Siamo di fronte al più grande cambiamento d’epoca
PIOMBINO 27 settembre 2015 — Abbiamo da tempo iniziato un camino orientato al rinnovo dei gruppi dirigenti delle aziende dei nostri Comuni incoraggiando una discussione il più possibile approfondita sulle linee guida sulle quali orientare il lavoro in coerenza col progetto che abbiamo immaginato per il nostro territorio. Il partito ovviamente si impegna nella discussione politica che chiama in causa un’azienda pubblica. Non ci occupiamo di consigli di amministrazione (cda) e di nomi se non per cercare di dare un contributo rispetto ai criteri politici — per ispirare le scelte. Stesso metodo utilizzato per Asiu e Tap.
La società di cui si parla può e deve giocare un ruolo cruciale nel lavoro che stiamo mettendo in atto per disegnare il nuovo modello di sviluppo di questo territorio.
Per questo abbiamo deciso di dare un contributo riassestando i nostri tavoli di lavoro tematici. Cominceremo il 24 ottobre a San Vincenzo per chiudere verso la fine dell’anno a Piombino.
La Parchi è l’unica azienda per cui il cda non sia stato ancora rinnovato e bisogna che a questo rinnovo segua quello di una strategia, non solo nomi, ma anche che cosa fare.
Io credo che siamo di fronte a una società anomala, ma penso che questa caratteristica abbia rappresentato una formidabile intuizione: non rinunciare a quelle che sono le funzioni del nostro territorio, ma dotarsi di uno strumento inteso come strumento di governo in grado di creare energie, consolidare il processo di diversificazione economica di cui ancora si parla e che cercava di fronteggiare la terribile crisi della siderurgia degli anni Novanta. Idea antica, ma ancora straordinariamente moderna: da lì bisogna partire per rinnovare nel tempo nuovo in cui viviamo. Il lavoro fatto in quella società deve essere rivendicato con orgoglio dal nostro territorio, conservato e trasmesso anche alla nuova Parchi. Lo dobbiamo fare nel rispetto di chi ci ha lavorato in questi anni pur in difficoltà enormi, specie negli ultimi tempi. La Parchi è oggetto di riconoscimento e punto di riferimento del panorama nazionale, ma da ciò che si legge sulla stampa, non solo quella locale, emergono delle contraddizioni tra la percezione del territorio — che verte spesso sul disservizio — e quella nazionale che ci indica questa società come modello assoluto anche in rapporto al sistema museale nazionale di serie A. Se localmente la funzione di questa società è molto cambiata noi dobbiamo intervenire, quella è una società dei Comuni, frutto di una scelta politica, perché pensiamo che sia una scelta di buon governo di un territorio pregiato. Questo è sostenibile se attorno c’è una consapevolezza diffusa nella comunità, cittadini, studenti, imprenditori turistici. Questo è il primo punto che abbiamo di fronte: come questa società possa tornare ad aver un ruolo di primo piano in questo territorio. Se per fare questo c’è bisogno di affrontare il nodo dell’eccesso di rigidità talvolta percepito, noi dobbiamo avere il coraggio di farlo. Noi e insieme a noi i Comuni, che hanno cominciato a pensare a forme di associazione tra Parchi e imprese turistiche per un reciproco contributo. Questo ragionamento deve essere portato avanti con determinazione, ma sulla mission della Parchi la discussione tra noi deve fare un salto di qualità.
Necessariamente alcune voci dell’economia di questo territorio debbono scalare la classifica per collocarsi dalle parti della siderurgia, agricoltura e turismo. Sul turismo abbiamo fatto veloci e spediti passi decisivi, ma sappiamo anche quali siano le potenzialità inespresse, per tante ragioni. Credo che si debba conservare la parte importante del valore che attiene alla Parchi per la conservazione dei beni, ma anche affiancare un più robusto ruolo di promozione turistica, mettere mano alla sua organizzazione, trascinarla sul terreno della nostra discussione politica, che coinvolge anche altre realtà territoriali limitrofe che provano a uscire dalla crisi. Interazione col settore archeominerario. Per avere una proposta turisticamente forte anche nei nuovi mercati internazionali uscire dai confini tradizionali (non si può parlare di turismo senza Elba e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano).
Noi non siamo di fronte a una crisi, ma al più grande cambiamento d’epoca da un secolo a questa parte. L’unica cosa che mi sento di condividere a proposito del nostro contributo al cda della Parchi: si prosegua con il modello Asiu. Competenze al primo posto, professionalità, indipendentemente dall’appartenenza politica. Penso che sia opportuno che questo cambio avvenga mettendo in sicurezza la prossima stagione per fare in modo che il nuovo gruppo dirigente abbia tutto il tempo per programmarla.
Ufficio Stampa Federazione Pd Val di Cornia Elba