Si nazionalizzino le acciaierie di Piombino e Taranto
PIOMBINO 10 novembre 2019 — Mercoledì 6 novembre è accaduto un grave infortunio dentro lo stabilimento di Piombino. Durante il carico di rotaie al TPP, un giovane operaio è caduto procurandosi una frattura scomposta al braccio. Ricordiamo che all’interno dell’azienda non c’è più un presidio medico in fabbrica da molto tempo e che un simile incidente con la stessa gravità era già accaduto poco più di un anno fa, procurando a un lavoratore la frattura di un femore. Noi di USB ribadiamo con forza che la sicurezza dei lavoratori viene al primo posto, la proprietà e gli enti proposti vigilino sulla sicurezza obbligando gli stessi ad intervenire con investimenti. Non è accettabile che alcuni lavoratori lavorino in straordinario e con numerose mansioni accorpate e aumenti dei ritmi di lavoro, con più di 1000 cassaintegrati a casa da 4–5 anni. Tutto questa va ad influire anche sulla sicurezza oltre che sul fattore economico. Ci sono reparti e mansioni per esempio al CSE dove sarebbe possibile fare rotazioni. Si continua con le divisione dei lavoratori tra quelli che lavorano e chi in cassa integrazione. La situazione sta diventando sempre più grande. La grave situazione che sta colpendo Taranto, partendo da un possibile ritiro di Alceror Mittal dalle acciaierie o da un possibile cambio del piano industriale con migliaia di esuberi come già dichiarato, e le dichiarazioni di alcuni esponenti politici nazionali e della stessa azienda di un interessamento da parte di Jindal per le acciaierie di Taranto poi successivamente smentito ci mettono ancora di più in preallarme sul futuro. Le dichiarazioni fatte dopo l’arrivo dei manager di Jindal qui in Piombino prevedono interventi sui treni di laminazione e sulla tempra ma sul piano industriale che confermi i forni elettrici con la relativa acciaieria niente è stato detto e confermato, anzi prevedono tempi più lunghi per la produzione di acciaio. Tutto questo potrebbe far pensare che in futuro la stessa multinazionale dichiari esuberi. Ricordiamo che senza i forni elettrici la piena occupazione non potrà esserci. USB vuole mettere insieme a Taranto anche la vertenza di Piombino al centro della politica nazionale. Il Governo ci deve garantire che il piano industriale con i relativi investimenti venga rispettato con la piena occupazione. Se le multinazionali non vogliono investire sulla produzione e sulle bonifiche ambientali mantenendo la piena occupazione, lo Stato e il Governo deve mettere in campo la salvaguardia della produzione dell’acciaio fondamentale per l’Italia nazionalizzando i siti industriali come Piombino e Taranto.
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