Siccità drammatica: servono interventi d’emergenza

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 25 mag­gio 2017 — Quest’an­no l’assen­za di pre­cip­i­tazioni è sta­ta inedi­ta e si pre­an­nun­cia un’es­tate dram­mat­i­ca per le attiv­ità che si basano sul­la risor­sa idri­ca: in pri­mo luo­go l’a­gri­coltura ma, a ben vedere, tutte.
È in questo con­testo che rite­ni­amo allu­ci­nante il sostanziale silen­zio delle isti­tuzioni e l’assen­za di un piano con­cre­to per atten­uare gli effet­ti del­la sic­c­ità incombente. La crisi idri­ca del­la Val di Cor­nia è strut­turale. Negli ulti­mi decen­ni, nonos­tante la sem­pre minor disponi­bil­ità di acqua a causa dei cam­bi­a­men­ti cli­mati­ci, si è scel­to di perseguire logiche di trasfor­mazioni del ter­ri­to­rio il cui impat­to sul­la risor­sa è insosteni­bile.
Anche la ges­tione del servizio idri­co ha pale­sato errori strate­gi­ci che oggi paghi­amo a caris­si­mo prez­zo. Men­tre si con­vogli­a­vano le risorse per real­iz­zare gran­di inter­ven­ti, si è las­ci­a­ta ulte­ri­or­mente degradare una rete idri­ca già poco effi­ciente al momen­to del­l’inizio del­la ges­tione del­l’ASA.
La bef­fa è che il mag­gior inves­ti­men­to, l’in­ter­ven­to mil­ionario che ha con­voglia­to le acque dei depu­ra­tori del­la Val di Cor­nia a Piom­bi­no (il cosid­det­to “Cor­nia indus­tri­ale”) per­ché servis­sero agli usi del­l’ac­ciaieria, ad oggi, visti i liv­el­li di attiv­ità del­la stes­sa, non serve prati­ca­mente a niente. L’ac­qua depu­ra­ta, por­ta­ta a Piom­bi­no, finisce in mare alla fac­cia del­la sic­c­ità. Ciò che serve è sot­to gli occhi di tut­ti. Occorre pren­dere coscien­za del­lo sta­to di emer­gen­za e pre­dis­porre tut­ti gli stru­men­ti nec­es­sari per­ché si pos­sano recu­per­are le acque inuti­liz­zate dal­l’in­dus­tria.
Si adeguino da subito gli acque­dot­ti riducen­done le perdite, si eli­m­ini­no gli sprechi (a par­tire da quel­li delle pub­bliche ammin­is­trazioni) e si ela­bori con la mas­si­ma urgen­za un prog­et­to prat­i­ca­bile per il riu­ti­liz­zo delle acque reflue del “Cor­nia indus­tri­ale”.
Infine serve una revi­sione del mod­el­lo di svilup­po perse­gui­to che dimostra tut­ti i lim­i­ti già molte volte denun­ciati. Le respon­s­abil­ità delle ammin­is­trazioni comu­nali sui ritar­di accu­mu­lati in tal sen­so sono sot­to gli occhi di tut­ti e sono una moti­vazione in più per­ché, in una situ­azione così crit­i­ca, si avvii con urgen­za questo lavoro indis­pens­abile che coin­volge ad ogni liv­el­lo la soci­età ed il tes­su­to eco­nom­i­co.

Comune dei Cit­ta­di­ni
Un’altra Piom­bi­no
Assem­blea San­vin­cen­z­i­na
Assem­blea Popo­lare Suvere­to

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