“Stop a Cevital per l’acquisto della Lucchini”
PIOMBINO 4 novembre 2015 – Sono passati pochi giorni e ci risiamo. Il 7 ottobre scorso fu lo stesso patron di Cevital, Issad Rebrab, a denunciare che in Algeria volevano addirittura arrestarlo. Una notizia, smentita dal governo Sellal ma che seguiva a ruota le esternazioni non certo concilianti del ministro algerino dell’Industria Abdesselam Bouchouareb il quale aveva lanciato pesanti accuse contro il gruppo di Rebrab in relazione alla vicenda dell’acquisto da parte di Cevital del colosso francese Brandt e anche per l’esportazione di capitali dall’Algeria.
Oggi Rebrab torna sui media che si occupano di Africa. È il quotidiano parigino on line Mondafrique, diretto da Nicolas Beau, giornalista già a Le Monde, a Libération e a Le canard enchainé, che pubblica in francese la nota così tradotta:
I contrasti dell’uomo più ricco in Algeria, Isaad Rebrab, con il regime algerino non si placano. Le autorità algerine hanno formalmente interpellato le loro omologhe italiane circa le attività commerciali del patron di Cevital in Italia. Il governo algerino ha chiesto la sospensione del contratto preliminare che ha formalizzato l’acquisto da parte di Cevital delle acciaierie Lucchini a Piombino del quale hanno avuto notizia da più fonti concordanti.
Il governo Sellal sospetta che un artificio finanziario poco chiaro sia stato usato per questo acquisto.
Per il momento non è ancora chiara la reazione dell’Italia sul caso. Ma la situazione per Issad Rebrab si sta complicando di giorno in giorno tanto più che il ministro dell’Industria, Abdesslam Bouchouareb, si è lanciato in un terribile atto di accusa contro il ricco uomo d’affari accusandolo di aver dato vita a iperfatturazioni e false dichiarazioni doganali.
È davvero difficile poter capire quali siano le fonti e quindi l’attendibilità della rivelazione di Mondafrique. Per cui, mai come in questo momento, la prudenza è d’obbligo e la ricerca di chiarimenti, carte alle mano e non esternazioni di maniera, assolutamente necessaria.
Fermo restando che le notizie non giovano certo a rasserenare gli animi e a confortare le speranze sui piani di rilancio di Piombino, per parte nostra dobbiamo al momento limitarci a offrire le seguenti notizie:
1 – Per quanto tirato in ballo non risultano fino al momento in cui scriviamo precisazioni, smentite o chiarimenti ufficiali da Rebrab e/o da Cevital;
2 – Per quanto sollecitato da una precisa indicazione non risultano fino al momento in cui scriviamo precisazioni, smentite o chiarimenti ufficiali di esponenti, a qualsiasi livello, del governo italiano;
3 – Solo il sindaco di Piombino, Massimo Giuliani, ha ritenuto di replicare a Mondafrique con il seguente comunicato stampa: «…Da nostre verifiche istituzionali è emerso che non risulta sia stata fatta da parte algerina alcuna richiesta di sospensione della vendita a Cevital del comparto ex Lucchini…Tra l’altro la notizia diffusa sulla testata algerina appare assai approssimativa: si fa infatti riferimento a una richiesta di sospensione di un preliminare di vendita che, come noto, è già stato superato dalla firma dell’accordo sindacale e del contratto definitivo, firmati lo scorso giugno…Mondafrique, come è evidente, non è a conoscenza dei fatti accaduti tra dicembre 2014 e giugno 2015…».
Alle 19,23, al fine di integrare la sua prima dichiarazione il sindaco Giuliani ha fatto pervenire ai media locali, la seguente ulteriore nota stampa:
“Sia il sindaco Massimo Giuliani che la Regione tramite Gianfranco Simoncini hanno interpellato il Mise e in particolare il dott. Giampiero Castano, il quale, sentita la ministra Guidi, conferma che la notizia diffusa da Mondafrique è destituita di ogni fondamento. Tra l’altro ci risulta che nei giorni scorsi la ministra Guidi ha incontrato il ministro algerino il quale ha negato quanto riferito dal giornale algerino”.
Al riguardo, e per amor di precisione, va sottolineato che, come riferito all’inizio del nostro articolo, il giornale on line Mondafrique, non è un giornale algerino bensì una testata francese che ha sede amministrativa e redazione a Parigi al numero 12 di rue Leuck-Mathieu. La notizia, riferita da Mondafrique è andata in rete e quindi divenuta di dominio pubblico nel pomeriggio del 3 novembre 2015. Da una sommaria ricerca risulta che il ministro Guidi abbia sicuramente incontrato i vertici del governo algerino in data 15 settembre 2015. È possibile che altri incontri algerini della Guidi, non immediatamente documentabili attraverso la Rete, vi siano stati anche in data posteriore. Resta comunque difficile che il ministro italiano abbia ricevuto, “nei giorni scorsi”, una smentita dal governo algerino per una notizia apparsa ieri pomeriggio da un sito di Parigi.
Al di là di questi trascurabili particolari la situazione preoccupante è costituita dal fatto che riemergono i contrasti tra il governo algerino ed il presidente di Cevital, anzi si danno addirittura in ulteriore peggioramento. È forse questo l’aspetto più negativo della faccenda su cui il governo italiano dovrebbe far chiarezza perché è abbastanza lecito ritenere che, vista la mole di investimenti almeno annunciati e vista lo loro collocazione in settori economici su cui l’Algeria, Repubblica presidenziale retta dal 1999 dal presidente Abdelaziz Bouteflika, o ha già oggi una presenza forte o punta molto, le buone relazioni tra il presidente di Cevital ed il suo Paese sono decisive o comunque hanno riflessi anche sulla vicenda di Piombino, già di per sé molto critica per i ritardi e per la non chiarezza di quelli che sono stati chiamati piano industriale e strategie di bonifica.