Strategie per la riconversione delle aree industriali
PIOMBINO 15 novembre 2017 — È un vero e proprio piano alternativo, o se si vuole una strategia alternativa, quello proposto da Carla Bezzini, consigliere comunale della lista Un’altra Piombino, con un ordine del giorno su crisi e strategie per la riconversione delle aree industriali su cui dovrà pronunciarsi il consiglio comunale di Piombino. Ne citiamo i punti fondamentali:
- rilascio da parte di Aferpi dei terreni di cui è in possesso dal 30 giugno 2015,
- avvio immediato da parte di tutti i Comuni della Val di Cornia e della stessa Regione Toscana, ad una nuova fase di pianificazione strategica per quelle aree,
- riorganizzazione e prosecuzione delle attività siderurgiche nelle sole aree industriali di Colmata,
- riqualificazione urbanistica ed ambientale per lo sviluppo del porto, per l’insediamento di altre attività produttive (comprese le imprese portuali), per i servizi e per la creazione di un grande parco urbano di archeologia industriale siderurgica nelle altre aree,
- censimento immediato del patrimonio immobiliare e degli impianti per valutare quelli che possono contribuire al raggiungimento dei nuovi obiettivi strategici, valutando quelli che costituiscono un rischio per la sicurezza, l’ambiente e la salute dei cittadini e che, come tali, vanno demoliti o messi in sicurezza.
Di seguito il testo integrale dell’ordine del giorno:
Premesso
Che i fatti recenti attestano in modo non equivoco che tutte le previsioni del Piano industriale di Aferpi , ovvero siderurgia, logistica portuale e agroindustria, sono fallite;
Che la società Aferpi è totalmente inadempiente rispetto agli impegni assunti con l’Accordo di Programma sottoscritto il 30 giugno 2015 e con l’ addendum del giugno 2017 che imponeva la ripresa immediata dell’attività produttiva (laminazione) e l’individuazione di un nuovo partner siderurgico affidabile e con garanzie finanziarie certe;
Che sono stati consumati inutilmente oltre due anni di tempo senza che nessuna iniziativa sia stata messa in atto; anni durante i quali i 2.200 dipendenti ex Lucchini (assunti da Aferpi) hanno potuto contare su un salario (ridotto di circa il 30%) solo grazie agli ammortizzatori sociali a carico dello Stato;
Che ancora più grave risulta essere la situazione degli occupati dell’indotto (stimati in circa 2.000 unità) per i quali si stanno esaurendo o sono già esauriti anche gli ammortizzatori sociali;
Che il Ministro dello Sviluppo Economico ha attivato le procedure conseguenti all’inadempienza della società Aferpi;
Considerato:
Che, indipendentemente dagli esiti delle azioni politiche e amministrative che riterranno d’intraprendere il Commissario straordinario della Lucchini in AS e il Ministero dello Sviluppo Economico, è incontrovertibile il fatto che il piano Aferpi non esiste più;
Che, a fronte di così clamorose inadempienze, è intollerabile che la società Aferpi detenga ancora oggi un patrimonio immobiliare immenso senza utilizzarlo per la finalità previste dall’ Accordo di Programma;
Che i beni ceduti ad Aferpi dal Commissario straordinario della Lucchini in AS (487 di terreno del vecchio stabilimento siderurgico, di cui 318 demaniali) rappresentano le aree strategiche sulle quali è necessario dare avvio, con la massima urgenza, alle bonifiche, all’adeguamento delle infrastrutture (porto, strada 398 e ferrovia), all’insediamento di nuove attività produttive e di servizio;
Che su questi terreni è urgente una nuova pianificazione urbanistica nella quale siano correttamente definiti gli equilibri tra le esigenze dello sviluppo economico e quelli della riqualificazione ambientale della città e del territorio;
Che per consentire il raggiungimento di questo obiettivo è necessario liberare queste aree dai vincoli prodotti dall’Accordo di Programma del 2015 e dal piano Aferpi, con l’obiettivo d’individuare seriamente ciò che è necessario e realistico mettere in atto, da subito, per garantire nuove opportunità di lavoro e di sviluppo;
Che, al fine di orientare in modo uniforme il comportamento di tutte le Autorità Pubbliche chiamate ad affrontare la crisi industriale, il Comune di Piombino debba far sentire la propria voce per evitare che si riproducano gli errori del passato con progetti calati dall’alto, non integrati con le politiche di sviluppo locale e talvolta addirittura in contrasto, dati sempre per credibili quando non lo erano affatto;
Tutto ciò premesso
Il Consiglio Comunale
Sollecita il Commissario Straordinario e il Ministero dello Sviluppo Economico ad attivarsi con tutti gli strumenti disponibili per il rilascio da parte di Aferpi dei terreni di cui è in possesso dal 30 giugno 2015 senza che nessuno degli interventi previsti abbia trovato attuazione. Questo passaggio costituisce la precondizione per consentire alle Autorità pubbliche di definire, in autonomia e con la massima urgenza, nuovi programmi di utilizzo dei beni ceduti dalla Lucchini in AS ad Aferpi.
Invita Sindaco e Giunta a dare avvio immediato, in collaborazione con tutti i Comuni della Val di Cornia e con la stessa Regione Toscana, ad una nuova fase di pianificazione strategica per queste aree, avendo ben presente che la loro valorizzazione presuppone la bonifica dei terreni, il prolungamento della SS.398 fino a Poggio Batteria, l’adeguamento della ferrovia e il coordinamento con la pianificazione delle aree portuali.
Al fine di orientare le attività di pianificazione e programmazione delle pubbliche amministrazioni interessate, esprime sin da ora l’indirizzo di consentire la riorganizzazione e la prosecuzione delle attività siderurgiche nelle sole aree industriali di Colmata, nella cosiddetta macroarea nord. Per le aree della dismessa “area a caldo” (macroarea sud), si dovrà invece affrontare con la massima urgenza il tema della ridefinizione degli usi possibili, considerando l’insieme delle opportunità che la liberazione di un così vasto territorio offre per la riqualificazione urbanistica ed ambientale della città, per lo sviluppo del porto, per l’insediamento di altre attività produttive (comprese le imprese portuali), per i servizi e per la creazione di un grande parco urbano di archeologia industriale siderurgica.
Per i fini di cui al punto precedente, ritiene necessario effettuare con urgenza un censimento del patrimonio immobiliare e degli impianti per valutare quelli che possono contribuire al raggiungimento dei nuovi obiettivi strategici, valutando quelli che costituiscono un rischio per la sicurezza, l’ambiente e la salute dei cittadini e che, come tali, vanno demoliti o messi in sicurezza.
Invita tutte le amministrazioni pubbliche interessate, compreso il Commissario della Lucchini in AS e l’Autorità Portuale, a cooperare per la definizione di obiettivi strategici condivisi di riconversione e valorizzazione dell’ambito industriale-portuale di Piombino, in coerenza con i più vasti obiettivi di riqualificazione ambientale della città e del territorio.
Invita altresì le Istituzioni coinvolte nella crisi ad individuare strumenti operativi più efficaci rispetto a quelli delineati con gli Accordi di Programma (che nella nostra realtà hanno mancato gli obiettivi), in grado di raccordare (nei contenuti, nei tempi e nelle responsabilità) le tante e diversificate azioni che oggi fanno capo ad infiniti enti pubblici, con esiti del tutto insoddisfacenti rispetto ai risultati attesi.
*Carla Bezzini è consigliere comunale di Un’Altra Piombino