Serve un piano B ma il Pd non se n’è accorto
PIOMBINO 16 novembre 2015 — Abbiamo visto dai documenti ufficiali che i tempi per la realizzazione dei piani Cevital sono piuttosto lunghi, solo per il settore siderurgico 30 mesi per le previsioni del piano industriale, 12 mesi per la messa in sicurezza dei suoli, a cui si devono aggiungere i tempi per le dismissioni e quelli per le autorizzazioni ministeriali. Quindi il problema non è la solidità dell’imprenditore, ma come riempire il gap temporale. Sul versante del porto, per il proseguimento della fase 3 e 4 dei lavori è prescrittiva l’entrata in esercizio del prolungamento della 398 fino allo svincolo di Poggio Batteria; altra prescrizione riguarda la messa in esercizio delle banchine commerciali della darsena Nord, previo collegamento delle aree con la linea ferroviaria dello Stato. Considerato che ad oggi non ci risultano presentati piani di dismissione, tanto meno sono state avviate istruttorie con le conseguenti autorizzazioni, non si capisce per quale motivo l’attuale politica del Pd non prenda in considerazione la necessità di un piano B. Piano che doveva essere già stato avviato da tempo con la stesura di varianti urgenti al Regolamento Urbanistico, se necessarie anche a quello Strutturale. Questo percorso peraltro sarebbe stato agevolato dalla recente legge urbanistica regionale che promuove accordi di pianificazione finalizzati proprio alla riqualificazione urbanistica di aree industriali dimesse o parzialmente dimesse. Accelerare i processi di diversificazione, partendo dal turismo, quello strutturale, potenziare nautica e cantieristica, favorire il comparto dell’edilizia per opere di riqualificazione e nuova urbanizzazione, rimodulare l’accordo di programma con all’interno i finanziamenti per la 398; questo è il percorso che un partito riformista dovrebbe avviare, di cui questa Federazione del Pd non ha avuto e non ha tutt’oggi la lungimiranza.
Riccardo Gelichi, Portavoce Ascolta Piombino