Quelle società sconosciute e tutte da conoscere
Che cosa sono le società partecipate dagli enti pubblici ed in particolare dalle amministrazioni comunali e dalle Province? Se n’è occupata anche la Camera dei deputati che in uno studio dell’aprile 2012 (http://documenti.camera.it/leg16/dossier/testi/BI0506.htm) ha ben descritto la situazione:«.… Alle società partecipate da enti pubblici che producono beni e servizi operanti in regime di mercato ed aventi forma e sostanza privatistica, si affiancano, infatti, sempre più spesso, soggetti che — pur avendo una veste giuridica privatistica — perseguono interessi generali, svolgendo compiti e funzioni di natura pubblicistica tali da configurarli come veri e propri apparati pubblici – enti pubblici in forma societaria — o “organismi di diritto pubblico”, secondo la definizione della direttiva 2004/18/CE, soggetti a particolari e penetranti regole di gestione e controllo pubblico. Tali soggetti rientrano dunque
in un concetto di pubblica amministrazione flessibile, “a geometrie variabili”.Nell’ultimo decennio il fenomeno si è amplificato anche grazie all’aumento del numero delle società controllate da amministrazioni regionali, provinciali e locali.
La proliferazione delle società a partecipazione locale è stata peraltro oggetto di una indagine della Corte dei Conti. Nel giugno 2010, la Sezione autonomie della Corte ne ha pubblicato i risultati in una relazione trasmessa al Parlamento (http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_autonomie/2010/delibera_14_2010_aut.pdf).
Dall’analisi sono risultati 5.860 organismi partecipati da 5.928 enti (comuni e province). Si tratta in particolare di 3.787 organismi con forma giuridica societaria (società per azioni, società a responsabilità limitata, società consortili e società cooperative) e 2.073 organismi con forma giuridica diversa (consorzi, fondazioni, istituzioni, azienda speciali).
Dal punto di vista dell’attività svolta, il 34,67% degli organismi partecipati si occupa di servizi pubblici locali: Il 65,33% degli organismi partecipati svolge attività riconducibili ad altro: in particolare, attività culturali sportive e di sviluppo turistico, supporto alle imprese, scientifiche e tecniche, agricoltura silvicoltura e pesca, sanità e assistenza sociale, farmacie.… La Corte afferma che la costituzione e la partecipazione in società da parte degli enti locali risulta essere spesso utilizzata quale strumento per forzare le regole poste a tutela della concorrenza e sovente finalizzato ad eludere i vincoli di finanza pubblica imposti agli enti locali.…».
L’espandersi delle società partecipate ha fatto emergere alla superficie un problema, anzi due ma intrecciati: un problema di indirizzo e controllo reale da parte delle istituzioni elettive e dei loro organi sulle società di cui sono proprietari, il cosiddetto controllo analogo, ed un problema di possibile lesione del principio di concorrenza nel caso di utilizzazione abnorme di questi strumenti attraverso affidamenti diretti di gestione di servizi ( è assolutamente vietato l’affidamento diretto per l’esecuzione di opere pubbliche), il cosiddetto affidamento in house.
Il Consiglio di Stato ma anche l’ Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici ha affermato più volte esplicitamente che per un legittimo affidamento in house è necessario che concorrano due elementi:
a) l’amministrazione aggiudicatrice deve esercitare sul soggetto affidatario un “controllo analogo” a quello esercitato sui propri servizi;
b) il soggetto affidatario deve svolgere la maggior parte della propria attività in favore dell’ente pubblico di appartenenza.
La Corte di Giustizia dell’ Unione Europea ha anche escluso che possa sussistere il controllo analogo in presenza di una compagine societaria composta anche da capitale privato.
In conclusione sembrerebbe saggio e politicamente opportuno per coerenza con i principi di apertura della società, apertura del mercato, trasparenza delle istituzioni che si restringesse l’area delle partecipate, che il rapporto di dipendenza tra istituzioni elettive e partecipate fosse molto più forte.