Una storia iniziata nel 2005 ed ancora senza fine
PIOMBINO 28 febbraio 2018 — Il tema sul quale lavorerà quest’anno il consiglio dei bambini di Piombino, composto da ventiquattro ragazzi delle classi IV e V delle scuole primarie, è “La realizzazione del nuovo Polo culturale”, cioè “il progetto, afferma il Comune di Piombino, che prevede il recupero funzionale dell’edificio storico nel quale era ospitato un istituto professionale (Ipsia), e si fonda sulla volontà di unire la realizzazione di una nuova biblioteca pubblica alla creazione di un vero e proprio centro culturale e sociale, con funzioni e servizi anche diversi, in grado di promuovere coesione e di mobilitare l’interesse e l’attenzione dei cittadini e di tutto il territorio”.
Niente da dire, ci pemettiamo però di sugggerire, viste le finalità pedagogiche che stanno dietro la volontà di impegnare dei ragazzi su un simile tema, di farli lavorare anche sulla storia (iniziata nel 2005) di questo progetto e sulle difficoltà che ha incontrato e sta incontrando la sua realizzazione. Sarebbe un ottimo esempio di educazione civica.
Sì, perché proprio recentemente, ancora una volta, i lavori della costruzione del 1° lotto del Polo culturale si sono interrotti e per essere ripresi e terminati occorrerà altro non brevissimo tempo. Basta leggere il programma triennale delle opere pubbliche 2018/2020 del Comune di Piombino e vedere che il finanziamento dei lotti 1 e 2 del Polo Culturale è previsto per una cifra pari a 4.050.000 euro nel 2020.
Che cosa è successo recentemente?
Il 1° agosto 2017 il Comune ha interrotto il contratto con la ditta che eseguiva i lavori “al fine di riprogettare alcuni componenti del fabbricato per far rientrare il costo dell’opera all’interno del finanziamento concesso e di fare eseguire il completamento dell’intervento a ditte specializzate”. Contemporaneamente ha incaricato il progettista dell’opera di predisporre una perizia di spesa per la realizzazione degli infissi ed un progetto per la realizzazione degli impianti, comprese le relative finiture al fine di esperire una gara pubblica.
Poi l’11 gennaio 2018 ha chiuso i conti. Del finanziamento preventivato pari a 2.860 586,06 euro sono stati spesi 2.625.336,64 euro e dunque rimangono a disposizione 235.249,42 euro per la cui utilizzazione si bandiranno altre gare di appalto.
Recentemente l’assessore ai lavori pubblici Claudio Capuano ha dichiarato che quelle gare si prevedono entro l’anno (una per gli infissi e l’altra per impianti e completamenti edili).
Dell’arredamento e della strumentazione necessaria per la gestione di biblioteca e archivio storico nemmeno si parla.
Visti i ritardi già accumulati lo stesso assessore ha spiegato che i ritardi sono dovuti a problematiche con la ditta a cui erano stati assegnati i lavori ma in realtà le cause sono ben più complesse. Niente di più “parziale”. Basta leggere la sequenza delle decisioni più importanti prese dal Comune di Piombino per capire che non si tratta solo di un problema afferente alla ditta che ha vinto l’appalto ma anche a una serie di decisioni parziali, di mancata programmazione finanziaria, di mutamenti nella pianificazione urbanistica, insomma almeno di approssimazione ripetuta. Il risultato è una storia cominciata nel 2005 non ancora conclusa nel 2018.
Ma vediamo di ricapitolare questa lunga vicenda.
La storia comincia il 14 ottobre 2005 quando la Giunta comunale decide di partecipare ad un bando regionale per l’assegnazione di contributi destinati alla realizzazione di interventi finalizzato all’incremento e alla diversificazione dell’offerta di abitazioni in locazione proponendo interventi di riqualificazione urbana localizzati prevalentemente all’interno della Città Antica.
15 dicembre 2005
La giunta comunale approva il Programma integrato di intervento ed individua come soggetto attuatore due società cooperative, il Consorzio Etruria e la Cooperativa Lavoratori delle Costruzioni, che si sono proposte a seguito di un bando comunale approvato il 9 novembre 2005.
21 febbraio 2007
Il consiglio comunale prende atto del fatto che la Regione Toscana aveva approvato il Programma ed aveva concesso un finanziamento di 1.500.000 euro. Il Programma prevede
- l’attuazione da parte delle due cooperative degli interventi negli edifici dei due ex licei previo acquisto da parte loro e relativa vendita da parte del Comune,
- la realizzazione da parte del Comune del Polo culturale nell’immobile dell’ ex Ipsia in piazza Manzoni previa progettazione da parte delle cooperative con la possibilità che i lavori vengano affidati alle stesse,
- realizzazione da parte delle due cooperative degli alloggi previsti a Montemazzano salvo due da realizzare negli ex licei.
Inizia una storia complicata durante la quale il 2 ottobre 2007 viene adottato il piano di recupero “Città Antica”, il 28 dicembre 2007 il progetto definitivo del 1° lotto funzionale del nuovo “Polo culturale” che ospiterà, oltre alla biblioteca e all’archivio storico comunale, spazi per conferenze ed eventi culturali. Il costo complessivo previsto è pari a 6.460.000 euro che, si dice nella deliberazione, “supera lo stanziamento previsto nella convenzione tra il Comune e le due cooperative pari a 4.758.432 con la conseguenza che o si dovrà provvedere in sede di progettazione esecutiva a redigere uno stralcio funzionale più ridoto o in alternativa si integrerà il finanziamento della convenzione”.
12 febbraio 2009
Viene deciso che il piano di recupero di Città antica deve essere ridefinito perché data la presenza di una falda freatica non può essere realizzato il parcheggio su tre piani interrati in piazza dei Grani e che va realizzato il 1° lotto del Polo culturale da finanziare mediante la cessione degli ex licei, il contributo regionale ed altre risorse a carico del bilancio del Comune.
Per questo continuano i rapporti con il Consorzio Etruria per la progettazione del Polo culturale tant’è che il 16 aprile 2009 ne viene consegnato il progetto esecutivo del 1° e 2° stralcio.
7 settembre 2009
Viene chiesto allo stesso Consorzio di redigere uno stralcio esecutivo di un valore pari a 4.350.000 euro con la previsione della demolizione della struttura posta nella corte e il restauro della porzione esistente di edificio con termine alla piazza Manzoni con esclusione della sala capitolare e dell’archivio storico.
2 ottobre 2009
Il Consorzio Etruria consegna il progetto esecutivo dell’intero Polo il cui costo risulta essere pari a 8.956.271,82 euro e del 1° lotto, destinato ad ospitare biblioteca, archivio storico e spazi per conferenze ed eventi culturali, che la Giunta comunale approva il 28 maggio 2010 prevedendo un costo di 4.850.000.
23 marzo 2011
Vengono assegnati i lavori all’impresa Edil Progetti 87 Srl con sede in San Marco Evangelista (Caserta), ma l’ 11 dicembre 2013 si rende necessaria una variante tecnica che, si dice nella deliberazione comiunale, innanzitutto scaturisce dalla necessità dell’adeguamento del precedente progetto a causa delle nuove normative antisismiche, nel frattempo introdotte a livello nazionale, cosicché tutto ciò ha portato ad una revisione complessiva del progetto con sostanziali modifiche non solo strutturali ma anche di diversa distribuzione degli spazi.
10 dicembre 2014
Si deve approvare una nuova variante. È successo che a seguito della verifica da parte della Corte dei Conti del bilancio consuntivo comunale dell’anno 2010 emerge come il Comune di Piombino non è più nella condizione di contrarre mutui per carenze strutturali del bilancio stesso (ordinanza 2940/2012 e delibera 171/2012 della Corte), ancorché il tetto mutuabile del Comune di Piombino sia abbastanza più elevato di quello in essere.
Alla luce di questa pronuncia la Giunta comunale ha provveduto a ridimensionare i programmi di investimento in opere pubbliche precedentemente impostati e nel caso specifico a ridimensionare drasticamente l’importo necessario alla realizzazione dei lotti 2 e 3 del Polo culturale non ancora appaltati. La realizzazione dei due lotti avrebbe comportato una ulteriore spesa di oltre 6 milioni di euro. La realizzazione del solo lotto 1, quando ne erano previsti tre, avrebbe però prodotto un edificio finito e funzionale ma sottodimensionato relativamente agli spazi da utilizzare. Si è ipotizzato allora di rivedere il progetto generale del Polo culturale andando a ridimensionare l’intervento, che tra l’altro denotava problemi strutturali importanti. E così viene approvata una variante del 1° lotto ed un nuovo progetto preliminare dell’intero Polo culturale. Sono state adottate, dice la deliberazione comunale, scelte progettuali che hanno portato invece che all’eliminazione completa dell’intero complesso delle ex officine al loro mantenimento e recupero in funzione di nuovi spazi di lettura e un nuovo archivio in sostituzione di quello invece previsto al piano primo della sala capitolare che obbiettivamente creava non pochi problemi dal punto di vista strutturale soprattutto alla luce della nuova normativa.
30 marzo 2015
L’impresa Edil Progetti ‘87 Srl. titolare dell’appalto, cede il ramo d’azienda alla Società D.P. Costruzioni Srl, con sede in Caserta, che subentra nei rapporti col Comune.
1° agosto 2017
Si prende atto di un notevole aumento dei costi del lavoro rispetto a quanto previsto nella perizia di variante del 10 dicembre 2014, del fatto che rimangono da realizzare infissi e pavimenti, oltre gli impianti, sanitari, elettrici e meccanici, che ai prezzi della perizia di variante comportano un superamento del finanziamento previsto per il lavoro, che è opportuno ricorrere a un nuovo appalto e dunque ancor prima procedere ad una nuova progettazione di infissi esterni ed interni, impianto trasmissione dati, elettrico e di illuminazione, impianto di riscaldamento e sanitario, pavimentazioni per far rientrare la spesa in quella finanziata. Viene chiuso il rapporto con l’ impresa costruttrice.
11 gennaio 2018
Viene approvata una perizia di assestamento resa necessaria per le numerose e sostanziali modifiche alle voci di elenco prezzi a seguito di nuove lavorazioni resesi necessarie per il consolidamento del fabbricato e per alcune opere di finitura dello stesso.
La storia continua. Una storia complicata della quale fanno parte piani, progetti, varianti, percorsi partecipati, passeggiate per giornalisti e cittadini sul cantiere. Fatto sta che il Polo culturale è sempre lì, da terminare, gli edifici degli ex licei non sono stati venduti, piazza dei Grani è sempre come quando la storia iniziò.
Una gru inattiva svetta davanti all’edificio dove prima era l’istituto professionale ed ora c’è un cantiere deserto.
Ai bambini fate visitare anche il teatrino di Cittadella adiacente.