L'estrazione di Cave di Campiglia continuerà almeno fino al 2022

Soffritti: cave sì cave no per me pari son

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Redazione

PIOMBINO 17 novem­bre 2016 — Chissà cosa vuol dire la sin­da­ca di Campiglia Rossana Sof­frit­ti affer­man­do, per chiarez­za di tut­ti, che «…le attiv­ità estrat­tive di Cave di Campiglia scadono il 31 dicem­bre 2018, ma il ritar­do nell’attuazione del piano di colti­vazione e quin­di la disponi­bil­ità anco­ra di molti metri cubi da scav­are, per­me­tte alla soci­età di con­tin­uare prati­ca­mente in auto­mati­co almeno fino alla fine del 2022…». La doman­da è lecita per­ché pare di capire che essendo­ci molto mate­ri­ale da scav­are la sca­den­za del­l’au­tor­iz­zazione pre­vista per il 31 dicem­bre 2018 sarà pro­l­un­ga­ta come atto dovu­to (prati­ca­mente in auto­mati­co?) di almeno quat­tro anni.
La com­pren­sione è davvero dif­fi­cile per­ché ovvi­a­mente non c’è nes­sun atto dovu­to, così come dicono i doc­u­men­ti fir­mati dal­la stes­sa soci­età Cave di Campiglia che, pre­sen­tan­do alla Regione Toscana il Prog­et­to Defin­i­ti­vo (PD), chiam­a­to Vari­ante al prog­et­to autor­iz­za­to del­la cava di inerte cal­careo denom­i­na­ta “Monte Calvi”, in quan­to parte inte­grante del­la pro­ce­du­ra di Val­u­tazione d’Impatto Ambi­en­tale (V.I.A.), più e più volte indi­ca nel 31 dicem­bre 2018 la data di fine delle attiv­ità estrat­tive. Queste le parole tes­tu­ali:

  • Le moti­vazioni alla pre­sen­tazione del PD, a tre anni dal­la sca­den­za nat­u­rale del dis­pos­i­ti­vo autor­iz­za­ti­vo, sono det­tate dal­la neces­sità di mod­i­fi­care l’impostazione prog­et­tuale ester­na al set­tore già risis­tem­ato; l’obiettivo è quel­lo di ridurre i costi di eser­cizio affinché gli attuali liv­el­li occu­pazion­ali pos­sano con­tin­uare a con­vi­vere con la per­du­rante crisi eco­nom­i­ca;
  • Lo Sta­to Finale del PD, con­sideran­do la sca­den­za nat­u­rale dell’autorizzazione (2018);
  • La sca­den­za dell’autorizzazione in essere è pre­vista per il 31/12/2018;
  • La dura­ta com­p­lessi­va del PD, con­sideran­do che l’autorizzazione in essere scadrà alla fine del 2018, è pari a 3 anni;
  • Il Pro­gram­ma eco­nom­i­co-finanziario di cop­er­tu­ra degli inves­ti­men­ti, rel­a­ti­va­mente agli impeg­ni di spe­sa per la ges­tione dei mezzi mec­ca­ni­ci fino al 2018, prevede sia il revamp­ing di quel­li oper­an­ti da alcu­ni anni per tut­to il tri­en­nio 2016 — 2018 sia l’acquisto di nuovi, nel­lo speci­fi­co due pale gom­mate ed un esca­v­a­tore, split­ta­to nei pri­mi due anni del tri­en­nio 2016 — 2018.

E a con­fer­ma che nem­meno un prob­le­ma di occu­pazione si dovrebbe porre, stan­do sem­pre a quan­to scrit­to da Cave di Campiglia,:

  • Attual­mente il numero delle maes­tranze è pari a quar­an­ta tra imp­ie­gati ed oper­a­tori; stan­do le attuali con­dizioni eco­nomiche ma mod­i­f­i­can­do lo schema oper­a­ti­vo come indi­ca­to al § 5.1 al fine di aumentare la pro­dut­tiv­ità e ridurre i costi, è ragionev­ole prevedere che det­to numero di maes­tranze pos­sa essere man­tenu­to fino alla sca­den­za dell’atto autor­iz­za­ti­vo.

Ed invece siamo alla deci­sione del Con­siglio di ammin­is­trazione di Cave di Campiglia di met­tere in mobil­ità dieci lavo­ra­tori, mobil­ità gius­ti­fi­ca­ta dal­la sca­den­za del­la con­ces­sione nel 2018, almeno fino alla fine del 2022.
E la sin­da­ca di Campiglia, più real­ista del re, pen­sa che le attiv­ità estrat­tive pos­sano con­tin­uare ben oltre il 2018.

Ven­gono al pet­tine i nodi, mai sci­olti dalle ammin­is­trazioni comu­nali, rel­a­tive alla ricon­ver­sione delle attiv­ità di cava e alle con­trad­dizioni nelle quali sono rimaste impigli­ate per lunghi anni, nonos­tante le ripetute decla­mazioni sul­la volon­tà di non per­me­t­tere attiv­ità di cava oltre la sca­den­za delle autor­iz­zazioni ed anzi esaltan­do la volon­tà di pen­sare alla uti­liz­zazione di prodot­ti derivati dai rifiu­ti indus­tri­ali come mate­ri­ali almeno parzial­mente alter­na­tivi.
In nome nat­u­ral­mente di un mod­el­lo Piom­bi­no fonda­to sul­lo svilup­po eco­com­pat­i­bile e sul­l’e­cono­mia cir­co­lare.
Sal­vo dimen­ti­care tut­to il giorno dopo, fino a can­cel­lare nelle delib­er­azioni di Campiglia e San Vin­cen­zo sul pas­sag­gio da Asiu a RiMa­te­ria ciò che nel­la analo­ga delib­er­azione di Piom­bi­no è sta­to scrit­to:
«gli scar­ti in ques­tione (sono gli scar­ti del­la pro­duzione di acciaio da ciclo inte­grale a Piom­bi­no, ndr) pos­sono sos­ti­tuire, in tut­to o in parte, i mate­ri­ali di cava estrat­ti nei Comu­ni di Campiglia Marit­ti­ma e S.Vincenzo e des­ti­nati alle real­iz­zazione delle impor­tan­ti opere infra­strut­turali del ter­ri­to­rio».

Sì pon­gono grossi prob­le­mi di capac­ità e volon­tà di pro­gram­mazione del ter­ri­to­rio ma si pone sopratut­to un ancor più grande prob­le­ma di cred­i­bil­ità.

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