Strumenti per la riconversione della Valdicornia

Si fa un gran par­lare in questi giorni di delibere, decreti, decreti leg­gi, e chi più ne ha più ne met­ta, per il rilan­cio pro­dut­ti­vo del­la Valdicor­nia e si col­legano spes­so impro­pri­a­mente alla ques­tione del­lo sman­tel­la­men­to del­la Cos­ta Con­cor­dia. Un guaz­z­abuglio dal quale è dif­fi­cile dis­tri­car­si.
Vedi­amo qual’è il pos­si­bile stru­men­to per la ricon­ver­sione pro­dut­ti­va del­la zona e lo sta­to del­l’arte del­la sua appli­cazione.
Nell’ otto­bre del­l’an­no pas­sato una delle leg­gi sul­lo svilup­po, denom­i­na­ta Decre­to Svilup­po 2012 — Mis­ure per la cresci­ta sosteni­bile, ha affronta­to il tema delle aree di crisi indus­tri­ale com­p­lessa e degli inter­ven­ti pos­si­bili per la loro ricon­ver­sione. Il tema nel pas­sato era sta­to affronta­to anche a liv­el­lo europeo, ad esem­pio per le aree minerarie o quelle siderur­giche, ma nel cor­so degli anni si era dis­per­so nei mille riv­o­li di politiche indus­tri­ali e ter­ri­to­ri­ali inesisten­ti.
Sono situ­azioni di crisi indus­tri­ale com­p­lessa, quelle che, a segui­to di istan­za di riconosci­men­to del­la regione inter­es­sa­ta, riguardano speci­fi­ci ter­ri­tori sogget­ti a reces­sione eco­nom­i­ca e perdi­ta occu­pazionale di ril­e­van­za nazionale derivante da una crisi di una o più imp­rese di grande o media dimen­sione con effet­ti sul­l’in­dot­to o da una grave crisi di uno speci­fi­co set­tore indus­tri­ale con ele­va­ta spe­cial­iz­zazione nel ter­ri­to­rio.
Ven­gono indi­vid­uati come stru­men­ti per portare avan­ti le inizia­tive di ricon­ver­sione e rilan­cio eco­nom­i­co i Prog­et­ti di ricon­ver­sione e riqual­i­fi­cazione indus­tri­ale.
Questi Prog­et­ti pro­muovono, anche medi­ante cofi­nanzi­a­men­to regionale e con l’u­ti­liz­zo di tut­ti i regi­mi d’aiu­to disponi­bili per cui ricor­ra­no i pre­sup­posti, inves­ti­men­ti pro­dut­tivi anche a carat­tere inno­v­a­ti­vo, la riqual­i­fi­cazione delle aree inter­es­sate, la for­mazione del cap­i­tale umano, la ricon­ver­sione di aree indus­tri­ali dismesse, il recu­pero ambi­en­tale e l’ef­fi­cien­ta­men­to ener­geti­co dei siti e la real­iz­zazione di infra­strut­ture stret­ta­mente fun­zion­ali agli inter­ven­ti.
Per assi­cu­rare l’ef­fi­ca­cia e la tem­pes­tiv­ità del­l’inizia­ti­va, i Prog­et­ti di ricon­ver­sione e riqual­i­fi­cazione indus­tri­ale sono adot­tati medi­ante apposi­ti accor­di di pro­gram­ma che dis­ci­plinano gli inter­ven­ti agevola­tivi, l’at­tiv­ità inte­gra­ta e coor­di­na­ta di ammin­is­trazioni cen­trali, regioni, enti locali e dei sogget­ti pub­bli­ci e pri­vati, le modal­ità di ese­cuzione degli inter­ven­ti e la ver­i­fi­ca del­lo sta­to di attuazione e del rispet­to delle con­dizioni fis­sate.
Il Min­istro del­lo svilup­po eco­nom­i­co avrebbe dovu­to approvare un decre­to per dis­ci­pli­nare le modal­ità di indi­vid­u­azione delle situ­azioni di crisi indus­tri­ale com­p­lessa e deter­minare i cri­teri per la definizione e l’at­tuazione dei Prog­et­ti di ricon­ver­sione e riqual­i­fi­cazione indus­tri­ale. Stan­do a dichiarazioni del Sot­toseg­re­tario De Vin­cen­ti sarebbe dovu­to avvenire a metà feb­braio, ma non sem­bra che ciò sia avvenu­to.
É sta­to per­al­tro isti­tu­ito un Fon­do per la cresci­ta sosteni­bile, des­ti­na­to a finanziare anche, ma non solo, il “raf­forza­men­to del­la strut­tura pro­dut­ti­va, il riu­ti­liz­zo di impianti pro­dut­tivi e il rilan­cio di aree che ver­sano in situ­azioni di crisi com­p­lessa di ril­e­van­za nazionale tramite la sot­to­scrizione di accor­di di pro­gram­ma”.
La regione Toscana ha pre­sen­ta­to for­male istan­za al Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co per l’accertamento dell’area del Polo pro­dut­ti­vo siderur­gi­co di Piom­bi­no e dell’area urbana di Livorno e Colle­sal­vetti del Polo pro­dut­ti­vo del­la com­po­nen­tis­ti­ca auto­mo­tive come aree in situ­azione di “crisi indus­tri­ale com­p­lessa con impat­to sig­ni­fica­ti­vo sul­la polit­i­ca indus­tri­ale nazionale”, ma in man­can­za del decre­to min­is­te­ri­ale non c’è sta­ta anco­ra la rispos­ta.

 

Commenta il post