Si fermi l’erosione, ma lo si faccia davvero

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 21 mar­zo 2016 — Siamo davvero stupi­ti del­lo stu­pore per aver pos­to un prob­le­ma reale su cui molti cit­ta­di­ni si inter­rogano e che, per altro ver­so, si col­lo­ca nel sol­co del­la relazione gen­erale del Piano Par­ti­co­lareg­gia­to di Barat­ti del 2012. Il piano evi­den­zi­a­va come le crit­ic­ità dovute all’erosione del­la cos­ta siano un tema nat­u­ral­is­ti­co, di fruizione del­l’are­nile ma anche di tutela dei beni arche­o­logi­ci, vis­to lo stra­or­di­nario doc­u­men­to strati­grafi­co – arche­o­logi­co pre­sente. Il Piano, insom­ma, si pone­va già il tema del­l’e­qui­lib­rio tra più fun­zioni: bal­n­eare e ricer­ca arche­o­log­i­ca, nel quadro di una pro­gres­si­va ero­sione del­la cos­ta. Noi abbi­amo solo evi­den­zi­a­to un prob­le­ma che fa i con­ti con i fat­ti, ovvero che da un lato il prog­et­to antiero­sione e di ripasci­men­to non è par­ti­to, men­tre l’attività arche­o­log­i­ca è cresci­u­ta in maniera ril­e­vante sull’arenile, con il ris­chio di un cor­to­cir­cuito tra pro­ces­si che avreb­bero dovu­to andare di pari pas­so. Per questo abbi­amo pos­to laica­mente il prob­le­ma di val­utare l’im­pat­to dell’ attiv­ità arche­o­log­i­ca su un are­nile che neces­si­ta di inter­ven­ti urgen­ti di ripasci­men­to, finanziati da molti anni e al momen­to non real­iz­za­ti . Questo è il pun­to su cui ci si dovrebbe inter­rog­a­re sen­za guerre di reli­gione né tabu per­ché bas­ta fare un giro a Barat­ti e si può facil­mente notare, come in un trat­to del gol­fo ci siano cantieri aper­ti piut­tosto vis­i­bili a fronte di un are­nile del tut­to con­suma­to. C’è bisog­no di una visione di insieme e di gov­er­no del sito che non è cer­ta­mente un com­pi­to ascriv­i­bile alla comu­nità arche­o­log­i­ca. C’è bisog­no di attuare il piano in ogni sua parte: real­iz­zare gli inter­ven­ti antiero­sione, di ripasci­men­to e cura delle spi­agge, riqual­i­fi­care il pra­tone e la pine­ta da attiv­ità incon­grue, riqual­i­fi­care il cam­po boe esistente uni­ta­mente al lun­go­mare, avere una dotazione di servizi più fun­zionale; lavo­rare, insom­ma, con obi­et­ti­vo del raf­forza­men­to dell’identità pae­sag­gis­ti­ca per una fruizione tur­is­ti­ca cal­i­bra­ta sull’unicità del luo­go. Chi si occu­pa nell’amministrazione pub­bli­ca di asset­to del ter­ri­to­rio ed ha a cuore, nel con­cre­to, la fun­zione arche­o­log­i­ca dovrebbe occu­par­si di un equi­lib­rio tra fun­zioni diverse e com­ple­men­tari pro­prio per evitare il ris­chio che vengano per­cepite come in con­flit­to. In questo sen­so anche la Soci­età dei parchi può svol­gere un ruo­lo autonomo non essendo una sem­plice sezione dis­tac­ca­ta del­la Soprint­en­den­za, ma un sogget­to pro atti­vo per la ges­tione dei beni cul­tur­ali e lo svilup­po tur­is­ti­co del ter­ri­to­rio.

Asso­ci­azione CostaToscana Cam­bi­aVer­so

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