Sette domande sulle ecoballe disperse in mare

· Inserito in Teoria e pratica

PIOMBINO 30 agos­to 2019 — Da QUInews Valdicornia.it del 29 agos­to 2019: “…ieri sera intorno alle ore 22,30, come ci ha spie­ga­to il Coman­dante del­la Cap­i­tane­r­ia di por­to di Porto­fer­raio, cap­i­tano di Fre­ga­ta Agosti­no Petril­lo, si sono svolte le oper­azioni di recu­pero coor­di­nate da due unità navali del­la Guardia costiera-Cap­i­tane­r­ia di por­to di Porto­fer­raio. La roto­bal­la” rin­venu­ta fra Capo­liv­eri e Por­to Azzur­ro e ricon­ducibile prob­a­bil­mente al cari­co per­so davan­ti all’isolotto di Cer­boli dal­la moton­ave IVY,“ è sta­ta quin­di rimossa dal mare in con­dizioni inte­gre da parte del­la soci­età spe­cial­iz­za­ta Per­mare srl ed è sta­ta por­ta­ta a Piom­bi­no insieme alle altre roto­balle recu­per­ate in prece­den­za per poi pro­cedere al cor­ret­to smal­ti­men­to…”.
Vogliamo riper­cor­rere insieme a voi come si sareb­bero svolti i fat­ti quel fatidi­co 23 luglio 2015.
La moton­ave IVY, all’epoca bat­tente bandiera Isole Cook, partì da Piom­bi­no il giorno 23 luglio 2015 alle ore 18,00, con un cari­co di 2800 ton­nel­late di  Com­bustibile Soli­do Sec­on­dario (CSS) con des­ti­nazione Var­na, Bul­gar­ia.

Il cari­co proveni­va dall’impianto Futu­ra S.P.A. in Loc. Stril­laie, a Gros­se­to, dove, per inten­der­ci, arrivano i nos­tri rifiu­ti soli­di urbani ora­mai dal 2016. Per inciso, anche la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano possede­va un impianto per pro­durre il CSS, ma a feb­braio di quest’anno è sta­to ven­du­to a due pri­vati vis­to che non era più uti­liz­za­to poichè quel­la dis­car­i­ca non ha ora­mai alcun inter­esse a trattare i nos­tri rifiu­ti urbani.
Ma tor­ni­amo alla sto­ria delle ecoballe.
Il CSS è un prodot­to clas­si­fi­ca­to come rifi­u­to non peri­coloso, codice CER 191210, deriva­to dal­la vagliatu­ra e selezione dei rifiu­ti soli­di urbani: viene con­fezion­a­to in balle a for­ma di par­al­lelepipedo delle dimen­sioni di 150x100x100 cen­timetri e del per­so di cir­ca 1100 chilo­gram­mi. A Piom­bi­no il prodot­to arri­va su autotreni, viene scar­i­ca­to in banchi­na con l’ausilio di car­rel­li ele­va­tori, muni­ti di pin­za, e suc­ces­si­va­mente imbar­ca­to sulle navi con le gru dei por­tu­ali.
Soli­ta­mente il cari­co viene sti­pa­to nelle stive delle navi, ma in quel­l’oc­ca­sione venne in parte car­i­ca­to sopra i boc­ca­por­ti oltre che nelle stive: si sti­mano ori­en­ta­ti­va­mente cir­ca 1950 ecoballe in sti­va e 250 cir­ca fuori, ma di pre­ciso non pos­si­amo saper­lo.
Una vol­ta sal­pa­ta dal por­to di Piom­bi­no la IVY si è diret­ta ver­so sud, ma a cir­ca 4 miglia dal­la imboc­catu­ra e a cir­ca 2,5 miglia ad est dell’isolotto di Cer­boli, ha fat­to una devi­azione ver­so destra e dopo 3 miglia si è nuo­va­mente mes­sa sul­la gius­ta rot­ta.

Il sito Ves­sel Find­er, che si occu­pa del­la for­ni­tu­ra di servizi con­nes­si al sis­tema AIS, com­pre­sa la for­ni­tu­ra dei dati stori­ci, ril­e­va il pas­sag­gio del­la nave IVY davan­ti a Civ­i­tavec­chia dopo 16 ore dal­la parten­za dal por­to di Piom­bi­no. Troppe ore quan­do, per per­cor­rere 80 miglia, di soli­to occor­rono 8–9 ore.

Dall’ingrandimento del per­cor­so effet­tua­to quel giorno dal­la IVY si può notare che diverse virate, più o meno evi­den­ti, han­no fat­to sì che la nave dis­perdesse in mare cir­ca 60 ecoballe per un totale di 70 ton­nel­late di CSS. Un vero dis­as­tro per l’ambiente mari­no. Alcu­ni involu­cri del cari­co per­so furono ripescati in mare pochi giorni dopo da pesca­tori locali e posti suc­ces­si­va­mente in un’area retro­por­tuale. Una bal­la fu rin­venu­ta nel 2016 sul­la spi­ag­gia di Pun­ta Ala e un’altra nel 2018 sul­la cos­ta Est di Piom­bi­no, nonché una nel Gol­fo di Barat­ti.

In ques­ta vicen­da ci sono da chiarire moltepli­ci pun­ti.
Come mai nes­suno ha nota­to i bruschi cam­bi di rot­ta del­la IVY in un orario come le 16,00 in piena estate, una nave che tra l’altro si è avvi­c­i­na­ta ad un isolot­to com­pre­so nel Par­co Nazionale dell’Arcipelago Toscano, area clas­si­fi­ca­ta ZSC e ZPS (Zona Spe­ciale di Con­ser­vazione e Zona di Pro­tezione Spe­ciale)?
Dal 2012 è in vig­ore il Decre­to Cli­ni-Passera sec­on­do il quale le navi con staz­za supe­ri­ore alle 500 ton­nel­late non pos­sono avvic­i­nar­si a meno di 2 miglia dalle zone pro­tette, come mai nes­suno ha fat­to obiezioni a tal propos­i­to?
La stazione VTS di Pog­gio Bat­te­ria era atti­va, gli addet­ti al con­trol­lo non si sono accor­ti di nul­la?
Ci doman­di­amo se il cari­co fos­se deb­ita­mente assi­cu­ra­to alla nave in quan­to le con­dizioni meteo non era­no tali da sup­porre uno sban­da­men­to del­la nave e rel­a­ti­va dis­per­sione di un quar­to delle ecoballe imbar­cate.
Per­ché, solo dopo 4 anni, è sta­to fat­to il nome del­la nave e soprat­tut­to per­ché , se si conosce­va già da tem­po il respon­s­abile vale a dire il Coman­dante del­la IVY, non si è agi­to pri­ma?
Per­ché le oper­azioni di recu­pero delle ecoballe sono state affi­date a ditte pri­vate, fra cui la Per­mare, e non ad imbar­cazioni apparte­nen­ti al Con­sorzio Castalia che, in con­ven­zione con il Min­is­tero dell’Ambiente, assi­cu­ra il servizio di rac­col­ta rifiu­ti gal­leg­gianti e la pulizia dei fon­dali? Infine, come mai il Comune di Piom­bi­no , con deter­mi­na diri­gen­ziale n. 827 del 23 luglio 2019 ha stanzi­a­to 17.515,40 euro oltre Iva per il recu­pero delle ecoballe?

Comi­ta­to Salute Pub­bli­ca Piom­bi­no — Val di Cor­nia

 

 

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