Senza valorizzazione la Chiesa dell’Annunciata

· Inserito in Spazio aperto
Walter Gasperini

SUVERETO 2 luglio 2016 — Ho avu­to l’oc­ca­sione di pas­sare dall’Annunziata e mi sono trova­to di fronte ad una spi­acev­ole sor­pre­sa. Al fian­co del­la vec­chia Chiesa, tra ques­ta, il fos­so e la stra­da provin­ciale, qualche buon­tem­pone ha ritenu­to gius­to instal­lare il pro­prio impos­to. Per chi non lo sapesse, nelle pratiche boschive, l’imposto, è quell’area dove viene deposi­ta­ta la leg­na tagli­a­ta per poi pro­cedere al cari­ca­men­to sui mezzi di trasporto al momen­to del­la ven­di­ta del leg­name. Quin­di nel ter­reno adi­a­cente alla Chiesa è sta­to pos­to un notev­ole peso con il ris­chio che pos­sa far cedere il ter­reno e quin­di creare una forte peri­colosità per la cadu­ta del­la stes­sa Chiesa; inoltre su quel­la parte si notano anche molto evi­den­ti trac­ce di mezzi pesan­ti, si pre­sup­pone trat­tori, che muoven­dosi pren­dono la leg­na e la car­i­cano sui mezzi, aumen­tan­do notevol­mente il ris­chio del crol­lo di questo bene.
Da infor­mazioni assunte mi dicono che la ex-Chiesa non è più pro­pri­età pri­va­ta ma è sta­ta dona­ta alla Curia di Mas­sa e Piom­bi­no; voglio augu­rar­mi che la real­iz­zazione dell’imposto sia sta­to fat­to sen­za chiedere autor­iz­zazione, altri­men­ti ci sarebbe davvero di che dubitare del­la volon­tà di man­ten­i­men­to dei beni stori­co-architet­toni­ci e di una sua val­oriz­zazione. Cer­ta­mente guardan­do lo sta­to di degra­do si viene assal­i­ti da scon­for­to, tan­to è forte fino a ved­er nate piante sul­la muratu­ra appe­na sot­to al tet­to: la dimostrazione che sono anni che non ven­gono fat­te manuten­zioni. Eppure trat­tasi di una strut­tura che invece meri­ta rispet­to e atten­zione, per il suo val­ore architet­ton­i­co oltre che stori­co, tan­to da las­ciar stupi­ti da tan­to degra­do e incu­ria.
Aut­en­ti­co pec­ca­to per­ché Suvere­to in par­ti­co­lare non ha davvero bisog­no di vedere il pro­prio pat­ri­mo­nio stori­co e architet­ton­i­co così bis­trat­ta­to e abban­do­na­to. Ora che non è più nelle mani del pri­va­to, voglio augu­rar­mi che siano fat­ti tut­ti gli sforzi pos­si­bili e immag­in­abili affinché anche ques­ta preziosa tes­ti­mo­ni­an­za stor­i­ca e architet­ton­i­ca ven­ga inseri­ta nell’elenco dei beni da val­oriz­zare e sia imped­i­to un ulte­ri­ore degra­do se non il crol­lo defin­i­ti­vo vis­to lo sta­to già ampia­mente fatis­cente.

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