Senza rappresentanza, senza proposte politiche
La val di Cornia con le sue drammatiche crisi può accontentarsi di qualcuno che, per il solo motivo di essere nato qui, la “rappresenti” in Parlamento? Insomma qualcuno che, novello ascaro di giolittiana memoria, sia fedele al potente di turno e fondi le sue relazioni con i cittadini sulle presunte conoscenze altolocate?
No la val di Cornia merita ben altro. E ben altro deve chiedere a chi competerà nel prossimo turno elettorale.
La val di Cornia merita una proposta politica che si faccia carico dei suoi problemi e sopratutto indichi le soluzioni, tali perché in sintonia con quelle necessarie per l’intero Paese nel mondo.
Una proposta politica contro le faziosità delle ideologie erette a bandiere identitarie che rifiutano il confronto sui fatti e sui problemi e sulle soluzioni a vantaggio invece di un agire comunicativo nel quale il dibattito è inteso come occasione di reciproco arricchimento e veicolo per capire meglio i problemi da risolvere e le soluzioni da praticare.
Una proposta politica che garantisce un ambiente nel quale offerte, iniziative, idee, affari possano competere alla pari senza protezioni o protezionismi che impediscano al progetto migliore di affermarsi e trasformarsi in lavoro. E dunque con regole certe e chiare che indichino il percorso di un’autostrada con le relative tappe e traguardi, non le tortuosità di un labirinto con i suoi vicoli ciechi.
Una proposta politica che, partendo dal presupposto che l’Europa va e deve sempre più andare verso una società della conoscenza, fa dei processi di arricchimento dell’informazione, della conoscenza e della competenza le basi su cui fondare la costruzione del futuro. Il che significa aprire gli spazi per lo studio, l’istruzione, la formazione agli apporti di tutti e contemporaneamente dare opportunità di studio, istruzione e formazione a tutti. Opportunità uguali scontando risultati differenti sulla base di meriti differenti.
Una proposta politica che aiuta chi ha bisogno di fronte all’impossibilità di esercitare un diritto e per questo gli offre sostegno e opportunità e che contemporaneamente richiede l’esercizio di un dovere senza l’ottenimento del quale il diritto cessa di essere tale e diventa pretesa assistenziale che toglie risorse a chi ha davvero bisogno.
Roba troppo astratta? Ebbene si pensi allora di quanta apertura democratica, di quante iniziative ed idee nuove, di quante intelligenze da utilizzare ha bisogno la val di Cornia così come l’Italia, ambedue nel mondo, e si vedrà che di roba concreta si tratta, non d’altro.