Stufi di attendere l’Asl, vanno dal privato
Non giorni, non settimane ma in molti casi mesi. Attese inconcepibili per incontrare il medico dell’Asl, per effettuare un esame, per potersi curare. Sono preoccupanti i dati, rilevati allo scorso mese di settembre, sui tempi per ottenere un appuntamento nella sanità pubblica. E poco importa se il male è comune ed anzi in altre zone della Provincia si sta anche peggio, se addirittura, per la maggioranza delle prestazioni, la Val di Cornia supera la media provinciale. La bocciatura è comunque senza attenuanti quando si devono attendere 202 giorni per un’ecografia al capo o al collo, quando ne devono passare 141 per una risonanza magnetica alla colonna e 183 al cervello, quando non si va sotto esame prima di 182 giorni per un’ecografia dell’addome e 236 alla mammella, prestazioni che richiedono pochi minuti. Quando ti mettono in attesa per tre mesi e mezzo prima di sottoporti ad una Tac al torace e addirittura quando occorrono 254 giorni, più di otto mesi, per una mammografia fuori dallo screening programmato ad intervalli di tempo regolari per le donne oltre i 50 anni. E questi sono esami che non si fanno per gioco ma per il sospetto di patologie anche molto gravi.
La tabella, tratta dal sito dell’Asl 6, offre un quadro più che esaudiente anche se, non si sa per quale motivo, dall’elenco mancano, per esempio, le visite specialistiche per l’endocrinologia (appuntamento per maggio 2013 a Piombino oppure per ottobre 2012 a Livorno) e per la pneumologia (appuntamento a Piombino per fine gennaio 2013 senza spirometria e per metà novembre 2013 con spirometria).
E così dappertutto? Il raffronto più prossimo è, gioco forza, con Grosseto dove la situazione è nettamente migliore. Per esempio una visita cardiologica (dati aggiornati al 3 ottobre) si ottiene in sei giorni contro i 22 della Val di Cornia, le varie Tac si effettuano in un mese e sono poche le risonanze per superano consistentemente i 100 giorni. Certo anche qui una situazione tutt’altro che idilliaca ma non paragonabile a quella livornese. Chi ne avesse voglia può chiarirsi le idee visitando la pagine delle liste di attesa dell’Asl 9 della Maremma all’indirizzo:
http://www.usl9.grosseto.it/default.asp?idContenuto=160.
E’ evidente che, in una situazione del genere, chi ha bisogno urgente di una prestazione sanitaria ha poche scelte: forzatamente deve rivolgersi al privato, molto frequentemente al privato che svolge attività di libera professione all’interno della stessa Asl o, come si dice, “intramoenia”. Per la cronaca una visita specialistica in questo tipo di regime costa mediamente dagli 80 ai 100 euro, una parte dei quali, intorno al 30%, va all’azienda sanitaria.
E quanti sono in un anno i ricorsi alle prestazioni intramoenia? Più di quanti si possa credere. Nel 2011 in Val di Cornia i cittadini si sono rivolti allo specialista privato in 9.815 casi, uno ogni sei abitanti. Enormemente di più di quel che accade a Livorno dove la popolazione è quattro volte superiore mentre le prestazioni sono state poco più del doppio (21.901) rispetto alla zona di Piombino. Fa meno storia l’Elba con 1.959 appuntamenti in libera professione. E’ da record invece l’impressionante dato di Cecina che, nel 2011, ha raggiunto le 10.488 erogazioni intramoenia giustificate, senza dubbio, anche dall’altrettanto impressionante lunghezza delle liste di attesa per le prestazioni in regime pubblico ordinario. Se ne deduce facilmente che la libera professione tra le mura pubbliche rappresenta un capitolo importante nell’attività dell’Asl: dalle 44.163 prestazioni effettuate nel 2011 nell’intera provincia, l’azienda ha incassato una somma che si calcola intorno al milione e 200mila euro.
L’intramoenia, nei primi otto mesi del 2012, ha fatto registrare un calo significativo delle prestazioni se raffrontate con il corrispondente periodo dello scorso anno. In Val di Cornia, per esempio, siamo ad una diminuzione di 351 casi, ovvero una flessione del 5,7% rispetto al dato provinciale che marca un ‑2,11%. Una tendenza che riguarda in modo più o meno analogo l’Elba e la Bassa Val di Cecina mentre su Livorno si registra un aumento di un migliaio di prestazioni.
La lettura dei flussi, a fronte di una costanza nelle liste di attesa per le prestazioni pubbliche, potrebbe indurre a pensare che la crisi, particolarmente accentuata in Val di Cornia, stia recitando un proprio ruolo anche sul versante della salute individuale. Ovvero, pur non sopportando attese eccessivamente lunghe, i pazienti adottano una forma di risparmio evitando il ricorso all’intramoenia almeno nelle forme e con la frequenza del passato. Un elemento difficile da verificare ma che, nel caso, non potrebbe non destare preoccupazioni.
Da non scartare è anche l’ipotesi che l’aumento delle prestazioni private su Livorno sia legato al possibile e non infrequente trasferimento dei pazienti, provenienti dalle varie aree periferiche, verso gli ambulatori del capoluogo provinciale.