Sul Comune unico reazioni scomposte

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PIOMBINO 24 agos­to 2013 — Il paca­to inter­ven­to del Prof. Rossano Paz­za­gli, Sin­da­co del Comune di Suvere­to dal 1995 al 2004 e Pres­i­dente del Cir­con­dario del­la Val di Cor­nia dal ’99 al 2004, ha sus­ci­ta­to reazioni tra gli ammin­is­tra­tori di Campiglia e Suvere­to e tra gli espo­nen­ti del Comi­ta­to per il SI alla fusione. Sono inter­venu­ti Pioli, Benedet­ti­ni, Cer­ri­ni e in ulti­mo Raspol­li il quale arri­va a tac­cia­re Paz­za­gli di leghis­mo, veden­dovi addirit­tura simil­i­tu­di­ni con Bossi.
Potrem­mo chi­ud­ere qui il nos­tro inter­ven­to per­ché queste affer­mazioni non han­no bisog­no di com­men­to. Siamo cer­ti che i cit­ta­di­ni, che ben conoscono Paz­za­gli, sapran­no val­utare se siamo in pre­sen­za di una legit­ti­ma e costrut­ti­va con­trap­po­sizione di vedute o di affer­mazioni prive del min­i­mo fon­da­men­to politi­co e cul­tur­ale.
Chiedere di man­tenere un Comune con un forte con­no­ta­to iden­ti­tario come Suvere­to e di svilup­pare l’associazione delle fun­zioni tra i tut­ti i Comu­ni del­la Val di Cor­nia, come fa Paz­za­gli, non solo non può essere rel­e­ga­to nel munic­i­pal­is­mo, ma rap­p­re­sen­ta una visione ben più avan­za­ta di chi immag­i­na che il miglio­ra­men­to dei servizi e la capac­ità di costru­ire prospet­tive di svilup­po del­la zona pas­si per la fusione tra Campiglia e Suvere­to.
Con il pas­sare dei giorni emerge con sem­pre mag­giore evi­den­za la fragilità di una deci­sione improvvisa­ta, cala­ta dall’alto, pri­va di un prog­et­to orga­niz­za­ti­vo e di una moti­vazione strate­gi­ca con­vin­cente. Il ris­chio è quel­lo del­la riduzione del­la rap­p­re­sen­tan­za demo­c­ra­t­i­ca (argo­men­to da non banal­iz­zare affat­to), sen­za avere in cam­bio nes­sun duraturo ben­efi­cio nel fun­zion­a­men­to delle nos­tre ammin­is­trazioni.
Mag­gio­ranze e Comi­ta­to per il SI, così pron­ti agli attac­chi per­son­ali, tac­ciono invece da mesi (e non rispon­der­an­no più) sul per­ché, con­trad­di­cen­do i loro pro­gram­mi elet­torali, han­no abban­do­na­to ogni for­ma di pro­gram­mazione e ges­tione sovra­co­mu­nale in Val di Cor­nia, riflu­en­do in una babele di posizioni che vedono Piom­bi­no chiedere il trasfer­i­men­to nel­la Provin­cia di Gros­se­to, San Vin­cen­zo e Sas­set­ta asso­cia­re le fun­zioni ammin­is­tra­tive con Castag­ne­to e Bib­bona, Campiglia e Suvere­to decidere da soli per la fusione. Se esiste qualche peri­co­lo di neo­mu­nic­i­pal­is­mo andrebbe ricer­ca­to pro­prio tra le fila di chi gov­er­na oggi questo ter­ri­to­rio. Per questo non sop­por­tano le anal­isi pun­tu­ali e ragion­ate e fan­no a gara a chi la spara più grossa.
Il dan­no arreca­to è grave, ma si può anco­ra rime­di­are rispon­den­do NO alla fusione già decisa dalle mag­gio­ranze di Campiglia e Suvere­to, ripren­den­do poi nel­la prossi­ma leg­is­latu­ra i rap­por­ti tra i Comu­ni del­la Val di Cor­nia per costru­ire una seria rifor­ma delle isti­tuzioni locali.

Comune dei Cit­ta­di­ni

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