Sostegni mirati a turismo e commercio
PIOMBINO 22 aprile 2020 — Su tutta la filiera del comparto turistico, dei servizi connessi e dei pubblici esercizi, cui gravano pesanti incognite per le imprese e i lavoratori, Confturismo-Confcommercio stimano che solo dal 1° marzo al 31 maggio è prevista una riduzione di 31,625 milioni di turisti in meno in Italia per una perdita stimata di 7,4 miliardi di euro. Astoi Confindustria (i tour operator) prevede una ripresa parziale delle attività tra fine estate/autunno e un ritorno alla normalità solo nel 2021, con una perdita di fatturato che va dal 35 al 70%. Federalberghi sostiene che la riduzione del 50 % del fatturato inizialmente ipotizzata ora appare ottimistica. È ormai evidente che per questo comparto occorrono misure straordinarie e che il rischio concreto è che molti operatori, legittimamente, rinuncino ad aprire anziché imbarcarsi in una stagione piena di incognite. È presumibile che anche le modalità di lavoro cambieranno. Pensiamo al distanziamento sociale che appare necessario e che ridurrà comprensibilmente la capacità di accoglienza e gli incassi, al probabile perdurare degli effetti psicologici che questa stagione porta con sé, ad un turismo che sarà ridotto e probabilmente caratterizzato nazionalmente se non regionalmente. Inoltre è inutile negare che le misure sulla liquidità per le imprese hanno mostrato limiti di farraginosità della procedura e anche delle modalità con cui sono state imbastite. Per chi avrà accesso al credito, in ogni caso, saranno comunque risorse aggiuntive da restituire a fronte di adempimenti fiscali che tra due mesi si riproporranno per molte partite iva e imprese.
Tutta la filiera turistica presenta una sua specificità; per questo riteniamo che ricorrendo a risorse necessariamente a debito si debba sostenere a tutti i livelli un settore che rappresenta il 13 % del PIL italiano con le seguenti misure:
- per quanto possibile celerità nel prevedere i tempi di riapertura e soprattutto le modalità organizzative e di lavoro previste,
- contributi a fondo perduto per coprire in parte i costi fissi non comprimibili in proporzione alla riduzione degli incassi ( bolletta elettrica, siae, costi assicurativi ),
- detraibilità totale per affitti e canoni di gestione che generano da accordi di pertinenza privata e che tuttavia gravano su buona parte degli operatori,
- rimodulazione significativa delle tasse locali ( rifiuti e suolo pubblico ),
- buoni vacanza per il turismo nazionale,
- detraibilità totale delle spese di messa a norma per le nuove disposizioni di distanziamento,
- estensione temporale della NASPI per il lavoratori che non verranno assunti,
- proroga della cassa integrazione per i lavoratori del comparto,
- sostegno ai Comuni che avranno una significativa riduzione degli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno.
Ci rendiamo conto che sussidiare un intero comparto è un operazione costosa che può gravare significativamente sul bilancio dello Stato, ma una porzione della partita che l’Italia si sta giocando in Europa deve essere necessariamente dedicata ad un settore che complessivamente rischia il tracollo.
Matteo Tortolini e Kety Pini (Coordinatori Italia Viva Val di Cornia – Elba)
Pierluigi Rinaldi (Coordinatore Comitato Italia Viva Val di Cornia – Elba)