Si mangia per vivere o per evitare alcuni alimenti?
In val di Cornia vivono circa 600 celiaci dei quali solo 100 sono censiti ufficialmente.
Qui esiste ed agisce l’ Associazione celiachia e intolleranze alimentari (AceIA www.aceia.it) costituita da 40 soci. Nata nel 2008 è stata creata per rispondere agli interrogativi e per cercare di tranquillizzare e rassicurare tutti coloro che si trovano davanti alla realtà dell’intolleranza al glutine e altre sostanze come lattosio, proteine del latte, uova….), ma anche per cercare di aiutare coloro che convivono con tali persone, genitori, parenti, amici, insegnanti, per conoscere le paure, le frustrazioni e i disagi che essi possono avere nel rapportarsi agli altri.
Nel corso del tempo sono stati organizzati seminari con le famiglie finalizzati al rilascio delle conoscenze indispensabili per preparare cibi con assoluta certezza privi di glutine e un corso di formazione per 10 ristoratori. Continua è la partecipazione a sagre, feste e manifestazioni pubbliche perché siano organizzate in maniera tale da permetterne l’accesso anche ai celiaci. «E’, dice Mari Burgalassi consigliere dell’ associazione, un’opera di informazione indispensabile perché tutti i luoghi di distribuzione di alimenti siano organizzati in maniera tale da includere anche le esigenze dei celiaci. Difficile risolvere il problema dei costi connessi ma se non altro il diritto ad una vita pari a quella di tutte le altre persone sia garantito!»
Ma che cosa è la celiachia?
Avete mai sentito dire “.. fin da bambino ho avuto lo stomaco delicato con frequente gastrite e colite e ultimamente i miei problemi sono aumentati con diarrea, vomito , meteorismo, inappetenza e addome globoso.. “?
E’ bene sapere che questi quadri clinici appena accennati possono essere manifestazioni di un’enteropatia immunomediata chiamata Malattia Celiaca (MC) che si manifesta nei soggetti geneticamente predisposti a seguito dell’ingestione del glutine, una proteina presente in alcuni cereali quali grano, segale ed orzo.
La forma classica solitamente esordisce nei primi 6 – 24 mesi, poco dopo l’introduzione del glutine durante il divezzamento, ma può presentarsi nella forma tardiva, caratterizzata da sintomi gastrointestinali atipici.
Viene descritta la forma silente (presenza di lesioni intestinali in assenza di sintomi) e la forma potenziale (test di laboratorio positivi in assenza di lesioni intestinali).
Negli ultimi anni, la maggiore conoscenza e consapevolezza della malattia da parte degli operatori sanitari e la disponibilità di test sierologici ( prelievo di sangue ) per la individuazione dei soggetti a rischio da inviare all’esame endoscopico, test risolutivo, hanno permesso di individuare soggetti celiaci che altrimenti sarebbero rimasti non diagnosticati.
Le conseguenze di una celiachia non gestita possono essere molto importanti: anemia, osteoporosi, riduzione della fertilità con aborti ripetuti, problemi neurologici, aumento del rischio di tumori del tratto intestinale.
Ad oggi non conosciamo ancora una cura per questa intolleranza. L’unico trattamento efficace della celiachia è dunque una scrupolosa dieta alimentare priva di glutine.