Su Baratti una guerra fra bande senza soluzioni
PIOMBINO 21 marzo 2016 — In questi giorni l’Associazione Costa Toscana Cambiaverso è intervenuta sulla delicata situazione in cui versa l’arenile del Golfo di Baratti, sollecitando la chiusura dei «cantieri archeologici autorizzati in riva al mare», ritenendoli una causa dell’erosione della spiaggia. Il nuovo direttore dei Parchi e l’assessore Pellegrini hanno contestato quella posizione. Tuttavia qualcosa non torna. L’assessore Chiarei, rispondendo ad una nostra interrogazione, ha infatti sostenuto che «i vari scavi archeologici effettuati, ed in corso d’opera, sul litorale di Baratti» rappresentano una «criticità» per gli equilibri dell’arenile. Su questa stridente contraddizione, chiederemo alla Giunta di fare chiarezza, ma intanto il comunicato dell’Associazione Costa Toscana Cambiaverso ci preoccupa anche quando sostiene che «sarebbe auspicabile che fosse realizzato il progetto di sistemazione morfologica del litorale, magari attuando quei piani d’interventi già finanziati da più di un decennio».
Sull’argomento abbiamo organizzato una giornata di studio, dopo una recente pubblicazione scientifica che, tra le altre cose, ha rimesso in discussione i principi fondamentale su cui si basa il decennale «progetto di sistemazione morfologica del litorale». Giornata alla quale non ha partecipato alcun assessore, pur essendo stati invitati. Una sintesi parziale di quanto è stato detto è stata pubblicata sul giornale del Comune, nell’estremo tentativo di attivare un confronto, che non c’è stato per il più completo e, secondo noi, colpevole disinteresse del partito di maggioranza.
In ogni caso ci sembra che, all’interno del Pd, manchino un po’ di collegamenti e ci permettiamo di ricordare all’Associazione Costa Toscana Cambiaverso, quando chiede di partire subito con l’attuazione del progetto provinciale essendo già stato finanziato, che lo stesso assessore Chiarei ha scritto che «Vista la storia pregressa – ultradecennale aggiungiamo noi — non è possibile fare previsioni sui tempi di esecuzione del progetto Baratti». Ritardo dovuto all’impossibilità di trovare il materiale adatto per reintegrare le perdite della spiaggia e non per la mancanza di fondi. Per tutto questo non possiamo che riconfermare la percezione di essere «di fronte ad una manifesta incapacità di governare il territorio da parte del Pd e ci chiediamo se il vero problema di Baratti sia l’erosione o quello di riaprire un confronto (dopo 12 anni!) sul progetto della Provincia». Per ritornare agli scavi archeologici, anche per quanto è stato detto sulle cause dell’erosione, non vi è nulla che possa suffragare una loro influenza nella dinamica costiera del golfo.
Detto questo ci sembra opportuno andare oltre e chiarire la nostra posizione sull’argomento. Il Golfo di Baratti rimane un sito le cui potenzialità archeologiche sono ancora notevoli e rappresenta un patrimonio da valorizzare appieno, nell’interesse di tutti. La ricerca archeologica sul litorale non si può fermare, ma con due appunti. Intanto sarebbe opportuno che i cantieri, a fine di ogni campagna, fossero restituiti in condizioni ordinate e fruibili per la balneazione. In questo senso anche la rimozione dei sacconi rotti e delle palificate, ormai inutili e inefficienti, dovrebbe essere un’operazione talmente scontata che ci fa male il solo pensiero di doverla sollecitare. Infine la storia di Baratti non si ferma con la cessazione dell’antica siderurgia etrusca e romana e ci chiediamo perché ci si ostini a trascurare tutti quei valori inespressi, che non siano riconducibili al mondo antico.
Ps: invitiamo i cittadini a partecipare venerdì 8aprile al Centro Giovani dove, dalle ore 17:00, organizzeremo un convegno dal titolo “il recupero industriale delle scorie ferrose di Baratti”. Relatore il geologo Carlo Pistolesi.
MoVimento 5 Stelle Piombino