Su Aferpi è venuto il momento di far chiarezza
PIOMBINO 4 febbraio 2019 — Il 19 febbraio prossimo è prevista una riunione a Roma tra Ministero del lavoro, Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Regione Toscana, Comune di Piombino, JSW Steel e organizzazioni sindacali. L’oggetto della riunione è quanto mai oscuro: “JSW Steel LTD (Aferpi)”.
Si farà il punto sul piano industriale Aferpi e sull’accordo di programma per l’attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico firmato il 24 luglio tra istituzione pubbliche, Aferpi, Piombino Logistics, JSW Steel Italy, dicono in molti.
Detta così è lecito il dubbio che possa trattarsi dell’ennesimo incontro in cui ognuno troverà o farà finta di trovare qualche elemento più o meno buono per poter esclamare più o meno sommessamente: “L’incontro è stato positivo!”. Salvo la smentita puntuale che l’oggettivo andamento delle cose si farà premura di far arrivare.
Meglio, molto meglio, sarebbe che istituzioni e organizzazioni sindacali proponessero se non pretendessero un’agenda della discussione finalizzata a sciogliere i molti misteri che ancora aleggiano sulla più recente “vicenda Aferpi”.
E di misteri ce ne sono ancora molti.
Nel verbale di incontro tra JSW Italy e organizzazioni sindacali del 12 giugno 2018 si fa riferimento “all’illustrazione di maggior dettaglio da parte di JSW Steel Italy srl della proposta di piano industriale e delle fasi di implementazione”. Dovrebbe trattarsi del “JSW Steel Italy srl
PIOMBINO — BUSINESS PLAN Informazioni per le OO.SS.” del 6 giugno 2018 nel quale si possono leggere
- una Fase‑1 che include il riavvio delle operazioni di laminazione a Piombino mediante immissione di risorse finanziarie e forniture di materie prime,
- una Fase 2, salvo preliminari studi di fattibilità, in cui si propone di realizzare un sito per la produzione di prodotti piani con impianti di fabbricazione di acciaio da forno elettrico, impianti di laminazione a nastri continui e laminatoi a freddo. Inoltre, con l’obiettivo di alimentare gli impianti di laminazione esistenti integrandoli, è previsto anche un forno elettrico ed una colata continua per blumi/billette.
Nella notifica, prevista per legge, a due delle principali istituzioni economiche indiane, la borsa di Mumbai “National stock exchance of India” e “Bse limited” JSW Steel scrisse: “JSW ha piani a lungo termine per lavorare sull’integrazione verticale attraverso la creazione di un forno elettrico, compatibile con l’ambiente e basato su rottame/preridotto per rendere l’unità completamente integrata. Un’operazione soggetta a verifiche finanziarie e studi di fattibilità”.
Infine nell’accordo di programma del 24 luglio 2018 si cita esplicitamente un piano industriale di cui all’allegato “B” presentato da JSW ma quell’allegato non è mai stato reso noto.
È fuori luogo pretendere il testo ufficiale del piano industriale ed eventualmente il suo aggiornamento nel caso in cui i primi studi di fattibilità, previsti in 18 mesi, avessero dato risultati tali da farlo cambiare tanto o poco?
Lo stesso accordo di programma prevede che “il progetto operativo di messa in sicurezza delle aree individuate nella planimetria allegata sotto la lettera “A” e con i mappali elencati nell’ Allegato “A‑bis”, che deve garantire il coordinamento ai sensi del comma 3 (si tratta del coordinamento con gli interventi di Invitalia, ndr), e il relativo piano finanziario, sono presentati, entro 120 giorni dalla stipula del presente accordo, al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare che, entro trenta giorni dalla scadenza di detto termine, convoca una Conferenza di Servizi…
…In sede di conferenza di servizi sarà valutata la coerenza del progetto con i risultati dell’analisi di rischio sanitaria e ambientale sito specifica valutati positivamente nella conferenza di servizi del 31 maggio 2016 e, ove necessario, richiesto l’aggiornamento dell’analisi di rischio”.
I 120 giorni sono scaduti il 24 novembre 2018 ma di tutto ciò non si sa niente. La sola cosa che si sa è che per il 21 gennaio 2019 è stata convocata una Conferenza di servizi istruttoria, propedeutica all’indizione della Conferenza di servizi decisoria, avente come oggetto “Misure di prevenzione in atto e integrazione dell’ Analisi di rischio relativa allo scenario attuale”. Erano convocati sia gli enti pubblici sia le organizzazioni sindacali, sia Aferpi. Il verbale non è mai stato pubblicato.
È fuori luogo pretendere di conoscere che cosa ad oggi è stato prodotto sull’argomento messa in sicurezza, a partire dall’analisi di rischio, della zona industriale acquisita da Aferpi?
Sempre nel documento di informazione alle organizzazioni sindacali del 6 giugno 2018 di parla di sviluppo dell’infrastruttura portuale e logistica per un’efficiente gestione dei materiali per l’espansione prevista nella Fase 2 e nell’accordo di programma “Si prevede a favore della Parte Privata una opzione della durata di 24 mesi sulle aree in blu e in verde di cui alla planimetria allegata sub C. fermo restando che eventuali richieste di concessione saranno soggette a procedure di evidenza pubblica e, in mancanza dell’esercizio del diritto di opzione potranno essere assentite a terzi.”. Naturalmente anche questo allegato non è ancora diventato pubblico.
È fuori luogo pretendere di conoscere quali sono queste aree su cui Aferpi può esercitare questo diritto di opzione e soprattutto quali sono i piani di utilizzazione, tempi compresi?
Aferpi, attraverso il suo amministratore delegato Fausto Azzi, ha fatto sapere a suo tempo che per le demolizioni degli impianti cessati gli studi di progettazione sono in corso e che tra fine 2018 e inizio 2019 partiranno gli appalti. L’accordo di programma affermava che sarebbero stati presentate da Aferpi stessa le linee guida del piano di demolizioni e che esse sarebbero state dettagliate per stralci mediante piani operativi. Diceva anche che la Regione Toscana si impegnava a attivare uno specifico gruppo di lavoro finalizzato all’analisi dei Piani operativi. Il problema è progettuale, operativo, sanitario ed anche urbanistico. Riguarda solo Aferpi e la Regione? Certamente no se il Comune, ad esempio, fosse interessato a ripensare la pianificazione già approvata a seguito del Masterplan di Aferpi quando il piano industriale era quello di Cevital. JSW Steel non ha mai parlato ad esempio di dismettere l’attuale treno rotaie e di spostarlo così come non ha mai parlato di un insediamento agroindustriale e dunque la pianificazione urbanistica vigente di quell’area è sicuramente da modificare. Del resto il Comune di Piombino e le altre istituzioni pubbliche si sono già impegnate, sempre nell’accordo di programma, “a valutare eventuali ulteriori (oltre la variante Aferpi, ndr) adeguamenti degli strumenti di pianificazione urbanistica ad attivarsi ove necessario ai fini della realizzazione del Piano industriale della Parte Privata”.
È fuori luogo pretendere di conoscere i piani di dismissione e le possibile ipotesi di riassetto urbanistico connesse che il Comune di Piombino a questo punto dovrebbe aver esaminato?
Come si vede molti, forse troppi, sono i problemi aperti e gli interrogatitivi ad oggi senza risposte.
Difficile sostenere che per averle si può aspettare ancora.
O sono risposte alle quali si applica l’asserzione di Ludwig Wittgenstein secondo la quale “Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”?