senza discarica sulla LI53 nessuna bonifica

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 22 novem­bre 2019 — Se le scelte politiche pas­sate han­no cre­ato prob­le­mi, le scelte politiche attuali han­no il dovere di provare a risolver­li ancor pri­ma di pre­oc­cu­par­si di porre sul ban­co degli impu­tati chi tali deci­sioni le ha assunte. Irrompere con idee utopis­tiche e procla­mi pop­ulis­ti­ci a soli fini elet­torali non pre­lud­erà mai ad un buon gov­er­no. È fuori di dub­bio che questo è il quadro del­la vicen­da che riguar­da RIMa­te­ria; non si trat­ta di una vicen­da soci­etaria, i con­torni sono ben più ampi. A Piom­bi­no è sta­to perime­tra­to un SIN, un’area di 900 ettari in cui i rifiu­ti del ciclo siderur­gi­co han­no rialza­to di sette metri il piano di cam­pagna e sono sta­ti ammas­sati abu­si­va­mente in cumuli di mil­ioni di ton­nel­late. I cumuli si ergono minac­ciosa­mente dal suo­lo a poche decine di metri dal cen­tro abi­ta­to ciò nonos­tante, la mobil­i­tazione di mas­sa, non avviene per chiedere la bonifi­ca di ques­ta atavi­ca situ­azione, ben­sì per impedire che ven­ga real­iz­za­to l’unico prog­et­to per cui è in cor­so una pro­ce­du­ra che prevede il risana­men­to e la riqual­i­fi­cazione di un area di 60 ettari inser­i­ti in questo dis­as­troso sce­nario. Dato che sono ormai anni che si è con­sapevoli di tut­to ciò, per­ché le isti­tuzioni in tut­ti i loro liv­el­li o gli enti pre­posti ai con­trol­li non han­no fat­to niente? Alle stesse isti­tuzioni oggi risul­ta como­do scari­care le respon­s­abil­ità su chi ha ril­e­va­to tale situ­azione per farne impre­sa con inves­ti­men­ti impren­di­to­ri­ali riv­olti sì a pro­durre utile, ma con­tes­tual­mente a ripristinare uno sta­to ambi­en­tal­mente com­pat­i­bile. Se dunque nelle boni­fiche sono prin­ci­pal­mente coin­volti i liv­el­li politi­co-ammin­is­tra­tivi ben pri­ma che quel­li azien­dali come può la polit­i­ca (tut­ta) addos­sare ad una azien­da la respon­s­abil­ità del­la pro­pria inca­pac­ità di oper­are? E non è forse vero che oppor­si in maniera apri­or­is­ti­ca al prog­et­to di RIMa­te­ria, sen­za un’analisi real­is­ti­ca del con­testo sig­nifi­ca man­tenere uno sta­tus quo inac­cetta­bile per la salute e per l’ambiente? Non è altret­tan­to vero che il prog­et­to di RIMa­te­ria, aut­o­fi­nanzian­do il risana­men­to e la riqual­i­fi­cazione delle area nel­la pro­pria disponi­bil­ità, real­iz­za anche il risana­men­to eco­nom­i­co e finanziario del­la ges­tione Asiu sen­za il quale gli stes­si Comu­ni soci si tro­vereb­bero in uno sta­to di default? Non è altresì vero che tut­ti gli inter­ven­ti fin qui mes­si in atto da RIMa­te­ria han­no ripristi­na­to o cre­ato i pre­sup­posti per il ripristi­no degli impianti ered­i­tati in con­dizioni di abban­dono da Asiu ed anche da Luc­chi­ni? In tre anni, è bene ricor­dar­lo, RIMa­te­ria ha ridot­to in maniera sostanziale l’incipiente deb­ito ered­i­ta­to ed ha effet­tua­to impor­tan­ti inves­ti­men­ti con il sup­por­to tec­ni­co e finanziario derivante dall’intervento degli investi­tori pri­vati. Noi ci pro­poni­amo allo­ra di fare polit­i­ca in modo diver­so, sen­za pre­oc­cu­par­ci di riscuotere la sim­pa­tia ed il sup­por­to elet­torale se questo deve essere ottenu­to facen­do leva sulle pau­re ed i malu­mori dei cit­ta­di­ni; il nos­tro inten­to è invece quel­lo di met­tere i cit­ta­di­ni nelle con­dizioni di oper­are le pro­prie val­u­tazioni in maniera indipen­dente e pon­der­a­ta. Allo­ra non si può non dire che in assen­za del prog­et­to che insiste sull’area LI 53 che met­ta a dis­po­sizione spazi adeguati per la mes­sa in sicurez­za per­ma­nente dei mate­ri­ali derivan­ti dagli inter­ven­ti da effet­tuare sul SIN, non sarà real­is­ti­ca­mente pos­si­bile effet­tuare alcu­na bonifi­ca; il con­seguente fal­li­men­to di Asiu e RIMa­te­ria avrà sostanziali riper­cus­sioni sui soci ed in ulti­mo si perder­an­no anche gli attuali 50 posti di lavoro che potreb­bero aumentare con una prospet­ti­va di più largo respiro rispet­to a quel­la lim­i­ta­ta al ristret­to dibat­ti­to attuale. E dove allo­ra dovreb­bero essere poi reper­i­ti i cir­ca 12 mil­ioni per la bonifi­ca del­la LI 53 impos­ta dal decre­to del Min­is­tero dell’ambiente? E dove dovrebbe essere cre­a­ta la dis­car­i­ca per accogliere i mil­ioni di ton­nel­late di rifiu­ti pre­sen­ti nel SIN. La Regione Toscana per pri­ma ha nega­to a se stes­sa la pro­pria dis­at­ten­zione dura­ta anni nei quali non ha emes­so alcun provved­i­men­to che per­me­ttesse di bonifi­care un’area che è sta­to più como­do dimen­ti­care. Non si pote­va gov­ernare il prog­et­to RIMa­te­ria invece di creare i pre­sup­posti per far­lo fal­lire? Nell’assemblea di Asiu sono sta­ti pre­sen­tati due pos­si­bili sce­nari: il pri­mo, con sca­den­za 2020, prevede il con­fer­i­men­to dei rifiu­ti autor­iz­za­ti nel solo cono rovescio, dopo di che, per ovvi motivi di sosteni­bil­ità eco­nom­i­ca RIMa­te­ria dovrebbe essere mes­sa in liq­uidazione, non sarebbe com­ple­ta­ta la mes­sa in sicurez­za delle dis­cariche esisten­ti e non sarebbe boni­fi­ca­ta la LI53, il sec­on­do, che pare l’unica pos­si­bil­ità, prevede, oltre al com­ple­ta­men­to del cono rovescio, il rial­zo e la ripro­fi­latu­ra del­la dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni in con­ti­nu­ità con l’attuale dis­car­i­ca RIMa­te­ria, e con­sen­tirebbe all’azienda di soprav­vi­vere forse fino al 2024. Ci si aus­pi­ca che almeno ven­ga intrapre­sa la sec­on­da opzione che per­lomeno non lascerebbe nell’immediato 50 famiglie sen­za stipen­dio e con­sen­tirebbe il com­ple­ta­men­to del­la mes­sa in sicurez­za delle due dis­cariche oltre allo smal­ti­men­to dei cumuli e la bonifi­ca del­la LI53. Ma è tut­to qui quel­lo che la polit­i­ca sa pro­porre? Il piano indus­tri­ale di RIMa­te­ria era nato pen­san­do alla ges­tione dei rifiu­ti non solo in ter­mi­ni di smal­ti­men­to, ma anche di rici­clo; a quest’ottica è nec­es­sario tornare, con la con­sapev­olez­za che non solo lo smal­ti­men­to è capace di creare red­di­tiv­ità garan­ten­do inves­ti­men­ti in gra­do di tute­lare la salute pub­bli­ca nel sen­so più ampio e con­cre­to del ter­mine. Nel frat­tem­po non si può pen­sare di osteggia­re il con­fer­i­men­to di rifiu­ti dal mer­ca­to nec­es­sario a pro­durre la finan­za che garan­tis­ca tut­ti gli inter­ven­ti ambi­en­tali pre­visti per la chiusura delle attuali dis­cariche e per la ges­tione dei per­co­lati e del bio­gas prodot­ti. Noi ci aus­pichi­amo e ci adop­er­ere­mo per­ché pos­sano ces­sare i giochi di potere e gli scarichi di respon­s­abil­ità, nel­la con­sapev­olez­za che la polit­i­ca non può del­e­gare i prob­le­mi, ma deve servir­si del mez­zo soci­etario, met­ten­do­lo in con­dizione di con­seguire il risana­men­to, lo svilup­po eco­nom­i­co ed il lavoro, il miglio­ra­men­to del­la qual­ità del­la vita e del­la salute del ter­ri­to­rio. Realtà non molto lon­tane da noi come quelle di Rosig­nano o di Pec­ci­oli ci dovrebbe far pen­sare, così come dovrebbe far­ci riflet­tere la deci­sione polit­i­ca di allon­tanare, a favore di altri, la ges­tione dei rifiu­ti soli­di urbani dal nos­tro ter­ri­to­rio. E per­ché non si è mai par­la­to delle pos­si­bili com­pen­sazioni di cui potreb­bero ben­e­fi­cia­re i cit­ta­di­ni in ter­mi­ni di servizi ed infra­strut­ture real­iz­za­ti con la ric­chez­za gen­er­a­ta da un’attività ambi­en­tal­mente com­pat­i­bile e rispet­tose del­la salute? Per par­lare di ambi­ente o di econo­mia cir­co­lare occorre avere la nec­es­saria cog­nizione di causa che con­sen­ta di trovare anche in situ­azioni com­p­lesse i ris­volti pos­i­tivi per la col­let­tiv­ità. Aus­pichi­amo quin­di un con­fron­to serio e costrut­ti­vo nelle sedi isti­tuzion­ali dep­u­tate e ricor­diamo, sen­za vena polem­i­ca, che pros­eguen­do sul­la stra­da sbagli­a­ta, insieme a RIMa­te­ria i pri­mi a saltare sareb­bero i Comu­ni azion­isti, i posti di lavoro e cosa ancor più impor­tante, la tutela del­la salute pub­bli­ca.

ITALIA VIVA VAL DI CORNIA ELBA COMITATO CRESCITA

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