Smc, indagini della Procura e molte preoccupazioni
PIOMBINO 8 aprile 2014 — Doveva essere un martedì di notizie positive, dopo l’annunciato aumento di capitale della Smc, invece è stato un giorno nerissimo. Il Tirreno, in un articolo a firma Giorgio Pasquinucci, ha offerto ai propri lettori una notizia che sta tutta nel titolo: “La procura indaga su Khaled e la Smc”. Nel testo si legge che la Guardia di finanzia su incarico della Procura della Repubblica di Livorno ha aperto un’indagine per verificare se sussistano le ipotesi per procedere in ordine ai reati di turbativa d’asta e falso in atto pubblico a carico dell’imprenditore giordano. I magistrati, secondo quanto riporta il giornale livornese, avrebbero ricevuto, come atto dovuto, un esposto dal Commissario Nardi che avrebbe a sua volta agito dietro un input del Consiglio di sorveglianza sulla gara per la vendita della Lucchini. L’ipotesi di falso sarebbe invece legata ad una presunta dichiarazione di non aver subìto condanne penali da parte di Khaled al Habahbeh nella domanda per ottenere il permesso di soggiorno. Siamo chiaramente alle prime battute di un’inchiesta i cui sviluppi, in ogni senso, sono imprevedibili. Di certo l’evolversi della situazione non giova a offrire tranquillità ai lavoratori che vedono il loro stipendio e il loro posto di lavoro sempre più a rischio. Da citare che nel sito ufficiale della Smc (http://www.smc-gr.com/accueil.html) viene annunciata per il 24 aprile la presentazione all’Hotel Regency Gammarth di Tunisi dell’aumento di capitale da due milioni a due miliardi di dollari, definito “pressappoco pari ad un quinto del budget dello stato tunisino”. Parrebbe di capire che, a fronte di una decisione di incrementare il capitale adottata dal consiglio di amministrazione il 4 aprile, l’iniziativa al Regency si configuri non tanto come un meeting per comunicare l’avvenimento quando piuttosto come uno degli strumenti, che spesso si adottano in questi casi, per concretizzare economicamente la scelta del Cda. Non ci sono conferme al riguardo ma, se così fosse, almeno fino alla data del 24 aprile, il gruppo di Khaled potrebbe non aver concluso ancora il proprio iter per eventualmente giungere ad una offerta sostenuta da garanzie. Si potrebbe comprendere in questo senso la dichiarazione, molto prudente, del viceministro allo sviluppo economico Claudio De Vincenti che ai microfoni dei giornalisti Rai ha tenuto a precisare che la notizia dell’aumento di capitale non vale certo una dimostrazione concreta di avere le garanzie per sostenere l’ingente investimento che il gruppo arabo ha annunciato fin dalla conferenza tenuta, alla presenza del sindaco Anselmi, nella sala del consiglio comunale di Piombino. La tangibile preoccupazione, che si avverte di fronte ad una situazione davvero critica, impegna i sindacati in queste ore non certo facili. Al termine di riunioni tenute oggi i sindacati di categoria e la Rsu della fabbrica hanno rilasciato questo documento nel quale si arriva perfino ad ipotizzare una iniziativa forte come la rinuncia ad esprimersi nel voto per le europee:
Le segreterie di Fim/Fiom/Uilm e la RSU Lucchini, hanno deliberato quanto segue: riteniamo necessario che se SMC ha la volontà e la possibilità di acquistare (unica proposta che mantiene il ciclo integrale) lo stabilimento di Piombino, deve per mantenere l’altoforno attivo, fare entro il 14 aprile l’offerta vincolante. Ostacolare tali proposte avanzando sospetti per bloccare tutto, è da irresponsabili. Il sindacato ha però l’obbligo di verificare un percorso senza SMC. Se saltasse è essenziale garantire il forno elettrico ed il corex. Tutte le proposte presenti ad oggi, come comunicato dal commissario Nardi, non prevedono nè altoforno, nè forno elettrico. Quindi questo significa che le proposte in campo, se l’area a caldo si ferma, provocheranno un esubero di personale tra diretti ed imprese di circa 3000 unità. Per questo la nostra posizione è quella di chiedere ammortizzatori sociali comuni per i dipendenti diretti Lucchini e di tutti i lavoratori delle imprese di appalto metalmeccaniche e non. Per i lavoratori Lucchini, riteniamo che finché sono dentro la procedura, deve essere applicato il Contratto di solidarietà e durante tale fase si discuta della collocazione futura di tutti i lavoratori. Quindi riteniamo che l’accordo di programma debba avere come protagonisti anche le organizzazioni sindacali, sui temi delle bonifiche, tempistiche, numero di lavoratori necessari, chi smantella e mette in sicurezza l’area fusoria non attiva, ecc.. Per questo riteniamo importante richiedere alle istituzioni che seguono la stesura dell’accordo di programma, di non firmarlo se non ci sono i punti da noi elencati con la nostra presenza. Questa vertenza dimostra che invece di favorire gli investimenti, vengono usati tutti gli strumenti per ostacolare, ecco perché per noi la procedura presenta dei lati non chiari, quindi si sta valutando un esposto alla Procura della Repubblica, cosa non ancora avvenuta per non bloccare nessuna procedura. Il sindacato ha sempre cercato di trovare soluzioni per il lavoro, tenendo l’altoforno in marcia; nei prossimi giorni organizzeremo le assemblee con i lavoratori in luoghi, date e orari che saranno annunciati presto, ma è chiaro sin da ora, dato che l’obbiettivo del Commissario è spengere l’altoforno, creando un disastro sociale, a cui risponderemo con forti iniziative, in cui non sarà più possibile nessun tipo di garanzia. Dalla riunione della RSU è emerso il distacco di una grossa parte della politica da questa vicenda e in caso di altoforno spento, la proposta uscita dalla riunione è stata quella di andare a votare alle amministrative rifiutando per protesta la scheda per il parlamento europeo.