Stazione di Campiglia: pessimo biglietto da visita
CAMPIGLIA MARITTIMA 25 settembre 2019 — L’architetto Alberto Primi del Comitato per Campiglia ha inviato la seguente lettera aperta riguardante la stazione di Campiglia e la lottizzazione per la realizzazione di un’area servizi per l’assistenza all’uomo ed al veicolo al sindaco di Campiglia Alberta Ticciati:
“L’occasione di andare ad accogliere alcuni amici che arrivavano a Campiglia, mi ha dato lo spunto per rifare un giro e vedere i lavori alla stazione inaugurati poco tempo fa e lo stato di attuazione della lottizzazione mai completata: in pratica il biglietto da visita di Campiglia Marittima e Venturina Terme.
Per quello che riguarda la stazione non ho capito perché le FFSS, oltre al rialzamento dei marciapiedi e alla sistemazione di pensiline, ascensore, servizi igienici, si siano limitate ad interventi sull’edificio centrale lasciando da rimbiancare e risistemare i corpi di fabbrica a destra e sinistra dell’ingresso nonché il deposito dell’acqua e l’edificio sottostante con il risultato di sottolineare la cattiva manutenzione di due terzi del complesso.
Vorrei sapere se è previsto il completamento dei lavori di risistemazione oppure l’opera è da considerarsi finita così come è senza edicola o distributore di giornali, con tanti spazi da destinare al commercio ma chiusi e vuoti, e con un bar neppure ben segnalato.
A questo strano modo di intendere il restauro della stazione si accompagna la totale assenza di agenti della Polizia ferroviaria o di altri in grado di intervenire in caso di necessità e di dare assistenza e un senso di sicurezza permanente a chi usa la ferrovia specialmente in orari notturni.
Quanto alla lottizzazione del Consorzio Valdicornia Servizi, nulla è cambiato e semmai è peggiorato, dato il degrado che anni di mancata manutenzione hanno causato alle strade di questa specie di agglomerato semiabbandonato. È solo un fulgido esempio di previsione urbanistica sbagliata e di operazione economica priva di qualunque studio preventivo, che fa una pessima pubblicità al paese tutto e alla Val di Cornia di cui la stazione di Campiglia è nodo ferroviario fondamentale.
Nel nuovo Piano Strutturale e nel nuovo Piano Operativo occorrerà cancellare tutte le previsioni di sviluppo di una lottizzazione che risale al 1999 e più volte inutilmente rinnovata fino al 2013, lasciando in essere solo quelle realizzabili e indispensabili a costruire un disegno urbano minimamente accettabile.
Nel frattempo e in anni di attesa, sarebbe meglio piantumare a pioppeto tutta l’area di circa 8.500 metri quadrati lungo la strada parallela alla ferrovia e che porta alla stazione, (dove oltretutto non è stata prevista edificazione). Stesso trattamento andrebbe fatto all’area di 4.500 metri quadrati posta di fronte all’ingresso della stazione sulla quale era prevista la realizzazione di due edifici, ma ormai abbandonata. Il pioppo è un albero a veloce crescita, che permetterebbe di dare in tempi brevi una sistemazione leggibile a questo caos fatto di aree abbandonate, di edifici mai finiti o mai iniziati e ad un albergo fantasma che per ora si è salvato perché affittato fino a poco tempo fa a cooperative di accoglienza di migranti e rifugiati. Un complesso di 13.000 metri quadrati di alberatura darà un contributo al miglioramento della qualità dell’area e potrà essere sempre utilizzato come biomassa, inoltre con un minimo d’illuminazione potrà garantire un’area verde sicura e gradevole all’occhio di chi arriva e dei pochi che lì abitano o lavorano.
Mi rendo conto che l’intreccio tra proprietà privata e possibili interventi dell’amministrazione pubblica renderà non facile una soluzione che però, con la attività di convincimento dei privati e magari con la previsione di facilitazioni ammissibili, potrebbe essere rappresentata da una locazione provvisoria ad un soggetto terzo che realizza i pioppeti e ne sfrutterà il legname fino al momento in cui i tempi saranno maturi per una soluzione urbanistica definitiva.
Infine rimane il problema delle sistemazioni esterne della stazione evidentemente progettate da chi ha poco a che fare con i treni. Per accogliere gli amici, anziani come il sottoscritto e con bagagli, ho dovuto infatti fermare l’auto davanti all’ingresso, mezza su strada e mezza sul marciapiede per il tempo necessario a caricare le persone che aspettavano al sole.
A regola avrei dovuto lasciare la macchina in uno dei due parcheggi, magari a pagamento, fare duecento metri a piedi sotto il sole, per fortuna non di agosto, e ripetere il tragitto, in gruppo con bagagli, per recuperare l’auto. Mi sono dimenticato di dire che logicamente manca anche un servizio di facchinaggio.
Resto in attesa di una gradita risposta.
Cordiali saluti.”