Acqua più cara ma Asa vuole pagare meno ai Comuni

· Inserito in Spazio aperto
Giuliano Parodi

SUVERETO 5 mag­gio 2015 — Il Gov­er­no Ren­zi da diver­si mesi ha impres­so una decisa accel­er­azione ai pro­ces­si di pri­va­tiz­zazione dell’acqua e dei servizi pub­bli­ci locali attra­ver­so mec­ca­n­is­mi che inten­dono aggi­rare l’esito del ref­er­en­dum del 2011.
Non si obbli­ga più alla pri­va­tiz­zazione, come fece il Gov­er­no Berlus­coni, ma si favoriscono pro­ces­si che pun­tano a rag­giun­gere il medes­i­mo obi­et­ti­vo incen­ti­van­do esplici­ta­mente le dis­mis­sioni delle azioni dei Comu­ni, tra l’altro in con­trasto con la dis­ci­plina comu­ni­taria che invece la indi­ca come scelta pos­si­bile da parte degli sta­ti mem­bri e dei rispet­tivi enti locali, e favoren­do eco­nomi­ca­mente i sogget­ti pri­vati e i pro­ces­si di aggregazione tra aziende.
Pochi giorni fa il Sen­a­to ha approva­to il dis­eg­no di legge del­e­ga Madia sul­la Pub­bli­ca Ammin­is­trazione. Le norme inserite negli arti­coli 13 e 14 pun­tano a lim­itare dras­ti­ca­mente la pos­si­bil­ità di ges­tione pub­bli­ca, incen­ti­vano i pro­ces­si di aggregazione tra aziende intorno ai quat­tro colos­si multi­u­til­i­ties attuali – A2A, Iren, Hera e Acea – già col­lo­cati in Bor­sa, oltre a favorire la perdi­ta del con­trol­lo pub­bli­co dei sogget­ti gestori.
Il proces­so tramite il quale s’intende rag­giun­gere la disce­sa del­la parte­ci­pazione pub­bli­ca in Hera dal 51 % al 38 % ne è la conc­re­ta e dram­mat­i­ca con­fer­ma. Con­tro questo proces­so è in atto una forte mobil­i­tazione dei comi­tati per l’acqua dell’Emilia Romagna.
E come se non bas­tasse, Mer­cole­di’ 6 mag­gio i sin­daci mem­bri si riu­ni­ran­no a Livorno per dis­cutere la pro­pos­ta for­mu­la­ta in questi giorni dal­l’AIT (Autori­ta’ Idri­ca Toscana) per aumentare le tar­iffe sulle bol­lette del­l’acque del 4,6% medio, in con­ti­nui­ta’ con le diret­tive con­tabili del­l’AEEGS (Autorità per l’energia e il gas, che da due anni si occu­pa anche del sis­tema idri­co).
Questo portera’ un aggravio sulle tasche dei cit­ta­di­ni che, gra­zie alle poltiche fal­li­menta­re di ASA, han­no vis­to crescere espo­nen­zial­mente i costi e diminuire i servizi. ASA, che ha in con­ces­sione dai Comu­ni la rete idri­ca, ha pro­pos­to in questi giorni ai Sin­daci di rin­un­cia­re in via defin­i­ti­va a parte del canone di affit­to per­ché in dif­fi­coltà eco­nom­i­ca.
La situ­azione e’ para­dos­sale: da una parte si chiede di rat­i­fi­care un aumen­to delle tar­iffe e dal­l’al­tra ASA chiede uno scon­to sul canone. Questo sce­nario evi­den­zia il fal­li­men­to del­la ges­tione mista pubblico/privato del­l’ac­qua che in questi anni ha por­ta­to solo costi e pochissi­mi inter­ven­ti sostanziale sul­la rete che reg­is­tra perdite oltre il 40%.
Invece di ottem­per­are alla volon­ta’ di 27 mil­ioni di ital­iani ‚che con il ref­er­en­dum ave­vano espres­so delle pre­cise indi­cazioni, e com­in­cia­re a ripen­sare ad una ges­tione fun­zionale e pub­bli­ca del servizio, si spinge ver­so una pri­va­tiz­zazione totale che inevitabil­mente portera’ con­dizioni sem­pre piu dis­as­trose per i cit­ta­di­ni.
Come cit­ta­di­ni non abbi­amo bisog­no di soci pri­vati dis­posti solo a spar­tir­si utili ma siamo capaci di fare inves­ti­men­ti sostanziali per miglio­rare un servizio fon­da­men­tale come questo.

Commenta il post