Sindacati vassalli del potere politico locale

PIOMBINO 13 novem­bre 2018 — Già nell’ultima set­ti­mana i sin­da­cati han­no dis­at­te­so le aspet­ta­tive dei lavo­ra­tori, non rispet­tan­do la deci­sione pre­sa dall’assemblea di met­tere in atto una forte azione dimostra­ti­va che facesse di Piom­bi­no un caso di por­ta­ta nazionale. In quel­la occa­sione han­no prefer­i­to affi­dar­si a politi­ci faziosi, già pesan­te­mente respon­s­abili del dis­as­tro che dura da anni ed ora pron­ti – di nuo­vo!!! – ad erg­er­si a pal­a­di­ni dei lavo­ra­tori, in nome di qualche voto in più alle prossime elezioni.
I sin­da­cati han­no così palese­mente dimostra­to il loro vas­sal­lag­gio al potere politi­co locale e la totale inca­pac­ità di agire in autono­mia.
Oggi il prob­le­ma si ripro­pone: i sin­da­cati sono invi­tati a Roma per fir­mare l’accettazione del­la scon­fit­ta, quel­la di una cas­sa inte­grazione che toglierà dalle tasche dei lavo­ra­tori Afer­pi una cifra oscil­lante tra 250 e 300 euro e sot­trar­rà una cifra di 500mila euro men­sili all’economia com­mer­ciale del com­pren­so­rio.
Ciò non deve avvenire! I lavo­ra­tori vogliono vivere del loro lavoro e non di ammor­tiz­za­tori sociali. Ma se le forze politiche e sin­da­cali han­no accetta­to un prog­et­to indus­tri­ale che par­la di recu­pero dell’occupazione tra tre o addirit­tura quat­tro anni, allo­ra nel frat­tem­po i lavo­ra­tori han­no dirit­to ad un sosteg­no dig­ni­toso, che non li por­ti alle soglie del­la povertà, che non impedis­ca ai loro figli di stu­di­are come tut­ti, che non li costringa a mas­sacran­ti lavori in nero sot­top­a­gati.
Allo­ra vada pure la cas­sa inte­grazione in dero­ga, purché sia accom­pa­g­na­ta da altre forme di inte­grazione salar­i­ale; sap­pi­amo ad esem­pio che del finanzi­a­men­to del decre­to che ci ha sostenu­to fino ad oggi sono rimasti non spe­si cir­ca otto mil­ioni di euro: che vengano uti­liz­za­ti come for­ma di incen­ti­vazione.
Queste ed altre azioni per­me­t­tereb­bero di super­are la situ­azione, assieme ad un mag­gior con­trol­lo del­lo Sta­to e ad una mag­giore e più forte pres­sione nei con­fron­ti del­la pro­pri­età affinché i pro­gram­mi pre­sen­tati vengano effet­ti­va­mente real­iz­za­ti ed accelerati: con i treni di lam­i­nazione fun­zio­nan­ti a tem­po pieno, ad esem­pio, diviene pos­si­bile par­lare di turni di rotazione. Men­tre le “pro­poste” di cor­si di for­mazione, sen­za cop­er­tu­ra delle spese di parte­ci­pazione e sen­za nes­suna garanzia di reimpiego van­no respinte: si trat­ta solo di forme di selezione dei lavo­ra­tori. Si pren­derà nota dei “buoni” (quel­li che supina­mente accettano di far­si val­utare) e dei cat­tivi (quel­li che, oberati dai deb­iti, non potran­no, ad esem­pio, sob­bar­car­si questi costi o quel­li che per prin­ci­pio rifi­uter­an­no ques­ta dis­crim­i­nazione). I cor­si di for­mazione seri sono quel­li pagati e che garan­tis­cono uno sboc­co pro­fes­sion­ale serio, sia per il reimpiego nel­la stes­sa fab­bri­ca, sia per il pas­sag­gio ad altre realtà pro­dut­tive.
In ogni caso i sin­da­cati non devono andare a Roma a fare le damigelle al mat­ri­mo­nio tra isti­tuzioni e padrona­to. Se vogliono andar­ci allo­ra pri­ma è indis­pens­abile un pas­sag­gio con­sul­ti­vo vin­colante con i lavo­ra­tori. Si con­vochi imme­di­ata­mente l’assemblea dei lavo­ra­tori Afer­pi e Piom­bi­no Logis­tics, si dis­cu­tano tutte le ipote­si (alcune le abbi­amo pro­poste qui, altre usci­ran­no dal­la dis­cus­sione) e vengano votate a scru­ti­nio seg­re­to.
Ques­ta è davvero l’ultima spi­ag­gia per i lavo­ra­tori, ma anche per i sin­da­cati: il rifi­u­to di una delle con­dizioni (l’assemblea e il voto seg­re­to) rap­p­re­sen­ter­an­no, nel­la coscien­za di molti lavo­ra­tori e lavo­ra­tri­ci, la fine del­la fidu­cia nel sin­da­ca­to:. Potran­no anche man­tenere la tessera per pure ragioni di oppor­tu­nità (la dife­sa indi­vid­uale dei pro­pri priv­i­le­gi, la pos­si­bil­ità di usare i servizi che il sin­da­ca­to mette a dis­po­sizione), ma diminuirà anco­ra l’adesione alla lin­ea polit­i­ca e la parte­ci­pazione alle mobil­i­tazioni. Ed avran­no ragione.

Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG

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