Sul nuovo centro commerciale solo vaniloqui
SAN VINCENZO 10 novembre 2017 — L’assessore all’urbanistica e attività produttive Massimiliano Roventini, a seguito dell’intervento del coordinatore delle liste civiche della Val di Cornia Nicola Bertini pubblicato oggi sulla stampa, in merito alla realizzazione di una struttura commerciale nella zona nord di San Vincenzo, intende fare alcune precisazioni in risposta a quanto dichiarato da Bertini.
Bertini parla di decongestionare l’accesso nord al paese? Mi dispiace dirlo ma è un falso problema; forse non sa che la dimensione di una media distribuzione di vendita, come quella che è prevista nell’area in questione, non ha numeri così elevati da creare problemi alla viabilità. Non si parla, infatti, di centri commerciali di dimensioni elevate come, ad esempio, Ikea o similari. Il traffico nella zona nord del paese si decongestiona se si riesce a non far transitare dal centro abitato chi si dirige verso il porto di Piombino per raggiungere l’isola d’Elba.
È falso, inoltre, affermare che la realizzazione di questa struttura commerciale debba essere considerata come consumo di suolo. L’area interessata, infatti, si trova all’interno del territorio urbanizzato ed è un’area di completamento.
Inoltre, i comparti commerciali non vengono mai considerati come usurpatori di verde. Quando c’è un consumo di suolo ci si riferisce a lottizzazioni residenziali realizzate al di fuori dei territori urbanizzati. Non è quindi questo il caso.
Per quanto riguarda, invece, la riqualificazione della zona dell’Acquaviva l’amministrazione comunale sta procedendo alla stesura della nuova scheda urbanistica dell’area dell’ex conservificio all’interno della quale non sarà comunque prevista una struttura commerciale di medie dimensioni bensì altre tipologie di servizi ammissibili.
Non ci saranno, dunque, sovrapposizioni di strutture simili nella stessa zona poiché la previsione commerciale dell’ex conservificio verrà stralciata contestualmente all’adozione della variante che porterà alla realizzazione della nuova struttura commerciale.
Il nostro territorio non può certo permettersi in un momento come questo di perdere un investimento di oltre 4 milioni di euro con la conseguente creazione di 15- 20 posti di lavoro.
Le chiusure di altre strutture commerciali alle quali fa riferimento Bertini non sono dipese dalla mancanza di utenza sul territorio bensì da altre problematiche che esulano da motivazioni di natura commerciale.
UFFICIO STAMPA COMUNE DI SAN VINCENZO
Mi preoccupa che si sottovalutino gli effetti sulla viabilità di una media struttura commerciale lasciandosi andare ad una considerazione approssimativa sui veicoli diretti all’Elba (ma non era il PD che voleva il pedaggio sulla SS1?).
Mi preoccupa che si sottovaluti il quadro economico complessivo e si pensi seriamente di aggiungere una media struttura di vendita quando quella a sud del paese non ha pace.
Mi preoccupa che si sottovalutino le esigenze dell’area nord del paese (sarà per non far torto al resto del territorio) che è stato menzionato in questo mandato elettorale solo perché si è rischiato — e si rischia — che l’Acquaviva venga attraversata dai tir della cava del Broccatello.
Mi preoccupa che non si percepisca l’assurdo di consumare un’area vergine quando proprio là attorno esistono due aree critiche che attendono da troppo tempo una nuova vita, quella del silo e quella del conservificio (e speriamo che la logica non sia quella applicata al Girarrosto).
Mi preoccupa che si continui a variare uno strumento urbanistico morto senza dar seguito al naturale iter della pianificazione urbanistica così come concepita dalle leggi regionali vigenti.
Mi preoccupa che si deroghi sempre e comunque (dallo strumento urbanistico che viene costantemente ritoccato e, in questo caso dai vincoli cimiteriali) dimostrando l’assoluta mancanza di una visione strategica per il territorio.
Mi preoccupa che pur di non pianificare in modo complessivo e unitario il comparto nord, senza sottovalutare le interazioni con il resto del territorio comunale e non solo, si modifichino le aree di rispetto del cimitero, e non voglio dilungarmi su quest’aspetto che ho già trattato.
Ma tutte queste contraddizioni sono naturali perché c’è un errore di fondo, enorme. Roventini afferma “Il nostro territorio non può certo permettersi in un momento come questo di perdere un investimento di oltre 4 milioni di euro con la conseguente creazione di 15- 20 posti di lavoro”.
Qui siamo alla rimozione di un vincolo propedeutica alla variante allo strumento urbanistico ma l’assessore sa già non solo che c’è un privato interessato ad investire, conosce persino i dettagli dell’investimento.
Roventini è assessore all’urbanistica ma non se ne accorge. Le previsioni urbanistiche non hanno nome e cognome, non hanno master plan, non hanno sigle e ragioni sociali. Il Comune è chiamato a pianificare il territorio al meglio nell’interesse pubblico in modo tale che le attività economiche che vi si insediano non durino cinque mesi a tutela dei posti di lavoro, veri e presunti, degli investitori e del tessuto sociale. Il Comune è chiamato a migliorare le condizioni di vivibilità dei cittadini disegnando un tessuto urbano razionale, vivo e vivibile.
L’assessorato all’urbanistica non è l’ufficio a cui deve bussare un privato per ottenere una variante al Regolamento Urbanistico e non può concepire il suo ruolo come il ricettore dei possibili investimenti. Così fosse, basterebbe abolire ogni strumento urbanistico e far fare a ciascuno quello che vuole, si risparmierebbero tempo, soldi e discutibili figure della classe politica.