Si levano inni alla gioia ma anche assordanti silenzi
PIOMBINO 1 novembre 2017 — Ormai da tredici anni il repertorio di canti utilizzato dal coro degli uomini di governo locali, regionali e nazionali nel commentare eventi è sempre lo stesso: spazia dai corali inni alla gioia agli assolo costruiti su offese e sberleffi.
Rimasti famosi quel “Non lo dico mai, ma oggi me lo concedo: ciao gufi” del sottosegretario Silvia Velo e quel “Pessima giornata, invece, per le apprendiste cassandre” del consigliere regionale Gianni Anselmi cantati a voce spiegata il 29 aprile 2016 nell’occasione della firma a Parigi dell’accordo fra Aferpi e Sms Demag per la fornitura del nuovo forno elettrico e del nuovo treno rotaie poi rapidamente finita nel nulla.
Per non parlare di quel “Rebrab, che viene dalla bella Cabilia, è oggi un grande imprenditore italiano” che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, declamò il 30 giugno 2015 dopo la firma di quel salvifico accordo di programma che, dentro di sé, conteneva un immaginifico piano industriale Aferpi oggi completamente inattuato.
L’uscita dalle riunioni romane è stata l’occasione più volte utilizzata per simili performance.
Questa volta la situazione è un po’ mutata perché abbiamo potuto ascoltare sì gli stessi canti di gioia ma insieme ad essi anche assordanti silenzi.
Eppure il ministro Calenda, attraverso il commissario straordinario Nardi, ha di fatto avviato, informandone tutti in anticipo, il procedimento di risoluzione del contratto di vendita della ex Lucchini e questo solleva (diamo per scontato che avvenga data l’oggettiva alta probabilità) grossissimi problemi (per la verità si porrebbero anche se Cevital/Aferpi rimanesse) che rendono il futuro prossimo e remoto molto molto incerto sia per l’azienda e chi ne è dipendente, sia per chi da essa dovrebbe trarre un reddito sia pure indiretto, sia per l’intero territorio e per chi qui risiede e non ha lavoro o ne ha uno molto molto saltuario.
Cosa fare, dopo tanti anni persi, per ridurre se non invertire la tendenza?
È proprio a questo che dovrebbero pensare gli uomini di governo, soprattutto quelli locali, dato che ormai da anni non fanno che far scaturire decisioni e comportamenti da presunte decisioni e comportamenti di Rebrab/Cevital/Aferpi (e prima di altri personaggi) dati sempre per buoni, ma che, come abbiamo visto (tutto era già scritto e bastava leggere, niente è nato dal nulla), non lo erano affatto.
Quali decisioni saranno prese sulle destinazioni d’uso delle centinaia di ettari di territorio oggetto della variante urbanistica per l’attuazione del Piano Industriale Aferpi (così si chiama perché così l’ha chiamata ufficialmente il Comune) oggi non più attuale?
Dato che il Comune di Piombino non ha la benché minima idea al di fuori di quelle esposte da Aferpi, utilizzerà l’occasione data dalla legge urbanistica regionale per la riqualificazione di aree industriali dismesse?
Quali decisioni saranno prese per attrezzare e rendere funzionali le aree portuali che incautamente sono state congelate per tre anni in attesa dei progetti di Aferpi?
Quali decisioni saranno prese per le infrastrutture viarie e ferroviarie, compresa la ss 398, i cui tracciati sono stati decisi in funzione delle volontà di Aferpi?
Quali decisioni saranno prese per i programmi ed i finanziamenti per le bonifiche ambientali delle aree industriali anch’esse tarate fin dall’inizio sulle esigenze di Aferpi?
Domande fondamentali che chiamano in causa la volontà e la capacità delle istituzioni locali, regionali e nazionali di avere una loro autonoma visione del territorio e delle modalità di renderla attuabile.
E siccome si tratta di domande fondamentali che esigono risposte fondamentali di tutto c’è bisogno fuorché di inni alla gioia o silenzi assordanti.
Ammesso e non concesso che si possa recuperare quella caduta di credibilità politica che tutta la gestione degli ultimi dieci anni ed oltre ha prodotto con le declamazioni, le intolleranze, le presunzioni, le narrazioni infelici affioranti in un mare di stucchevole retorica che ne hanno costituito il fil rouge.
Ma perché non ve n’andate? Ahhh, aria pulita, ricominciare da zero, come se non foste mai esistiti. Che bello sarebbe.