Sessanta giorni per sanare il bilancio 2012
PIOMBINO 27 novembre 2014 — È un richiamo forte, che assomiglia molto ad un ultimatum, quello che la Corte dei Conti della Toscana, nella sua ultima seduta, ha indirizzato al Comune di Piombino riguardo al rendiconto del 2012 (per leggere clicca qui).
L’ente locale è nuovamente chiamato entro sessanta giorni ad “adottare i provvedimenti correttivi necessari ed idonei a sanare il bilancio e ad indirizzare lo stesso ad una corretta e sana gestione finanziaria la cui valutazione sarà oggetto di specifico esame”.
La vicenda è diventata di pubblico dominio nel momento in cui il bilancio di due anni fa venne osservato con pesanti rilievi dai sindaci revisori.
Ad un consistente scambio di documenti fece riscontro, alla fine del luglio scorso, una deliberazione della stessa Corte dei conti con la quale il Comune di Piombino, per la prima volta, veniva invitato entro sessanta giorni ad “adottare le conseguenti misure correttive ai fini del successivo esercizio dell’attività di controllo” spettante alla sezione toscana della Corte. L’ente locale ovviamente ha risposto presentando le proprie argomentazioni che l’organismo di controllo fiorentino ha, a sua volta, esaminato producendo una nuova delibera depositata qualche giorno fa.
Il risultato delle decisioni della Corte non è esattamente idilliaco per il Comune di Piombino. Pesantissimi addebiti vengono confermati; in undici pagine l’aggettivo “grave” viene usato nove volte in riferimento a mancanze e inadempienze dell’ente.
Per di più, riguardo ai rapporti tra il Comune e la Piombino patrimoniale, oggetto delle più rilevanti osservazioni dei sindaci revisori, la Corte dei Conti ha annunciato che “procederà ad ulteriori approfondimenti relativamente all’operazione di riacquisizione di immobili della società, per i riflessi che tale acquisizione ha comportato sugli equilibri generali di bilancio, anche ai fini del rispetto del patto di stabilità interno”.
Un annuncio che ne segue uno analogo formulato dal magistrato di controllo nella delibera di luglio.
Di più. La sezione toscana della Corte ha anche riferito che proseguirà l’istruttoria per determinare in modo esatto il risultato di amministrazione del 2012 anche in considerazioni delle conseguenze che possono essere derivate sul successivo bilancio 2013. Un’esigenza che nasce dalle affermazioni contrastanti che esistono tra ciò che ha rappresentato il Comune in una sua delibera e quello che ha invece rilevato il collegio dei sindaci revisori. Secondo l’ente locale la gestione contabile nel 2012 si è chiusa con un avanzo di amministrazione di 391 mila euro. Il rilievo indica che questo avanzo non è sufficiente “a ricostruire i fondi vincolati per cui il risultato di amministrazione è sostanzialmente negativo per un milione e 462 mila euro”.
Nella sua delibera la Corte dei Conti torna poi ad occuparsi della “gestione dei vincoli di cassa, del mancato accantonamento al fondo svalutazione crediti, della mancata adozione delle iniziative per il mantenimento e/o la reiscrizione nel bilancio regionale e nel bilancio statale dei residui passivi dichiarati perenti”. Al riguardo la magistratura contabile da un lato ritiene “non rimosse le irregolarità riscontrate nel rendiconto 2012” e dall’altro “prende atto dei provvedimenti adottati dal Comune e finalizzati ad evitare il ripetersi delle stesse irregolarità”.
I provvedimenti adottati dal Comune non vengono invece ritenuti idonei dalla Corte a rimuovere le irregolarità riscontrate nel caso della mancata conciliazione del conto del tesoriere con le scritture contabili dell’ente e nel caso della consistenza di debiti di finanziamento non assistiti da contribuzioni.
L’ente locale invece è stato considerato “inottemperante” rispetto all’obbligo di adottare e trasmettere i provvedimenti necessari a rimuovere le irregolarità rilevate riguardo alla presenza in bilancio di residui attivi costituiti negli anni passati.