Sequestrata rete a strascico illlegale

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PIOMBINO 8 feb­braio 2019 — All’alba di giovedì 7 feb­braio la motovedet­ta CP 2117, unità di Polizia Marit­ti­ma del­la Guardia Costiera di Porto­fer­raio, nel cor­so di un’attività di vig­i­lan­za sulle attiv­ità di pesca nel­la pro­pria area di giuris­dizione, ha indi­vid­u­a­to al largo di Gol­fo Stel­la un pescherec­cio iscrit­to nel­la marine­r­ia di Piom­bi­no che detene­va a bor­do una rete non con­forme alle vigen­ti nor­ma­tive in mate­ria di attrezzi da pesca. In par­ti­co­lare, a bor­do dell’unità autor­iz­za­ta alla pesca a strasci­co, era pre­sente una rete sec­on­daria che possede­va nel­la sua parte ter­mi­nale, il sac­co, una ulte­ri­ore e non rego­la­mentare parte di rete con maglie di ampiez­za non supe­ri­ore ai 14 mm. La nor­ma­ti­va, in par­ti­co­lare il Reg. CE 1967/2006, impone il divi­eto del­l’impiego per la pesca e la con­seguente deten­zione a bor­do di pezze di rete con maglie di dimen­sione infe­ri­ore a 40 mm per reti a strasci­co. Tale illi­ceità cos­ti­tu­isce stru­men­to di pesca non selet­ti­vo, deter­mi­nan­do la cat­tura anche di specie di novel­lame o sot­tomisura che, anche se di pic­co­la taglia, ven­gono cat­turati dal­la esigua dimen­sione delle maglie di tali attrezzi di pesca che ne impedis­cono la cresci­ta e la mat­u­razione.
Le attrez­za­ture non con­sen­tite (una rete a strasci­co di lunghez­za 40 metri e una pez­za di rete di 5 metri) sono state così seques­trate e sbar­cate a ter­ra nel por­to di Mari­na di Cam­po, dove il per­son­ale del Servizio Oper­a­ti­vo del­la Cap­i­tane­r­ia di Por­to di Porto­fer­raio ha poi pro­ce­du­to a con­testare l’illecito e ad ele­vare la sanzione ammin­is­tra­ti­va di 4.000 euro. Le reti ogget­to di seque­stro rap­p­re­sen­tano un grave peri­co­lo per la fau­na mari­na a causa del­la scarsa selet­tiv­ità delle maglie che le cos­ti­tu­is­cono.
L’operazione con­dot­ta la scor­sa mat­ti­na segue le intense attiv­ità che stan­no impeg­nan­do le unità di polizia marit­ti­ma del­la Cap­i­tane­r­ia di Por­to elbana in mate­ria di vig­i­lan­za sulle attiv­ità di pesca. Il piano di oper­azioni prevede lo svol­gi­men­to di con­trol­li mirati a ter­ra ma soprat­tut­to a mare, attra­ver­so l’impiego di ispet­tori spe­cial­iz­za­ti in mate­ria di vig­i­lan­za pesca.
Le ultime attiv­ità oper­a­tive si stan­no inoltre svol­gen­do anche dopo l’effettuazione di una mira­ta attiv­ità infor­ma­ti­va a favore dei locali pesca­tori, per illus­trare le norme che vietano deter­mi­nati attrezzi da pesca pro­prio per tute­lare la risor­sa itti­ca e l’ambiente mari­no.
La attiv­ità di pre­sen­za in mare da parte delle unità del­la Guardia Costiera, con speci­fi­ci com­pi­ti di vig­i­lan­za sul­la pesca, è parte del­la strate­gia del Cor­po delle Cap­i­taner­ie di por­to – Guardia Costiera vol­ta a pre­venire e reprimere le even­tu­ali cat­ture ille­cite, alla sal­va­guardia dell’ecosistema mari­no e alla tutela delle aziende di pesca che oper­a­no nel­la legal­ità e nel pieno rispet­to delle norme con­tro le gravi dis­tor­sioni del mer­ca­to che pos­sono essere oper­ate da col­oro che invece uti­liz­zano attrez­za­ture e meto­di ille­gali di pesca.
Le oper­azioni svolte dal­la Cap­i­tane­r­ia di Por­to di Porto­fer­raio si inseriscono infine all’interno del pro­gram­ma volto alla tutela del pat­ri­mo­nio ambi­en­tale e delle risorse ittiche e bio­logiche, finanzi­a­to dal Fon­do Europeo per gli Affari Marit­ti­mi e la Pesca (FEAMP).

Cap­i­tane­r­ia di Por­to di Porto­fer­raio

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